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Igor, la partita dei risarcimenti. «Lo Stato non ha colpe per i delitti»

Omicidio della Riccardina, l’Avvocatura contro la richiesta di 800mila euro avanzata da Maria Sirica

Lo Stato ha fatto tutto il possibile per identificare con certezza ed espellere dall’Italia il sedicente russo Igor Vaclavic. Il quale in realtà altri non era che Norbert Feher, serbo. E fatto che questi, nonostante i provvedimenti e i decreti di espulsione, sia rimasto in Italia a delinquere e, alla fine, a uccidere due persone, non si può imputare al governo. «Lo Stato non è rimasto inerte – scrive infatti l’Avvocato dello Stato Uliana Casali nella costituzione in giudizio di fronte al tribunale civile nella causa intentata da Maria Sirica, la vedova di Davide Fabbri assistita dall’avvocato Giorgio Bacchelli, nei confronti di Presidenza del Consiglio dei ministri e Ministeri dell’Interno e della Giustizia –, ma non è stato possibile dare esecuzione al decreto di espulsione per mancanza di passaporto o altro documento di viaggio». Perciò, «se fosse stato espulso, lo Stato avrebbe violato le norme del Testo unico sull’immigrazione e i diritti inviolabili della persona». Se qualcuno ha colpa per questa mancata espulsione, conviene l’Avvocatura, è semmai il Consolato generale di Russia a Milano, che non rispose mai alle richieste e ai solleciti sulla conferma della nazionalità del presunto cittadino russo. Il tutto per dodici anni: tanti sono infatti quelli trascorsi tra il primo arresto di Igor, nel 2005, e gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri, il 1° e 8 aprile 2017.

Sono dunque queste le premesse con cui lo Stato comparirà in giudizio. Un ripasso della vicenda: a febbraio Maria Sirica, vedova di Davide Fabbri assassinato da «Igor il russo» il 1° aprile 2017 nel suo bar della Riccardina di Budrio, citò a comparire davanti al tribunale civile di Bologna la Presidenza del consiglio e i due ministeri per risarcirla del danno della morte del marito. Ottocentomila euro a compensare l’«immobilismo» per cui non furono eseguiti i provvedimenti di espulsione nei confronti di Feher, di fatto ponendo le basi per la sua permanenza in Italia e i suoi successivi delitti. Il danno era stato quantificato sulla base di quanto disposto dal tribunale penale al momento della condanna all’ergastolo di Igor: 500.000 euro per Sirica e 300.000 a Franco Fabbri, padre di Davide nel frattempo deceduto e che ha nominato la nuora sua unica erede.

«Quanto occorre allo Stato per accertare l’esatta nazionalità di un detenuto e quindi espellerlo? – si domanda ora l’avvocato Bacchelli – Ha avuto tutto il tempo per farlo, ma a parte la richiesta generica al consolato russo in Italia e qualche modesto sollecito, non ha fatto nulla». Inoltre, Igor non aveva detto di essere nato in Russia, bensì in Uzbekistan, che all’epoca della sua nascita era nell’Urss, ma è ora indipendente. In successivi alias disse poi di provenire dall’Ungheria e dalla Serbia, ma «nessuna ricerca è stata fatta nei due Paesi», rincara la dose l’avvocato. Uno dei quali sarebbe stato quello giusto.

L’Avvocatura sostiene poi che la domanda sia troppo «generica», che il padre di Fabbri non fosse legittimato a presentarla (in quanto l’indennizzo ai genitori è previsto solo in assenza di coniuge o figli) e che comunque sia arrivata fuori tempo massimo, essendo trascorsi cinque anni dai fatti. Non solo: mancherebbe «il nesso causale» tra la mancata espulsione e il danno, non essendo la tragedia della Riccardina «prevedibile», «anche perché Igor non aveva precedenti penali gravi quali l’omicidio». «Ma è evidente come la grave negligenza abbia concorso in modo determinante al fatto – chiude Bacchelli –. Diversi tribunali hanno condannato imprese installatrici di ponteggi dopo che dei ladri avevano utilizzato le loro impalcature per introdursi in appartamenti e derubarli: perché la situazione qui dovrebbe essere diversa?».

Federica Orlandi, Il Resto del Carlino – 26 luglio 2023

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