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Al via il progetto Fipe per educare e formare al lavoro i detenuti

Oggi la firma del protocollo tra Fipe, il ministero della Giustizia e Seconda Chance

Viene firmato oggi il protocollo tra Fipe Confcommercio, il Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap) presso il ministero della Giustizia e l’associazione Seconda Chance per creare percorsi di inserimento nel mondo del lavoro di detenuti. «I nostro obiettivo è favorire la rieducazione dei reclusi e investire nel futuro della comunità perché i dati dimostrano che quando una persona in carcere impara un mestiere, un lavoro rientra poi nella società civile a tutti gli effetti» spiega Andrea Ostellari (Lega), sottosegretario di Stato alla giustizia con deleghe al trattamento dei detenuti, giustizia minorile e di comunità.

Nel caso dell’accordo con Fipe si punta a creare o sviluppare professionalità come quelle di aiuto cuoco e altre figure della brigata di cucina ricercate dagli esercenti. «Il protocollo permette alle persone meritevoli e vicine al fine pena di lavorare all’esterno per poi rientrare in carcere la sera ma anche di fare lavorare più persone all’interno delle strutture per raggiungere un maggiore numero di detenuti – sottolinea Ostellari che aggiunge -. Inoltre il governo si impegna a modificare la legge Smuraglia per incentivare ancora di più l’ingresso di aziende all’interno degli istituti.

Da un paio di anni Seconda Chance collabora con Fipe per la formazione e il training operativo di detenuti selezionati dalle aree educative, ammessi al lavoro esterno oppure in condizione di ottenere la semilibertà o l’affidamento in prova poi inseriti in pubblici esercizi. Una partnership che prevede lo sviluppo di intese anche a livello locale per intercettare e creare concrete occasioni di ripartenza. Seconda Chance e il Dap individueranno i detenuti da coinvolgere nei progetti. «La fase propedeutica è andata bene e la stragrande maggioranza dei soggetti inseriti nel progetto ha continuato a lavorare con lo stesso imprenditore al termine della pena» racconta Aldo Cursano, vice presidente vicario nazionale che segue l’iniziativa insieme a Roberto Calugi, direttore generale. «Lavoriamo per sensibilizzare gli imprenditori anche con dei web seminare quando trovano un capace aiuto cuoco, un pizzaiolo, un pasticcere se ci sono i presupposti al termine della pena si può arrivare al contratto a tempo indeterminato». Un ruolo chiave nel progetto è in capo a Seconda Chance associazione del terzo settore fondata e guidata da Flavia Filippi nel 2022.

«Con la firma di domani(oggi per chi legge ndr) si consolida un rapporto che ha portato a 230 offerte di lavoro da parte di imprenditori mentre una trentina di detenuti oggi sono in attesa dell’approvazione da parte del magistrato di sorveglianza – dice Flavia Filippi -. È soprattutto nella ristorazione che si trovano opportunità di lavoro per i reclusi e con porteremo tanti altri ristoratori in carcere pe rivalutare se trovano personale adatto alle loro attività». Non mancano i percorsi alternativi: Seconda Chance con il Gruppo Bosch sta avviando un iter di formazione per meccanici di e-bike nelle carceri di Torino, Como, Monza e Ancona, con Amplia Infrastructures, gruppo Autostrade per l1talia, si sta assumendo un detenuto a Bologna e uno a Firenze. Terna invece ha scelto un detenuto che dopo un anno a tempo determinato è stato assunto. La Fabbrica di San Pietro, in Vaticano, ha scelto un detenuto elettricista e altre due figure sono in arrivo.

Enrico Netti, Il Sole24ore.com – 30 gennaio 2024

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