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Caro-bollette, fondi a rischio per Bologna

Le imprese lanciano l’allarme. Giancarlo Tonelli, direttore di Confcommercio Ascom, si unisce al grido di dolore dei Comuni. «Preoccupatissimi per quanto sta accadendo»

Il caro bollette rischia di mettere in ginocchio i Comuni. Un grido di dolore, come raccontato ieri dal Carlino, che si traduce in diversi milioni di euro in più da sborsare. Solo a Bologna, ad esempio, la stangata è quantificata in circa 15 milioni di euro di rincari. Ma oltre al danno, rischia di esserci la beffa. Perché il Dl energia licenziato da Roma e che mette in campo 250 milioni di euro di aiuti, rischia di tagliare fuori molti Comuni, di grandi e piccole dimensioni, che hanno affidato la concessione integrata degli impianti termici ed elettrici degli edifici a soggetti esterni. 

Tra questi, c’è anche Bologna mentre in provincia, Pieve di Cento e Galliera, come confermato dall’assessore al Bilancio di Galliera, Diego Baccilieri. Un problema che andrebbe a penalizzare ulteriormente gli enti locali, come sottolineato dal deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, che sul tema e sui contributi del governo per il caro-energia ha presentato un’interrogazione parlamentare. 

«I contributi – dice Bignami – sono scarsi, considerando che per il riparto del fondo non si prevede un riferimento specifico all’aumento della spesa per le bollette, ma solo la relazione con i dati Siope, che, come noto, sono dati di cassa (pagamenti)». Il fondo nazionale, infatti, prevede 200 milioni per i Comuni, 50 per città metropolitane e province, a fronte di bollette di luce e gas per il 2021 (quindi prima dell’avvento della guerra in Ucraina) per oltre 2 miliardi di euro. In pratica, «il ristoro di Roma per gli enti locali rappresenterebbe meno del 10 per cento della spesa sostenuta l’anno scorso», insiste Bignami.

E, oltre a questo, la richiesta è di far rientrare nel riparto dei fondi anche le spese dei municipi riferite ai canoni di concessione del servizio di gestione integrata degli impianti termici ed elettrici degli edifici, «perché in caso contrario il rischio è che molti Comuni restino scoperti», con una disparità evidente di trattamento. Nell’attesa di capire come il governo si muoverà in tal senso, c’è un altro problema sul tavolo: rivedere il Pnrr, visto il mutato contesto geopolitico e socieconomico. Un tema posto da Fratelli d’Italia in una risoluzione in vista del consiglio europeo, ma non accolto dal governo. 

Lo stesso governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha più volto posto il problema sia parlando di un «Recovery plan europeo per l’energia», sia rinnovando una pressante richiesta al governo sottolineando la stangata del caro-bollette. Che, per la sanità pubblica della nostra Regione, ha toccato la cifra monstre di 40-50 milioni in più.

A lanciare l’allarme sono anche le imprese, con Giancarlo Tonelli, direttore di Confcommercio Ascom, che si unisce al grido di dolore dei Comuni. «Siamo preoccupatissimi per quanto sta accadendo. Comprendiamo le ragioni dei sindaci della nostra città metropolitana. Le loro preoccupazioni sono anche le preoccupazioni del mondo delle imprese. Per questo – vista la situazione straordinaria – è necessario fare squadra per chiedere al governo provvedimenti straordinari e in tempi straordinari». L’aumento così significativo dei costi della luce e del gas, è un problema che riguarda le tante attività del territorio, considerando in primis «la minor crescita del Pil a livello nazionale che rischia di passare dal 4,7 per cento al 2,3 per cento oltre a un incremento del’inflazione», dice il direttore Ascom.

Tradotto: lo scenario economico immaginato rischia di cambiare rapidamente, «creando problemi occupazionali e sociali anche nel nostro territorio», incalza Tonelli. In un contesto di grande difficoltà per famiglie, enti locali, aziende, «serve che il governo cambi alcuni parametri e linee d’indirizzo. Per questo – fa appello Tonelli – serve una regia unica, affinché si agisca e in tempi rapidi». 

Il sindaco Matteo Lepore, intanto, ha lanciato gli Stati Generali dell’energia e sta lavorando con i parlamentari del territorio, i primi cittadini dell’area metropolitana, i sindacati e altre categorie. «Vogliamo dire la nostra su che cosa serve per rispondere alla situazione di crisi che ha colpito le nostre comunità. E sappiamo che occorre una risposta forte da parte del governo», ha detto Lepore l’altro giorno. Del resto sulla crisi energetica, già un incontro coi parlamentari del territorio è stato fatto e tra le proposte in campo è stata considerata anche quella di Bignami su un parco energetico da finanziare coi fondi del Pnrr.

di Rosalba Carbutti, il Resto del Carlino, 25 marzo 2022

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