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Guide turistiche, si cambia formazione e basta abusivi

Il cdm approva il pacchetto del ministero: esame di abilitazione e obbligo di corsi di aggiornamento

Un albo nazionale contro lo “spezzatino” delle regioni, norme precise per regolare (e riequilibrare) le decine di patentini diversi in tutta Italia, un nuovo impianto sanzionatorio per fermare e arginare drasticamente gli abusivi, percorsi formativi per rendere i professionisti della grande bellezza sempre più esperti e multilingue. Svolta per la professione della guida turistica italiana. La riforma dei “ciceroni” del
Bel paese arriva fresca con il pacchetto di misure sul turismo approvato ieri sera in Consiglio dei ministri. Un cambiamento quasi epocale per una legge attesa da oltre dieci anni, pensata ascoltando tutte le categorie professionali del settore con fior di tavoli tecnici e incontri. Obiettivo primario, risolvere
il fenomeno dilagante e incancrenito degli irregolari. I numeri danno la misura della professione. Al momento sono circa 27mila le guide abilitate (nel 2019 se ne contavano 25mila). Difficile calcolare il
sottobosco degli abusivi, ma secondo il ministero del Turismo un caso emblematico è quello
di Roma: su tremila guide abilitate (delle quali non oltre duemila attive) si possono contare
fino a circa 500 abusivi attivi, che in parte operano e “adescano” clienti attraverso le piattaforme
web. Soprattutto nelle aree del Colosseo e dei Musei Vaticani. Nel dettaglio, le nuove misure
definiscono i contorni della professione.

LE NOVITÀ
Nasce un elenco nazionale delle guide turistiche: l’iscrizione è la «condizione necessaria per svolgere l’attività di guida turistica». Da questa sono esclusi coloro che lavorano su base temporanea e occasionale o coloro che svolgono visite straordinarie e gratuite presso siti non qualificabili come istituti e luoghi della cultura. Per diventare guide e accedere all’albo nazionale bisogna superare un esame di abilitazione Nazionale indetto dal ministero del Turisp) o con cadenza almeno annuale, consistente in una prova
scritta, una orale e una tecnico-pratica. Ancora, il disegno di legge prevede l’attribuzione di uno specifico “codice Ateco”, da parte dell’Istat, per definire una specifica classificazione delle attività inerenti alla professione di guida turistica. Infine, le guide turistiche possono conseguire ulteriori specializzazioni tematiche e territoriali e hanno l’obbligo dell’aggiornamento professionale. Come tutte le categorie
professionali. Soddisfatto il ministro del Turismo Daniela Santanchè: «Con le misure di oggi diamo
vita a una vera e propria rivoluzione nel turismo, che finalmente potrà avere, per la prima volta nella storia della Nazione, un piano frutto di una visione industriale che verrà attuato in stretto rapporto con le
Regioni. Una rivoluzione che passa anche per la riforma delle guide turistiche approvata nel Consiglio dei ministri che, attesa da oltre dieci anni, è frutto di una concertazione proficua ed efficace con le parti interessate».

I RISCHI DI INTERNET
I punti chiave della nuova norma, dunque, sono l’albo nazionale, norme precise su chi può esercitare e chi no e un buon impianto sanzionatorio. Tutti strumenti essenziali per combattere l’abusivismo. «Da questo
punto di vista l’albo nazionale e il patentino unico sono fondamentali – commentano dall’Associazione delle Guide turistiche abilitate – perché attualmente fare i controlli è oggettivamente difficile, con decine di patentini diversi e addirittura qualche regione senza l’elenco delle guide. Anche le norme relative agli abusivi su internet sono importanti, perché adesso non abbiamo le armi legali per contrastarli».
Tema non da poco l’abusivismo. Insieme alla riforma della guida turistica, resta anche il nodo dei controlli: «L’abusivismo va combattuto, infatti, anche sul campo da chi è preposto a farlo – riflettono le associazioni di categoria – Sarà compito soprattutto delle Polizie locali e delle varie Forze dell’Ordine a seconda delle relative competenze fermare gli abusivi e sanzionarli: serve la volontà e serve più personale. E su questo speriamo che i Comuni più interessati si muovano».

Laura Larcan, Il Messaggero – 18 luglio 2023

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