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Green pass, regole e polemiche. Poco personale e resta il nodo privacy

Vottero (Ristoratori Ascom): «I ristoranti con pochi tavoli riusciranno a fare i controlli, ma quelli con molti coperti che faranno?». Celso De Scrilli, presidente Federalberghi Bologna: «Manca un pezzo della normativa che ci riguarda»

Entra in vigore domani l’obbligo del Green pass, ma le attività a cui è richiesto il controllo del lasciapassare sono nel caos e si stanno districando tra nuove incombenze e regole non ancora delineate nei dettagli. Ma una cosa è abbastanza chiara: ristoranti, bar, strutture sportive o culturali (per ora) non sono in grado di assumere personale ad hoc per il controllo del pass e dei documenti d’identità. Faranno con chi possono e come possono. E intanto l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini fa un appello al governo: «Va tolta la quarantena a chi con il Green pass arriva dall’estero per partecipare a fiere ed eventi culturali, turistici e sportivi, perché a rischio ci sono appuntamenti importanti e già programmati che potremmo perdere per sempre con grave danno all’economia del territorio».

Il Comune di Bologna avverte i cittadini: da domani al cinema estivo in piazza Maggiore, anche se all’aperto, così come a tutti gli eventi del cartellone di Bologna Estate, si entrerà solo con il Green pass. Che verrà richiesto anche nei musei e nelle biblioteche comunali. Ma in queste ultime si potrà accedere senza pass per la sola restituzione del materiale preso in prestito che potrà essere lasciato all’ingresso. Il Green pass, in base alla normativa nazionale, non sarà invece richiesto per i minori di 12 anni e per le persone esenti sulla base di motivazioni mediche certificate.

Ma veniamo alle categorie a cui è richiesto il controllo del Green pass. In primis i ristoratori che temono fortemente ripercussioni nel momento in cui dovranno richiedere i documenti d’identità ai propri avventori. «Dobbiamo trasformarci in polizia comunale — lamenta Vincenzo Vottero, presidente dei ristoratori di Ascom Bologna — e fare quello che il governo non è stato in grado di fare fino adesso, cioè far rispettare le regole. Dovremo chiedere i documenti a persone che magari non vorranno esibirlo». Ma non sta tutto lì il problema, per lo chef. «I locali con pochi coperti riusciranno a gestire il controllo, ma quelli con molti coperti, i fast food o le mense come faranno? Come faranno a controllare capillarmente che un cliente che ha dichiarato di mangiare all’aperto poi non si sieda all’interno del locale? A queste strutture servirà del personale dedicato, ma nessuno, dopo un anno e mezzo di pandemia, può sostenere anche quel costo».

«E una situazione molto delicata — conferma Paolo Carati, presidente di Cna Bologna città e titolare del Caminetto d’Oro — che coinvolge la privacy e che andava almeno prima testata in alcune realtà per capire come declinarla nella pratica. Ci adegueremo, ma bisognava coinvolgere chi lavora nel settore per trovare soluzioni concrete».

C’è confusione anche tra gli albergatori, perché se negli hotel non serve esibire il Green pass all’arrivo, questo tecnicamente è necessario in bar, ristoranti, piscine e strutture termali. Quindi che faranno gli albergatori? «Non sappiamo che fare — dice Celso De Scrilli, presidente bolognese di Federalberghi —, manca un pezzo della normativa che ci riguarda. Il dubbio più grande riguarda le colazioni o quei clienti che hanno la mezza pensione o l’intera, soprattutto in strutture di montagna dove tendenzialmente si mangia al chiuso».

Navigano a vista anche i gestori di piscine e palestre. Che, come i ristoratori, scaricheranno l’app a loro dedicata, «VerificaC19», per controllare la validità del Qr code del Green pass dei clienti. «Ma poi — dice Monica Crovetti di Sogese — non è chiaro se dovremo controllare i documenti d’identità». Che è quasi il problema minore. «Abbiamo delle persone iscritte ai corsi fino a fine agosto, abbiamo gli habitué e i clienti occasionali — spiega Crovetti — e poi abbiamo piscine con la vasca all’aperto, altre con il solarium ma la vasca al coperto. Come potremo controllare che un cliente che ci ha detto che resterà all’aperto non vada poi a tuffarsi al coperto? Non siamo vigili urbani…Ci stiamo attrezzando, useremo l’app del ministero, ma come gestori abbiamo bisogno di spiegazioni più dettagliate e di tanti chiarimenti anche sulla responsabilità dei controlli, così come della grandissima collaborazione dei frequentatori. Sarà complicato e non possiamo permetterci personale in più. E cosa succederà quando inizieranno tutti i corsi a settembre?”.

Che è la stessa cosa che si chiede Fabio Casadio, segretario generale della Uisp Bologna che oltre alle piscine ha in gestione molte palestre. «Per ora — dice Casadio — abbiamo aperti solo i centri estivi, i corsi inizieranno in autunno. Siamo in fase di attesa di spiegazioni precise, perché sull’esibizione dei documenti d’identità c’è poca chiarezza. In questo momento ci sono solo molte interpretazioni che ci mettono in difficoltà, ma contiamo anche che il Green pass dia maggiori sicurezze a chi vuole usare le nostre strutture: sapere che tutti sono in regola forse frenerà meno i clienti, come invece è successo dopo i due lockdown».

Daniela Corneo, Corriere di Bologna – 5 agosto 2021

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