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Città 30, il documento delle categorie

Ecco le 76 strade da rimettere ai 50

Sulla Città 30 restano luci e ombre. A un mese dall’entrata in vigore i dati forniti dal Comune indicano un calo del 15,8% degli incidenti stradali e del 19,1% delle persone ferite. Resta, però, il malcontento di commercianti e artigiani e il braccio di ferro tra Roma e Bologna, partito dalla direttiva licenziata dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini. In attesa di capire quando verrà fissato il summit ministero-Anci, l’Associazione dei Comuni, Cna, Ascom, Confesercenti e Confartigianato restano in pressing per ottenere una retromarcia da parte di Palazzo d’Accursio su una settantina di strade, radiali in primis.

Il documento (stilato dalla cooperativa dei taxi Cotabo e dagli Ncc Cosepuri, ndr) propone di ripristinare i vecchi limiti in 76 strade: 53 sono le vie ’miste’, con tratti a 50 e altri a 30 (come le vie Toscana, del Triumvirato, Agucchi e San Donato, ndr), mentre 23 sono le strade oggi ai 30 che le categoria vorrebbero far tornare ai 50 «per via delle caratteristiche, della portata e dei flussi di traffico». Le 23 strade – che potrebbero finire al centro della trattativa col Comune – sono le vie Murri, Arcoveggio Fioravanti, Carracci (tratto Zanardi/Fioravanti), Saragozza, Bombicci (a tratti), Mazzini (tranne davanti alle scuole), viale Felsina, Andrea Costa (a tratti), Sebastiano Serlio, Massarenti, Scandellara (fino alle scuole), Emilia Levante (tranne alcuni tratti), Emilia Ponente (tranne alcuni tratti), Saffi, via della Torretta, Beroaldo, Libia, Siepelunga, Pier Paolo Molinelli, Bellaria, via di Corticella e via dell’Industria.La ratio della proposta viene spiegata da Riccardo Carboni (Cotabo) e Gino Onofri (Cosepuri): «Occorre evitare limitazioni di velocità inferiori a quelle previsti dal Codice della Strada in tutte le strade a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico o che abbiano due corsie per senso di marcia, e una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici». Non solo. Tra i suggerimenti c’è quello «di avere nelle strade a tre corsie per senso di marcia con spartitraffico divisorio, un limite 70 Km/h, e sarebbe necessario garantire un attraversamento Nord-Sud e Est- Ovest con velocità da Codice senza limitazioni e con contestuale razionalizzazione delle tempistiche semaforiche». Infine, viene chiesto di aumentare le corsie preferenziali e che «le limitazioni ai 30 vadano disapplicate in orari in cui il flusso pedonale non giustifica le limitazioni». 

Il Comune, con gli assessori Valentina Orioli, Massimo Bugani e Luisa Guidone (presenti giovedì all’incontro, mentre non c’era il sindaco Matteo Lepore), prende tempo: «C’è piena disponibilità a un tavolo permanente, guidato dagli assessori competenti. I miglioramenti al provvedimento avverranno anche sulla base del confronto con le categorie. Ogni osservazione deve, però, partire dalla disponibilità a raccogliere dati con un criterio scientifico». Gli assessori, quindi, ammoniscono che non rimetteranno «mano al provvedimento sulla base di contrapposizioni ideologiche o pregiudizi. Il confronto deve basarsi su elementi verificabili, solo così i miglioramenti potranno essere efficaci. Prenderemo, quindi, contatto con le categorie per mettere a disposizione i metodi di rilevamento disponibili».

I primi dati, intanto, dopo un mese di ’Città 30’ certificano 186 incidenti, di cui uno mortale, e 122 incidenti con feriti, che hanno provocato 144 persone ferite. Nelle stesse settimane dell’anno scorso, gli incidenti erano stati 221, di cui tre mortali; 139 gli incidenti con feriti (con 178 persone ferite). Calano del 25,6% i pedoni coinvolti in sinistri. «Il trend – conclude l’assessora Orioli – continua a essere positivo. E gli incidenti sono tendenzialmente meno gravi».Da qui, il comitato Bologna30 plaude ai nuovi limiti e chiede al Comune «di aumentare le strade a 30 all’ora».

Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino – 17 febbraio 2024

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