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Il sindaco domani in Bolognina. L’avviso dei commercianti: «Venga qui con delle proposte»

La portavoce del comitato, Bentivogli: «Non ci serve uno sfogatoio, ma una caserma nuova. Spaccio, borseggi sui bus, timori diffusi: se continua così ripartiamo con le ’ronde’»

«Il tempo dedicato all’ascolto è finito. Ora servono fatti». Simona Bentivogli, presidentessa del comitato ’Progetto Bolognina che raggruppa una quarantina di attività commerciali delle zona, alla vigilia dell’arrivo di sindaco e giunta nel quartiere, ringrazia Matteo Lepore per l’incontro, ma avverte: «Non ci accontentiamo di un semplice sfogatoio. Ormai è tardi. Il primo cittadino ci presenti un pacchetto di proposte specifiche. Non vorremmo rimettere in campo le cosiddette ’ronde’…». Tra i problemi più grossi, certo, c’è lo spaccio, «ma ormai sono dieci anni che la situazione è degenerata e c’è un’insicurezza diffusa», spiega Bentivogli che vive nel quartiere e in via Matteotti è titolare di un negozio di ottica. Lo dice con il tono pacato ma fermo, di chi in Bolognina ci vive e lavora da sempre, e che ha già incontrato sindaci, candidati sindaci, assessori, forze dell’ordine. Di chi, con i commercianti, organizzò le famose ’ronde’ a cui partecipò «per rendersi conto della situazione», lo stesso Lepore quand’era assessore al Commercio della giunta Merola. «Lepore le cose le sa. Le ha viste con i suoi occhi. E si prese paura… Oggi le cose non si sono risolte. Allora le cosiddette ronde, che erano poi passeggiate serali di commercianti per monitorare la situazione, avevano ottenuto risultati. Non escludo che arriveremo di nuovo lì», dice la presidentessa di ’Progetto Bolognina’.

Spaccio e insicurezza diffusa, ormai, sono una costante. Da qui, il comitato (e il quartiere) ha le idee chiare: serve un presidio di forze dell’ordine, dopo la chiusura della caserma di via Barbieri. «Ci avevano promesso, comunque, più personale in zona. Ma Il comandante dei carabinieri della stazione Navile, Nicola Patti, è ancora lì che aspetta. Non possiamo più attendere: serve una nuova caserma», fa notare Bentivogli. O, in alternativa, potrebbero andar bene anche presidi mobili di forze dell’ordine in alcuni punti strategici come piazza dell’Unità. Ma non solo. Per ’Progetto Bolognina’ anche la vendita di alcolici in vetro peggiora la situazione, visto che durante le risse, le bottiglie diventano un’arma. Poi c’è il problema dei borseggi sul bus: si sa che qui da noi ci sono fermate ’calde’. Qualcosa, in realtà, si è ottenuto nell’ultimo anno, ammette Bentivogli. «Il questore Isabella Fusiello venne in Bolognina nel luglio scorso. E, in collaborazione con Ascom, riuscimmo a ottenere delle squadra a piedi». Ma anche le squadre non sono state risolutive. «Dopo tutti questi anni di lassismo, molti qui non hanno più paura della divisa. Certo, aiutano i residenti ad avere meno paura, ma qui serve molto di più», insiste. Di iniziative, a parte le ronde, ne sono state fatte tante, come un numero whatsapp da girare a residenti e cittadini per segnalare casi critici, ad esempio, ma anche quello alla fine non funzionò. E non se ne fece più nulla. «Da allora sono continuati i tavoli della sicurezza, gli incontri, amministratori che ci chiedevano di raccontare per l’ennesima volta la situazione. Forse oggi va un po’ meglio, perché c’è maggiore collaborazione rispetto ad anni fa, ma siamo comunque esausti di parlare mentre nessuno risolve i problemi», insiste Bentivogli. Nemmeno l’ultimo blitz in Bolognina a caccia di covi dei pusher e il sequestro della cantine usate dagli spacciatori è sufficiente: «Mi pare che si tiri su la sabbia, con le dita delle mani aperte… », continua la presidentessa del comitato. Che fa un appello al sindaco che domani sarà in Bolognina: «Non possiamo barricarci dentro le nostre case e i nostri negozi per stare tranquilli. Né temere tutte le mattina di trovarci l’auto parcheggiata fuori spaccata… Se esistono delle regole, queste vanno fatte rispettare». 

Infine, c’è spazio anche per il rammarico di una festa di strada negata. «La volevamo fare in via Matteotti, ma non ci hanno dato il permesso perché – ci hanno detto – crea disagio. Ma il Pride, invece? Mi sa che si usano due pesi e due misure…», conclude Bentivogli. Che, oggi, tra l’altro condividerà una nota del comitato ’Progetto Bolognina’ sui social, per chiedere all’amministrazione «di agire al più presto». 

Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino -16 luglio 2023

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