Chiediamo misure di sostegno: «Consumi in frenata, servono aiuti per tutelare imprese e posti di lavoro»
Gli effetti della quarta ondata cominciano a pesare su ripresa e aziende, soprattutto del Terziario. Se nel 2021, infatti, pur in un contesto di calo generalizzato dei consumi (con punte del -34,8% nel turismo e del 27,3 nella ristorazione rispetto al 2019, dati Confcommercio) era stato possibile registrare i primi segnali di ripartenza, oggi, con l’impennata dei contagi, sussiste il rischio che la ripresa subisca una brusca frenata.
È del tutto evidente che in un frangente simile, e dopo un biennio così difficile, è necessario continuare ad affiancare e sostenere quel sistema di imprese di prossimità che, tradizionalmente, presidia e anima il territorio della Città metropolitana: un’economia urbana integrata nelle comunità e garante, dai centri città alle frazioni più remote, di servizi fondamentali, coesione sociale, sviluppo sostenibile e qualità della vita.
Un’economia urbana di cui clienti e consumatori, è bene ricordarlo, hanno riscoperto la funzione essenziale proprio nella fase più acuta della pandemia, ovvero quella segnata dal lockdown, dalla zona rossa e dal blocco quasi totale delle attività economiche e sociali.
Per queste ragioni, la nostra Associazione ha inviato a tutti i Sindaci dei Comuni della Città metropolitana una lettera a firma dei Vice Presidenti Medardo Montaguti e Lina Galati Rando per sollecitare l’adozione di misure urgenti a sostegno dell’economia locale e l’avvio, in ogni territorio, di un tavolo di lavoro tra Amministrazioni, associazioni di categoria e imprese.
Sulla scorta di quanto avvenuto nel biennio 2020-2021, è infatti fondamentale prorogare al più presto gli interventi messi in campo sul versante della fiscalità locale, dell’erogazione di contributi diretti per comprimere l’impatto dei costi aziendali fissi e delle azioni per incentivare gli acquisti nelle attività economiche di prossimità.
L’obiettivo resta lo stesso da inizio pandemia: fronteggiare l’emergenza con azioni d’emergenza, in grado cioè di rispondere tempestivamente alle esigenze dei settori maggiormente esposti alle conseguenze del Coronavirus. Soltanto con questa logica è possibile tutelare al meglio aziende, lavoratori e comunità locali.
«Tra recrudescenza dei contagi, nuove limitazioni all’orizzonte, caro energia e materie prime le nostre imprese continuano ad essere sotto pressione – sottolinea Lina Galati Rando, Vice Presidente Confcommercio Ascom Bologna -. Non possiamo permetterci di navigare a vista, serve una risposta immediata da parte delle Istituzioni per non disperdere la ripresa degli ultimi mesi e affiancare tutti quei settori che ancora non hanno agganciato la ripartenza».
«Siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie di tanti Comuni della nostra provincia, soprattutto di quelli più piccoli – aggiunge Medardo Montaguti, Vice Presidente Confcommercio Ascom Bologna – ma confidiamo che presto il Governo intervenga con risorse a copertura delle mancate entrate: dobbiamo farci trovare pronti e per questo i nostri rappresentanti locali sono a disposizione delle Amministrazioni per programmare un quadro di aiuti efficace e condiviso».
«Stiamo affrontando un lockdown strisciante – conclude Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna – con l’aspettativa di una ripresa solo da marzo: il problema è che già oggi le nostre imprese sono in sofferenza e abbiamo 10mila posti di lavoro a rischio. Occorre una reazione a tutti i livelli istituzionali, dal Governo alla Regione, fino agli enti locali: prolungamento retroattivo della Cassa integrazione Covid, ristori per le perdite di fatturato e taglio della fiscalità locale sono misure essenziali, ma servono risorse aggiuntive a livello nazionale. Ecco perché abbiamo già suggerito al Governo di valutare uno scostamento di bilancio per i primi mesi del 2022 e di reinvestire gli extra gettiti delle società energetiche in sgravi alle imprese».
Ufficio stampa Confcommercio Ascom Bologna, 18 gennaio 2022
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