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Gli agenti di commercio «Penalizzati dal Comune»

Govoni (Fnaarc): «Atteggiamento punitivo nei confronti degli automobilisti. Nessuno ci ha ascoltato. Noi ora avremo meno guadagni e più spese»

Cittadini, studenti e lavoratori. Tutti sono colpiti da Città 30. Ma c’è una categoria a cui nessuno ha pensato: gli agenti di commercio, una realtà che su Bologna e provincia coinvolge oltre quattromila persone. 

Roberto Govoni, presidente di Fnaarc, il sindacato degli agenti di commercio, è preoccupato? 

«Molto. Abbiamo colto un atteggiamento critico nei confronti degli automobilisti, e noi agenti di commercio ci muoviamo solo con l’auto. Atteggiamento che, invece, non è stato riservato a tutto il resto del parco circolante: non c’è stata l’attenzione di mettere tutti gli utenti della strada nelle stesse condizioni. La volontà della giunta è limitare gli incidenti, soprattutto quelli mortali: alcuni di questi sono causati da veicoli alternativi all’auto, che si comportano in maniera spregiudicata per le strade. Ma la tensione arriva da lontano».

Cioè? 

«Città 30 si somma ad altre problematiche che già viviamo, come la mancanza di parcheggi e i cantieri stradali. Viviamo un’annosa battaglia per poter parcheggiare, con limiti di tempo, nelle zone di carico e scarico, perché spesso abbiamo campionari pesanti. Ma senza soddisfazione». 

Quali sono le difficoltà riscontrate? 

«Considerando una giornata intensa sul territorio, prima gli agenti potevano effettuare otto visite. Ora, invece, se ne possono concludere 5 o 6 al massimo, costringendo la categoria a programmare meno appuntamenti. Questo comporta un mancato guadagno, perché non si riuscirà a mantenere la periodicità con i clienti. Al quadro si aggiunge anche il potenziale aumento delle spese, visto il rischio di avere sanzioni per sforamenti anche minimali». 

Cos’altro?

«Bologna è centro gravitazionale di attività multidisciplinari. Gli agenti di altre province non sanno come comportarsi. C’è una zona grigia, in cui non si capiscono le strade che passano ai 30 orari: secondo la mappa, ce ne sono alcune che dovrebbero avere il nuovo limite, dove manca ancora la segnaletica. Prima va preparato tutto ciò che è propedeutico a un modello, e poi si applica. Un intempestivo atteggiamento per cominciare con le multe». 

Che dialogo c’è stato con l’amministrazione? 

«Abbiamo partecipato a diversi tavoli di consultazione, ma siamo stati informati a giochi fatti. Affidando a uno studio di professionisti la stesura del piano operativo, per la giunta erano state consultate le associazioni di categoria. Ma è falso». 

Cosa proponete? 

«Il Ministero pone ulteriore attenzione sulla problematica. Un’entrata nazionale su una questione locale mostra la gravità dell’evento. Stiamo monitorando la situazione, raccogliendo i pareri dei nostri associati sulle difficoltà riscontrate. Porteremo avanti la critica con toni pacati, ben propensi al dialogo. Possiamo comprendere il modello all’interno del centro storico, ma sul resto sarebbe bastato applicare una politica puntuale di controlli». 

 Mariateresa Mastromarino, Il Resto del Carlino – 21 gennaio 2024

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