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Santo Stefano, il Tar blinda i dehors. Bocciato il piano del Comune

Confesercenti e Ascom: «Il dialogo è la via maestra»

Dehors indigesti per il Comune, che su piazza Santo Stefano ha incassato una seconda sconfitta in tribunale che lascerà strascichi. Il Tar dell’Emilia-Romagna ha infatti consolidato lo stop al taglio dei tavolini deciso dal Comune per piazza Santo Stefano. Dopo il pronunciamento dello scorso gennaio, che aveva sospeso l’efficacia degli atti di Palazzo D’Accursio, ora è arrivata anche la doppia sentenza di merito che dà torto all’amministrazione smontando tutto l’impianto della delibera e accogliendo i ricorsi presentati dai locali ‘Camera con vista’ e ‘051’.

I giudici amministrativi hanno però respinto le richieste di risarcimento avanzate dalle due attività commerciali, proprio per effetto del «tempestivo accoglimento» dell’istanza cautelare di gennaio. Il Tar, nella sua dettagliata relazione, ha ritenuto che la motivazione contenuta nella delibera sulla «determinazione del tutto unilaterale dell’amministrazione di dichiarare non più concedibili le sole aree site nella parte sinistra di piazza Santo Stefano (entrando da piazza della Mercanzia) e di dichiarare contestualmente decadute le relative concessioni di occupazione di suolo pubblico per l’installazione di dehors», sia risultata «generica» e anche «del tutto illogica, contraddittoria e fonte di disparità di trattamento rispetto agli esercizi di somministrazione similari» a quelli che hanno impugnato l’atto «ma che sono ubicati nel lato destro della piazza». In merito a questi ultimi, infatti, la delibera «non ha operato alcuna modifica, né riguardo alle aree concedibili, né con riferimento alle concessioni di occupazione di suolo pubblico in essere». Il Tar, con la due sentenze ‘gemelle’, ha fissato insomma un’opinione chiara: II Comune ha «del tutto ingiustificatamente eliminato i soli dehors installati sotto i portici in un lato della piazza», lasciando «immutato lo stato dei luoghi e dei portici ubicati nell’altro lato». Infine, le «evidenti carenze degli atti impugnati – hanno proseguito i giudici – risultano aggravate dal fatto che la civica amministrazione bolognese ha operato in modo unilaterale, non introducendo alcuna interlocuzione, né con i destinatari dell’atto pianificatorio, sui quali ha inciso in modo gravemente negativo, né con il competente organismo istituzionale, il quartiere, che avrebbe dovuto collaborare alla redazione del piano».

Il Comune non presenterà ricorso al Consiglio di Stato, a meno di ripensamenti. «Rispetteremo la sentenza del Tar, devo però ancora leggere le motivazioni – ha detto il sindaco Matteo Lepore -. Incontreremo gli esercenti e decideremo cosa fare, i locai che però di notte sgarrano vanno sanzionati». Molto soddisfatta Confesercenti. «Le due attività sono entrambe nostre associate, con Alberto Aitini abbiamo seguito passo passo la vicenda e il rammarico, semmai, è quello nel pensare che avevamo avvertito il Comune, avevamo detto subito che stavano prendendo un granchio- sottolinea il direttore provinciale Loreno Rossi -. Contenti, ma questo non è un festeggiamento. La pagina è chiusa per noi con la sentenza, vogliamo dialogare con il Comune fornendo piena collaborazione, non siamo disponibili soltanto quando le imprese vengono penalizzate». Contenta anche Ascom. «L’avevamo detto da l’inizio che fosse inconciliabile fare dei distinguo tra i due lati della piazza – dichiara il direttore Giancarlo Tonelli -.Da questa sentenza bisogna ripartire affinché si arrivi a un accordo che salvaguardi i diritti di tutti. Non c’è bisogno di complicarsi la vita con dei ricorsi al Tar, i patti di collaborazione devono essere la via maestra, nel rispetto anche dei residenti».

Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 22 dicembre 2023

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