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«Il mio hotel ristrutturato in emergenza. Ho puntato sulla ripartenza ed è arrivata»

Intervista a Alfonso Marra, titolare dell’albergo Porta San Mamolo

«Io investo dove vedo un futuro. E per il turismo a Bologna c’è di sicuro». Alfonso Marra è un ex manager. ha guidato varie aziende internazionali e poi a fine 2019 ha comprato l’albergo Porta San Mamolo. Con la pandemia, ha deciso di rinnovarlo completamente e ora sta raccogliendone i frutti: «Siamo sempre al completo. Ma il governo ha abbandonato il turismo a se stesso».

Com’è arrivato a Bologna?
«Sono arrivato nel 1982 dopo essermi laureato in economia a Siena, ho vissuto qui per 20 anni lavorando per il gruppo Swarovksi e poi ho girato parecchio, tra l’Austria, Roma e Milano, ma sempre tenendo Bologna come base. Fino all’anno scorso gestivo la Klopman, un’azienda internazionale con sede a Frosinone che produce tessuti tecnici. Però ho venduto le quote ai soci francesi e comprato questo albergo da mio cognato, che l’aveva da vent’anni, perché ci credo: è bello vivace, in centro ma in una corte, con tutte le camere che si affacciano sull’orangerie».

Ha scelto forse il momento sbagliato…
«Ho comprato a fine 2019, poi è scoppiato il Covid. L’anno scorso abbiamo aperto pochissimo, ma quando c’era la possibilità abbiamo deciso di farlo anche se in perdita, per mantenere il marchio vivo. Poi visto che la cosa andava per le lunghe ho deciso di sfruttare il momento e ho investito 1,5 milioni per ristrutturarlo completamente: abbiamo rifatto tutte le camere. la hall, le parti comuni, i tetti e gli impianti, passando così da un tre stelle superior a un quattro stelle. Siamo rimasti chiusi da metà dicembre a metà giugno, ma va bene così, gli investimenti si fanno sempre a medio-lungo termine, altrimenti sono speculazioni».

In che senso?
«Bisogna sempre guardare avanti almeno a 10-15 anni: io ho ristrutturato l’albergo non per il 2022 ma per affrontare i prossimi vent’anni, è sempre stata la linea guida dei miei investimenti».

Il turismo qui è promettente?
«Sono sempre stato abbastanza curioso, ho investimenti in start up attraverso un fondo di venture capital, non sono monotematico, investo nei settori che possono dare risultati nel medio-lungo termine, dove c’è una traiettoria di crescita».

Ma Il turismo qui è ripartito?
«Noi stiamo andando a gonfie vele, oltre le nostre previsioni. Siamo sempre al completo con commenti molto lusinghieri, stanno tornando anche gli stranieri. Francesi, olandesi, svedesi, da tutta Europa, e anche qualche gruppo di americani. Poi ora sono ripartite le fiere. Per fortuna, la prossima settimana c’è il Cersaie e siamo pieni».

Cosa prevedete?
«Il 2021 è un anno monco, abbiamo aperto a metà, ma nel 2022 contiamo di sfiorare il milione e mezzo di fatturato. Prima del Covid l’albergo aveva una media di occupazione camere all’87%, stiamo tornando a quel livello. Grazie a Dio poi il governo ha imposto il Green Pass a tutti i lavoratori, era ora. Il 2022 credo che sarà un anno di ritorno alla normalità, il segmento business è un po’ ridotto rispetto al passato, ma il turismo sta crescendo, c’è molta voglia di ripartire e Bologna offre tantissimo, contiamo anche sull’effetto Unesco. Credo che il peggio sia alle spalle e che il 2022 sarà un ottimo anno».

Ora sta assumendo?
«Sì, stiamo cercando 2-3 persone, tra cameriere, factotum, receptionist. Ma è molto difficile trovarli, forse la gente preferisce godersi la cassa integrazione o il Reddito di cittadinanza, non so».

Forse pagare di più le persone risolverebbe il problema, non crede?
«Io vedo in giro che sono tutti disperati come me. Poi certo, sento di persone pagate 500 euro al mese e non va bene, ma noi paghiamo sopra i minimi contrattuali, con straordinari, indennità di turno notturno e cosi via. Sono un imprenditore abituato ad avere centinaia di dipendenti, non cambio ora che gestisco un albergo».

È favorevole al Green Pass per i dipendenti?
«Assolutamente sì. Quando ho riaperto ho detto ai miei dipendenti che avrei voluto solo vaccinati, uno di loro non voleva farlo e si è licenziato. Lo rispetto, ma non mi posso permettere di fare ammalare un cliente o di fermare la struttura per un contagio. Piuttosto sarebbe servito il vaccino obbligatorio da subito».

Quindi bene il governo sul Green Pass?
«Abbiamo avuto pochi spiccioli, per turismo e alberghi non hanno fatto nulla, è una cosa assurda. Hanno lasciato le famiglie che gestiscono gli alberghi in Italia da sole. Io ho investito 1,5 milioni ma non riceverò indietro nulla. Il turismo, una delle industrie più importanti d’Italia, è stato abbandonato».

di Marco Bettazzi, La Repubblica Bologna, 20 settembre 2021


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