È necessario avviare un percorso condiviso per tutelare imprese, consumatori e vivibilità dello spazio pubblico
I dehors, ormai da diversi anni, sono entrati a pieno titolo nelle abitudini e nelle preferenze dei consumatori, siano essi bolognesi o visitatori e turisti, anche stranieri: socialità, opportunità di consumare all’aperto e convivialità giustificano un successo che è frutto di una precisa e consolidata scelta della clientela.
In aggiunta, occorre considerare che, nella fase attuale, la richiesta di consumare all’aperto è profondamente influenzata – e accresciuta – da una pandemia ancora in corso, come purtroppo testimonia l’andamento dei contagi in forte risalita. Ci muoviamo, insomma, nell’ambito di uno scenario profondamente complesso e incerto che non può non invitare alla calma e alla cautela, anche in materia di dehors.
Dehors che, com’è chiaro in alcune piazze e strade della città, costituiscono non soltanto elementi qualificanti in termini di arredo dello spazio urbano, ma anche sul versante del presidio sociale del territorio, rappresentando una valida alternativa ad una fruizione dello spazio pubblico e a una gestione della vita notturna altrimenti non controllate.
Siamo di fronte, in altre parole, ad una vera e propria risorsa per la città e per il centro storico che, se da un lato genera importanti opportunità commerciali per gli operatori, dall’altro concorre ad una gestione virtuosa e ad una migliore vivibilità dello spazio urbano.
In questo contesto, siamo convinti che non si possa andare verso una stretta ma piuttosto costruire un’alleanza, attraverso un percorso condiviso, che metta insieme Comune, associazioni di categoria, esercenti e residenti con l’obiettivo di trovare soluzioni in grado di armonizzare le istanze in campo.
Come appare del tutto evidente, attraverso la ricerca di un equilibrio si può trovare un assetto definitivo per l’occupazione del suolo pubblico in centro storico, considerato anche l’approssimarsi della riconferma del regolamento UNESCO, che confermerà i limiti allo sviluppo delle attività di pubblico esercizio nel nucleo di antica formazione.
Nell’ottica di trovare un punto di caduta tra le varie esigenze, giudichiamo positivamente l’inserimento in delibera di una proroga di due anni per le concessioni, con evidenti vantaggi per le imprese sul versante della semplificazione amministrativa.
Tuttavia, la scelta del Comune di modificare i Progetti d’area di via delle Moline e via San Gervasio e rivedere la concessione dei dehors, è una decisione su cui avremmo voluto maggior dialogo per trovare un punto d’incontro tra le esigenze degli imprenditori e quelle dell’Amministrazione comunale.
Ci preme infatti segnalare come, nel caso di via San Gervasio, ci saremmo attesi una soluzione che non prevedesse la riduzione di diversi spazi in assenza, peraltro, di necessità evidenti.
Comunicato stampa, Ufficio Stampa Confcommercio Ascom Bologna – 6 luglio 2022
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