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Case di riposo a rischio «I costi sono troppo alti»

Gianluigi Pirazzoli, presidente regionale di Anaste, lancia l’allarme: «Le spese sono alle stelle e le tariffe delle convenzioni ferme da dieci anni»

Case di riposo con costi ormai insostenibili causati dagli aumenti energetici, ma anche dall’esigenza di avere personale sempre più specializzato, mentre le tariffe (si tratta di strutture convenzionate) sono ferme da dieci anni. A lanciare l’allarme sulla tenuta di molte residenze è Gianluigi Pirazzoli, presidente regionale e vicepresidente nazione di Anaste (associazione che raggruppa le strutture territoriali per la terza età). Solo nel Bolognese, le case di riposo che aderiscono ad Anaste ospitano oltre 1.500 anziani (più di 2.500 nell’intera regione, all’interno di 40 strutture).«L’energia, lo vediamo tutti, è alle stelle, la manutenzione dei fabbricati ha costi notevoli, senza contare quelli relativi al personale specializzato di cui c’è sempre più necessità – spiega Pirazzoli –. Noi stiamo registrando un venti per cento in più su tutti i costi, salvo quelli energetici dove, invece, il balzo è stato del 200 per cento». Il presidente fa poi notare come siano aumentati, negli ultimi anni, gli anziani che hanno bisogno di strutture che li ospitino a causa delle gravi patologie, difficilmente gestibili dai familiari e, in conseguenza a ciò, del bisogno che all’interno delle strutture vi siano fisioterapisti, persone specializzate in riabilitazione, infermieri, questi ultimi quasi introvabili. «Molto del personale infermieristico è passato nel settore pubblico perché li pagano meglio – sottolinea Pirazzoli – e noi non possiamo perché i contratti che abbiamo in essere sono fermi da dieci anni, non abbiamo recepito nemmeno gli aumenti inflazionistici. A queste condizioni ci sono strutture che non ce la faranno». Il grido di allarme è arrivato fino a Roma: «Il problema è di carattere non solo regionale, ma nazionale. Alla fine di marzo come Anaste, insieme a Uneba, Agespi, Aiop Ansdipp Confocooperative e altre associazioni, abbiamo inviato una lettera al presidente del Consiglio Draghi e al ministro della Salute Speranza, chiedendo interventi urgenti e misure specifiche nel Pnrr, indispensabili per continuare a offrire cure e assistenza sociosanitaria. Sembra che qualcosa si stia muovendo ma siamo in attesa di misure concrete – precisa il presidente –. Intanto quello che chiediamo è un tavolo tecnico con l’assessorato alla Salute della Regione perché l’accreditamento scade alla fine di quest’anno ed è necessario creare un nuovo modello di welfare perché i bisogni sono cambiati». Pirazzoli spiega perché c’è necessità di uno sguardo ampio e aggiornato: «Sono aumentate moltissimo le persone che sono sole, non hanno familiari che li possono aiutare in nessun modo. Chi li assisterà nel momento del bisogno?».

Monica Raschi, Il Resto del Carlino -14 aprile 2022
Pierluigi Pirazzoli

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