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Case di riposo, i contagi sono quasi azzerati

Pirazzoli (Anaste): «Merito dei vaccini. Ora convinceremo quel 15% che non lo ha ancora fatto». E il Sant’Anna è pronto a riaprire ai parenti

«Avevamo appena aperto ai parenti, poi la zona rossa… Ma la mia intenzione è quella di ripartire. Magari a Pasqua, con distanziamenti, mascherine Ffp2, in totale sicurezza, e qualora tutti i tamponi risultino nuovamente negativi». Dopo la bufera della prima e parte della seconda ondata, le case di riposo sono tornate a respirare.

«Merito dei vaccini», spiega Gianluigi Pirazzoli, presidente regionale di Anaste e del Sant’Anna e Santa Caterina che oggi conta 220 residenti, tutti negativi e il 95% vaccinati. Il 15 febbraio, dopo quattro mesi ’sigillata’, la struttura aveva riaperto alle famiglie anche se separate da una barriera di plexiglas e guanti di lattice. Poi le varianti, quella inglese su tutte, i contagi incontrollabili, gli ospedali sold out e il ritorno della zona rossa.

«Ma la situazione delle case di riposo bolognesi – riprende Pirazzoli – oggi è buona. C’è qualche caso, anche nella Cra Covid abbiamo trovato una stabilità (28 i contagiati)». Pure il tasso di mortalità, altissimo soprattutto nella struttura di via Pizzardi durante la prima ondata, si è quasi azzerato: due le vittime tra gennaio e febbraio. Vaccino rimandato. Poi c’è il capitolo di chi, tra residenti e personale, ancora non ha voluto fare il vaccino. Una percentuale del 10-15%.

«Ma non si tratta di no vax – precisa Pirazzoli –, bensì di persone titubanti, che vogliono attendere. Anche se ormai è ora di decidere». Per questo, nei prossimi giorni, dovrebbe essere organizzato un incontro con l’Ausl per risolvere ogni dubbio.

«La nota lieta è che la normale influenza, nelle strutture, quest’anno non si è praticamente vista, merito delle mascherine», chiude Pirazzoli. I numeri. Venendo ai dati di giornata per quanto riguarda i contagi, sono stati 661 quelli delle ultime 24 ore tra Bologna e provincia (301 con sintomi) e 33 nel circondario imolese. Molti meno rispetto ai mille sfiorati e superati nei tre giorni precedenti. Ma non si canti vittoria, perché la curva può ancora crescere nonostante da qui in avanti si dovrebbero vedere i primi effetti della zona rossa. Contagi, intanto, che hanno colpito anche gli uffici del Comune di Valsamoggia: due casi nell’area tecnica. «Ma con tutta probabilità – spiega il sindaco Daniele Ruscigno –, grazie a un primo tracciamento, la causa non sarebbe interna, bensì familiare». Le stanze interessate sono state immediatamente sanificate. Il dato tragico resta quello delle vittime, altre 19: tra i 67 e i 95 anni. Il più giovane è un 47enne della città, ma con altre patologie.

Nicola Bianchi, Il Resto del Carlino -11 marzo 2021

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