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Appennino, maxi-piano di sviluppo. «Spendere bene i fondi del Pnrr»

Dal centro di ricerca Enea Brasimone alla rigenerazione dell’ex Cartiera, pioggia di contributi in arrivo

È stato presentato ieri mattina il nuovo programma di sviluppo sostenibile per la montagna. Sistema Appennino, il nome del progetto illustrato dal sindaco metropolitano Matteo Lepore e da Maurizio Fabbri, delegato alle Politiche per l’Appennino bolognese.

Il programma, il primo previsto per l’Appennino, ha l’obiettivo di promuovere una visione condivisa delle comunità e del loro futuro, e un modello di governo che unisca tutti i territori. Il progetto si caratterizza con cinque priorità strategiche: dalla valorizzazione e dal mantenimento in modo particolare degli insediamenti economici e produttivi, a sostenibilità ambientale e sviluppo ecologico, passando per cultura, salute e welfare.

«Per noi è importante lanciare il messaggio che l’Appennino è un insediamento industriale. Patrimonio sociale, economico e culturale – ha spiegato Lepore durate la presentazione del progetto –. La nostra montagna è un luogo dove si può lavorare, rendendolo più connesso e sostenibile. Con un turismo che è stato in grado di crescere anche durante la pandemia». 

L’anno prossimo si avvieranno anche i progetti da 23,2 milioni di euro di rigenerazione dei piccoli borghi storici, con la valorizzazione di Campolo, La Scola, Camugnano e Monteacuto delle Alpi. Inoltre, partono i progetti del Piano urbano integrato per la conoscenza e la ricerca: 22 milioni di euro per il Centro di ricerca Enea Brasimone e la rigenerazione dell’ex Cartiera a Lama di Reno.

«Quando parliamo di città della conoscenza, non parliamo soltanto di Tecnopolo, ma anche del distretto di Imola, dell’ex Cartiera Burgo e del Brasimone», ha ribadito Lepore. 

Fondamentali i fondi che il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) porterà nei 23 comuni dell’Appennino: oltre 120 milioni di euro. Nonostante ciò, «non siamo ricchissimi, stiamo recuperando il terreno perso negli anni», ci ha tenuto a precisare Maurizio Fabbri, che ha tenuto le fila del programma, approvato in Consiglio e condiviso da tutti i sindaci della montagna. Non è dunque da sottovalutare l’importanza strategica dell’Appennino, tanto che Bologna ha scelto di rinunciare a una parte dei finanziamenti assegnati sulle Agende trasformative urbane per lo sviluppo sostenibile (Atuss) a favore dei Comuni metropolitani inseriti nelle Strategie territoriali per le aree montane e interne (Stami).

«Il programma arriva dopo un anno straordinario – ha concluso Fabbri – perché nel 2022 solo dal Pnrr e solo per gli undici comuni dell’Unione Appennino bolognese sono arrivati 65 milioni di euro».

Il programma sarà rinnovato periodicamente, in modo da mantenere il passo con gli sviluppi collegati agli investimenti del Pnrr e alla Programmazione 2021-2027. Il primo aggiornamento è previsto per dicembre 2023. 

Marta Baldi, Il Resto del Carlino – 16 dicembre 2022

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