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Via Saffi in ginocchio. La rabbia dei negozianti «Abbiamo perso tutto»

Il centro estetico non esiste più, il fiume ha portato via l’arredamento: «La strada era inagibile. È stato pericoloso tornare a casa senza fare incidenti»

L’esondazione del torrente Ravone ha inondato via Saffi ,senza risparmiare nessuno. Nonostante la pioggia sia cessata, i residenti e i commercianti della zona stanno combattendo con l’acqua in eccesso, che ha rovinato e, in alcuni casi, devastato le cantine degli edifici e i locali delle attività commerciali. Un danno irreparabile, che costringe i negozianti a fare i conti con delle spese extra e con la chiusura, si spera momentanea, delle attività. Cantine allagate, vetrine distrutte e negozi sgombri sono lo scenario che ha accolto i commercianti, accorsi anche in piena notte per salvare lo stretto indispensabile. A metà di via Saffi, ad angolo con via Montello, c’è, o meglio c’era fino alla scorsa notte, un centro estetico. Il solaio non ha retto il fiume d’acqua del Ravone, e l’inondazione ha portato via l’arredamento e le attrezzature della realtà commerciale.

«L’acqua ha rovinato ogni cosa, il pavimento non esiste più – spiega il proprietario Jin Rong Chang –. Siamo in attesa delle verifiche dei vigili del fuoco, che ancora non hanno deciso se il locale è in stato di pericolo. Ma noi abbiamo perso tutto, non possiamo lavorare. Ormai vogliamo solamente portare via le nostre cose, sperando di poter ricominciare presto». A nulla è servito il deposito dei sacchi di sabbia martedì per evitare l’allagamento, perché le sedute e le poltrone del negozio sono arrivate sul marciapiede. A pochi metri di distanza dal centro estetico, la disperazione di Amina Asghar e di suo marito è incontenibile. Proprietari di un negozio che si occupa di riparazione di cellulari, tablet e computer, i coniugi hanno perso tutto, trovando il locale completamente allagato. «L’acqua arrivava alla metà dell’altezza del bancone – spiega Amina –. Il pavimento è distrutto, ma il problema sono i materiali: non si è salvato nulla. I nostri strumenti sono stati danneggiati e ormai sono da buttare, così come i cellulari e i portatili dei clienti, che avevano lasciato gli oggetti in riparazione. È un danno economico al quale non eravamo pronti, dobbiamo ancora metabolizzare ciò che è accaduto. Come faremo ad andare avanti?». 

La furia del Ravone non ha lasciato scampo nemmeno al negozio ‘Iqbal Network Snc’, che offre molteplici servizi. Le stampanti, i computer, i plichi di carta e la cassa galleggiavano all’interno del locale, e ora Anowar Hossain, il proprietario, non sa più da dove ripartire. Alcuni commercianti, però, hanno previsto l’esondazione e hanno giocato d’anticipo, come Fabiola Buffalo del negozio di abbigliamento ‘La Boutique Anna’. «Vedendo depositare i sacchi di sabbia, ho smontato tutto e ho dovuto portare via tutto, sia l’abbigliamento che l’allestimento – spiega la commerciante –. Ho dovuto creare una barriera da sola, con dei sacchi comprati da me, ma l’acqua è comunque arrivata fino al muretto, e le cantine sono inagibili». Ma la rabbia della negoziante è incontenibile. «Tappando i buchi e coprendoli con il cemento, non risolvono niente – tuona la negoziante –. Hanno provocato una cosa che andava risolta a monte, e qui vogliono addirittura fare il Tram, ma con quali obiettivi vogliono lavorare? Si parla di lavori di, secondo me, otto anni. Ma non capiscono che noi dobbiamo lavorare». Oltre ai negozi, l’acqua ha raggiunto le cantine delle abitazioni private, e l’amarezza dei residenti non ha tardato ad arrivare.

«Le vie erano inagibili, usciva acqua da ogni tombino e i sottoscala erano completamente allagati – afferma Davide Di Ruocco –. È stato pericoloso arrivare a casa senza creare incidenti, la strada era in tilt. E se lo straripamento ha causato tanti disagi, la paura è che con i lavori del Tram sarà ancora peggio». «La pioggia intensa crea sempre problemi – precisa Roberto De Giovannini –. Per il Tram, ricordarsi del canale sotto. Ma alla città serve una migliore viabilità». «La pavimentazione doveva essere più robusta a monte, il canale esisteva già – conclude Gilberto Masini –. Il Tram è più pesante degli autobus, bisogna sperare nella giusta condizione dei lavori».

di Mariateresa Mastromarino, il Resto del Carlino, 4 maggio 2023

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