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Sos lavoro, boom di curricula

«Ma c’è un problema di assunzioni». II bilancio del progetto di Ascom: in cinque mesi 1.190 domande per circa mille posti disponibili. Finora perfezionati 96 contratti. Tonelli: «Adesso dobbiamo fare riscoprire la gioia del lavoro» 

«La situazione è grave. Non è vero che non c’è lavoro, semplicemente la gente ha perso la motivazione». Giancarlo Tonelli, direttore generale di Ascom, non usa mezze misure. Numeri alla mano ci mostra quelli che sono i primi dati del progetto ‘Sos lavoro’ ideato da Ascom per incrociare l’offerta delle aziende in cerca di personale con la domanda di chi, invece, è alla ricerca un impiego. A partire dallo scorso febbraio Ascom aveva individuato, tra le 16mila aziende associate su tutto il territorio della città metropolitana, ben mille posti di lavoro. Dopo cinque mesi soltanto 96 candidati sono stati assunti. E questo a fronte di oltre 1.190 curricula che erano stati raccolti dalla stessa associazione. L’idea era nata dopo la pandemia. quando nel mondo del commercio ci si era resi conto che in città mancavano un migliaio di addetti: negli hotel, nei bar, nei bistrot, nei ristoranti. Ma anche nei concessionari auto e nelle case di cura. Una tendenza, quella della mancanza di manodopera, confermata poi da una ricerca della Camera di commercio che ha stimato in quasi 12mila le figure difficili da reperire in tutti i settori nel nostro territorio.

Ma allora perché così poche assunzioni per così tanti posti di lavoro? Da un lato le aziende non hanno riscontrato, tra i vari curricula, gli standard richiesti. Dall’altro in molti hanno rifiutato l’offerta per diversi motivi: orari, retribuzione, disponibilità, luogo di lavoro. «A quanto pare il lavoro non manca e molto spesso il problema non sono le aziende che non assumono, ma le persone che non accettano», ricalca Tonelli. Poi aggiunge: «C’è una difficoltà oggettiva, i cittadini sono usciti dalla pandemia in un contesto in cui hanno perso la motivazione al lavoro. Per questo sarebbe giusto cambiare approccio e creare altre possibilità. 196 posti non sono tanti, ma sono comunque un primo traguardo che può darci delle speranze». Ma non sarebbe solo un discorso di motivazione, perché dietro a questo ‘assenteismo’ potrebbe nascondersi anche lo spettro del Reddito di cittadinanza: «C’entra anche questo tipo di sostegno, ma sarebbe sbagliato imputargli tutta la responsabilità perché è solo uno dei tanti fattori – precisa Enrico Postacchini, il presidente di Ascom -. Un tempo erano tanti i giovani che cercavano un primo impiego per cominciare a lavorare e guadagnare qualcosa, ma anche per iniziare semplicemente un percorso lavorativo».

Tuttavia Ascom e Tonelli di gettare la spugna non ne vogliono sapere. E ora all’obiettivo di favorire l’occupazione si è aggiunta una nuova finalità, ancora più complessa: «Dobbiamo far riscoprire la gioia per il lavoro. In questo momento abbiamo il problema di ricreare le condizioni per le quali un giovane entri nel primo impiego e successivamente veda in un suo percorso di crescita la possibilità di passare da dipendente a imprenditore e mettersi così in proprio».

Marco Santangelo, Il Resto del Carlino – 15 luglio 2022

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