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L’appello di Confcommercio: «Il caro-bollette ci soffoca. Ora più crediti d’imposta»

Per il presidente Sangalli i costi energetici hanno un impatto negativo sui consumi: «Continuità dei sostegni nelle politiche pubbliche per scongiurare l’avvitamento della crisi»

Presidente Sangalli, qual è l’Agenda delle vostre imprese per il governo, alla vigilia del varo della manovra? 

«Serve innanzitutto la continuità dei sostegni nelle politiche pubbliche per scongiurare l’avvitamento della crisi – avvisa Carlo Sangalli, numero uno di Confcommercio –. Pesa l’impatto della crisi energetica che, traducendosi in impulsi diffusi sui prezzi di beni e servizi, intacca il potere d’acquisto del reddito e, soprattutto, della ricchezza liquida. Le conseguenze sui consumi sono pesanti e sono quelle che stanno innescando il processo recessivo. Non dobbiamo, però, rassegnarci a uno scenario declinante». 

Con quali e quante risorse è possibile contrastare questo rischio? 

«Possiamo fare conto su una previsione di mobilitazione di risorse a contrasto del caro-energia e a sostegno di famiglie e imprese per circa 9 miliardi di euro in questo scorcio finale del 2022 e di circa 21 miliardi nel prossimo anno. Ma sappiamo fin d’ora che il rinnovo dei provvedimenti in scadenza (oneri di sistema, sconto carburanti, crediti d’imposta per le imprese, bonus sociale) richiede, per il solo primo trimestre 2023, circa 20 miliardi di euro».

Dunque, margini risicati?

«Margini stretti, certo. Tanto più alla luce del crescente costo del servizio del debito pubblico. Ma va fatto ogni sforzo, va ottimizzato ogni intervento: in Europa e nel nostro Paese. In Europa, per uno strumento di debito comune. Nel nostro Paese, con una rivisitazione complessiva della spesa pubblica: dal reddito di cittadinanza agli incentivi alle imprese, giusto per fare qualche esempio». 

In quale direzione, in concreto, vanno indirizzati i fondi?

«I crediti d’imposta volti a temperare gli impatti del caro-elettricità e del caro-gas a carico delle imprese vanno potenziati ed estesi temporalmente. E occorre dare continuità alle riduzioni dell’accisa sui carburanti e dell’Iva sul gas e sul metano per autotrazione, e agli interventi di annullamento degli oneri generali di sistema. Per le piccole imprese, vanno poi prorogati ulteriormente, almeno fino a tutto il 2023, i termini per la fine della tutela di prezzo nel mercato al dettaglio dell’energia elettrica. Anche per gli interventi specifici in favore degli operatori professionali del trasporto, servono continuità e potenziamento. Ma non va trascurato il problema della liquidità». 

Che cosa serve, nello specifico?

«Il rafforzamento degli strumenti di garanzia e il rinnovo delle moratorie creditizie sono anch’esse misure decisive per fronteggiare le conseguenze del caro energia a carico delle imprese, supportandone le esigenze di liquidità e contenendo gli impatti finanziari. Sono temi su cui va intensificato il confronto in sede europea». 

Sul piano più strutturale, un altro dei capitoli caldi è quello fiscale. Quali interventi sollecitate?

 «Sul versante fiscale, segnaliamo, in particolare, l’esigenza di attivare una procedura speciale che – su istanza dei contribuenti interessati agli enti impositori – consenta di rateizzare il debito fiscale complessivo in un congruo arco temporale pluriennale. Rammentiamo, ancora, l’importanza di interventi in materia di riduzione delle aliquote Iva gravanti sui beni di largo e generale consumo. E va certamente bene l’ipotizzata estensione della cedolare secca alle locazioni commerciali. Ne va condiviso il beneficio tra locatore e conduttore, anche in un’ottica di impulso ai processi di rigenerazione urbana».

di Claudia Marin, il Resto del Carlino, 21 novembre 2022

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