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Da Porretta il soul conquista tutta la Valle

Torna la rassegna in edizione estiva: grandi concerti e ospiti d’eccezione fino a domenica. Inoltre, eventi collaterali e specialità di street food

Il popolo del rhythm & blues celebra il ritorno del Porretta Soul Festival alla sua dimora naturale, il Rufus Thomas Park, e alla sua veste stagionale tipica, dal 21 al 24 luglio 2022. Vi troveranno posto almeno duecento artisti, tra la sede principale e gli eventi collaterali del programma The Valley of Soul, previsti sulla dorsale appenninica tra Bologna e Pistoia e nelle piazze e luoghi limitrofi al festival vero e proprio. È difficile tenere il conto dei record quando si parla della rassegna allestita ogni anno, dal 1988, da Graziano Uliani nel nome di Otis Redding e della Sweet Soul Music.

Il visionario patron ha mantenuto la barra dritta, e non si è fermato neppure nei periodi peggiori della pandemia. Nel 2020 la kermesse è stata rimpiazzata da un’operazione pubblica di rinnovamento del centro, con la realizzazione di una serie di murales in tema black music; l’anno seguente si è invece svolta a dicembre, in forma contenuta, patendo assenze persino all’ultimo minuto. Stavolta Uliani intende ripartire a gonfie vele. Con il ripristino del gemellaggio con il Maspalomas Costa Canaria Soul Festival, il Porretta Soul riprende pure la vocazione balneare e veleggia in pieno Oceano Atlantico, diretto verso l’isola di Gran Canaria. Toccando un tasto più malinconico, l’annuale riconoscimento Sweet Soul Music Award verrà conferito, alla memoria, a Michele Manzotti, il giornalista fiorentino recentemente scomparso, responsabile del Popolo del Blues e anima della comunicazione del festival. La serata di apertura sarà dedicata a James Brown a cura di Fred Wesley & The New JB’s e, accompagnata dalla lanciatissima Italian Royal Family, Martha High, fedele corista del Godfather per 35 anni. Dalla California timbra il cartellino l’ormai irremovibile Anthony Paule Soul Orchestra; partecipa alla trasferta anche il vocalist Larry Batiste, direttore musicale dei Grammy. Tra gli ospiti in esclusiva europea John Ellison, responsabile di una hit – Some Kind Of Wonderful – incisa almeno in 72 versioni. Molte le riconferme a furor di popolo, comprese quelle di Chick Rodgers e Ernie Johnson. Inoltre Mitch Woods, fuoriclasse del piano boogie, il chitarrista e bandleader Luca Giordano in compagnia del groove raffinato di Leon Beal, e poi il soulman del Burundi J.P. Bimeni che, insieme agli spagnoli Black Belts, rinnova in senso cosmopolita la lettera e lo spirito del soul classico dell’era dei Diritti Civili. Si tratta invece della prima volta per Larry Springfield

Poi, due reduci dell’edizione invernale del 2021: Terrie Odabi e Curtis Salgado. Tra le iniziative secondarie, ricordiamo lo Street Food Village e la rotazione di concerti gratuiti di blues-con-ritmo dalle 11 del mattino al Rufus Thomas Cafe Stage, nella centralissima piazza della Libertà. Guai, infine, a tralasciare l’aspetto cerimoniale della musica dell’anima: Selassie Burke, uno dei ventuno figli di Solomon, eseguirà alcuni brani del padre sul Solomon Burke Bridge. Già, perché la toponomastica della cittadina, oltre al parco dedicato a Rufus Thomas comprende una via Otis Redding e un ponte dedicato a Solomon Burke. Figuriamoci, sento già dire gli increduli, e perché non un vicolo intitolato a Sam Cooke? Tranquilli, è stato certificato anche quello, con tanto di murale dipinto da Alice Palmieri.

Edoardo Fassio, Il Resto del Carlino – 21 luglio 2022

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