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Valentina Orioli «Ecco la Ztl verde. Non è una tassa, serve equilibrio»

L’assessora: «Perché si pagherà per entrare in città? Dobbiamo migliorare l’utilizzo dello spazio pubblico»

«Stiamo lavorando su un documento di indirizzo e sì, le ipotesi sono quelle, anche se è prematuro parlare di cifre e numeri. Però non imporremo nulla ai bolognesi, ci sarà un percorso di condivisione e non è una crociata contro le auto». Ci tiene a sgomberare il campo dalle incomprensioni Valentina Orioli, assessora alla ‘Nuova mobilità’ e alla cura dello spazio pubblico di Palazzo d’Accursio. Se di svolta si vuole parlare, bisogna entrare in un’ottica: per il Comune serve un riequilibrio dell’utilizzo della città da parte dell’utenza della strada. Sicuramente un approccio politico, sistemico, che parte da un presupposto: la transizione ecologica dev’essere quella vera. E mentre una parte di Bologna sbraita e fa partire petizioni contro la riforma, il Comune non arretra: la futura Area Verde del Comune sarà probabilmente a pagamento, come anticipato ieri dal Carlino. Le modalità andranno studiate, intanto bisogna ricordare la cornice. «Dobbiamo ricordare che in questo mandato cercheremo di mettere a terra sulla mobilità un atteggiamento integrato: pedonalità scolastiche, ‘città 30’, potenziamento del servizio ferroviario metropolitano, investimenti sullo sharing che stiamo studiando e il tram, che è in arrivo», spiega l’assessora Orioli.

Ma perché farete pagare l’ingresso in città a tutti, anche ai residenti?

«Quella dell’Area Verde è una visione che cambia tutta la mentalità. Provvedimenti di questo tipo sono già stati adottati in altre città italiane e straniere, li stiamo analizzando. Il Piano urbano della mobilità sostenibile c’è dal 2019, certi principi sono chiari. Noi però, a differenza del precedente mandato, non ci limiteremo soltanto all’aspetto trasportistico della svolta, ma punteremo a una transizione ecologica anche dai risvolti sociali».

Che vuol dire?

«Stiamo riflettendo su nuove forme di equilibrio della mobilità, è una dimensione anche politica: cambiare il modo di muoversi in città è anche una svolta di tipo culturale».

Ma torniamo sul punto: perché servirà un abbonamento?

«Le tariffe contenute nel documento di indirizzo, che è un testo di lavoro, oggi sono soltanto orientative, ci servono per capire la dimensione delle cose. All’orizzonte non abbiamo nessuna imposizione, ma c’è invece l’idea di condividere con la città una nuova impostazione della mobilità, da varare entro la fine di questo mandato, che sostenga le fasce più deboli».

La prima obiezione: tra i veicoli esentati dal pagare ci sarebbero ibridi ed elettrici. Chi fa parte di fasce di reddito più basse verrebbe sicuramente penalizzato, non potendo tra le altre cose nemmeno cambiare l’auto. Che si fa?

«Sia chiaro: non vogliamo punire nessuno, ma rendere più agevole la mobilità cittadina. Daremo forme di sostegno alle fasce più disagiate».

Come?

«Non possiamo ancora definirlo ora, ma lo faremo. Vede, il provvedimento di cui parliamo andrà sviluppato rendendo più efficace il trasporto pubblico».

Darete sconti su tram e bus?

«Vedremo, non possiamo agire soltanto su una leva di tipo ambientale, ci potranno essere provvedimenti di natura diversa. Gli introiti degli abbonamenti andrebbero reinvestiti sulle politiche di nuova mobilità».

Sui social sta montando la protesta: ‘è una crociata sulle auto’, ‘vogliono tassare i residenti’, dicono alcuni.

«Lavoriamo su delle ipotesi che dovranno essere messe in relazione con altri provvedimenti. Ma lo ribadisco, si tratta di una riflessione politica per trovare un equilibrio a tutti gli aspetti della transizione ecologica. Non vogliamo mettere delle tasse per chi deve andare a lavorare, né vogliamo colpire i meno abbienti. Anzi, è tutto il contrario. Quando abbiamo recentemente modificato lo statuto del Comune abbiamo inserito il principio della ‘transizione ecologica giusta’. Così faremo, non lasceremo indietro nessuno. E sulla ’crociata’ faccio notare che anche le auto beneficeranno, nel caso, di un migliore equilibrio tra utenti della strada nell’utilizzo dello spazio pubblico».

Chi arriverà da fuori città per lavorare a Bologna potrebbe riscontare delle difficoltà con questa stretta sulle auto.

«L’ipotesi è che tutto questo sistema possa tenersi in equilibrio con un rafforzamento del trasporto pubblico, dobbiamo dare alternative all’auto».

Che tempi ci sono?

«Riparleremo degli indirizzi in autunno, quando andremo a una condivisione più ampia di questa manovra. Ci sarà un percorso di condivisione con la cittadinanza, l’obiettivo è di varare l’Area Verde entro il mandato, quindi entro il 2026».

Che Bologna vede nel 2030?

«La mobilità si deve sostenere nel suo insieme, spero di riuscire, anche prima, a rendere questa città più vivibile, con uno spazio pubblico più sicuro, più ‘lento’ e più fruibile per tutti. È il tema della ‘città 30’ dove tutti gli utenti imparano a coesistere, anche in favore degli aspetti ambientali. Si fa già ovunque».

Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 20 luglio 2022

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