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Il Marconi punta in alto. «Uno scalo logistico di primo piano sostenibile e moderno»

Il presidente Enrico Postacchini traccia un piano ambizioso fatto di investimenti. «Stiamo terminando la ristrutturazione dell’area cargo, siamo molto attenti all’ambiente»

Un aeroporto sostenibile e all’avanguardia, che si prenda cura dell’ambiente circostante e che diventi sempre più un punto di riferimento per la regione e per l’intero territorio nazionale. Il Marconi ha in mente un piano ambizioso per confermare la sua attrattività, grazie a importanti investimenti che vanno a braccetto con l’innovazione e la sostenibilità, considerata in tutti i suoi aspetti. 

Enrico Postacchini, presidente del Marconi, lo scalo bolognese è sempre più importante. 

«Ci confermiamo, seppur con un notevole distacco, come terzo aeroporto italiano per volumi di cargo, dopo Malpensa e Fiumicino. Siamo un bacino di smistamento merce appetibile e molto efficiente per i distretti che abbiamo in regione e non solo. Questo la dice lunga sulle nostre potenzialità». 

Potenzialità che si svilupperanno con i piani di investimento prefissati. 

«Abbiamo acquisito un’area a ovest che ci darà spazio per crescere, un progetto che fa parte del prossimo masterplan. Per ora, stiamo terminando la ristrutturazione dell’area cargo, nella zona est rispetto al terminal, dove abbiamo fatto investimenti importanti, che rientrano in un annovero di spese effettuate nel 2023 che supera i 30 milioni di euro. Abbiamo investito in modo consistente, e nei prossimi cinque anni, nella parte riservata al terminal, ci sono anche aspetti che riguardano il lato logistico e organizzativo». 

Il tutto va nella direzione della sostenibilità. 

«Per definizione siamo da sempre attenti a questi temi, visto che la nostra attività è ancorata a una serie di normative nazionali e internazionali che giustamente ci spingono verso queste tematiche. Ma è proprio il nostro management a essere di per sé sensibile, e non a caso siamo un’azienda Sdg: lo smaltimento dei rifiuti, per esempio, funziona in sinergia con i gruppi Hera e Tper e con società ad hoc per lo smaltimento della plastica. Proseguono, in più, gli investimenti sui mezzi elettrici per tutto ciò che riguarda la cittadella dell’aeroporto. Insomma, sia sui fronti sociali e ambientali sia finanziari, abbiamo tre pilastri del nostro essere sostenibili, sui quali investiamo molto». 

Per esempio? 

«Tra gli investimenti da qui al 2028, abbiamo un grande campo energetico con i pannelli solari. Parliamo di una struttura che soddisferà più del 50% del consumo di energia dell’aeroporto. In questo senso siamo attentissimi, perché svolgiamo un’attività delicata utilissima per la comunità, ma al tempo stesso può creare disturbo in qualche modo».

Su questo, come lavorate? 

«Con la riduzione e il controllo delle emissioni di anidride carbonica, sommate alle attenzioni applicate per arginare il problema del rumore. Tutto questo, insieme agli investimenti sulla parte energetica, è fondamentale». 

Il Marconi, quindi, vivrà anni di cambiamento. 

«Assolutamente, con investimenti a sostegno dell’innovazione, dal campo digitale a quello energetico, non dimenticando mai l’attenzione al sociale, con obiettivi sulla parità di genere. Il piano del quinquennio, fino al 2028, conta 216 milioni residui di investimenti. Parliamo comunque di una tranche, visto che il masterplan prosegue fino al 2030. La prospettiva è quella di non smettere mai di investire, visto che siamo un aeroporto attuale, innovativo e tecnologico».

Che anno è stato il 2023 per il Marconi? 

«Un anno ottimo dal lato passeggeri, così come per il comparto dei cargo. Un anno di grande soddisfazione, con numeri che superano la media nazionale, nonostante l’import abbia registrato un segno meno, mentre l’export è andato bene. Siamo, tra l’altro, al termine della fase di cantierizzazione nella parte cargo, quindi i frutti si vedono e si vedranno». 

Mariateresa Mastromarino, Il Resto del Carlino – 20 marzo 20224

Enrico Postacchini

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