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Caffè al banco e cena al chiuso: oggi si parte

Vottero e Montaguti Fipe Confcommercio Ascom «In questo modo tornare al ristorante o al bar significherà riassaporare quella libertà che fino a oggi abbiamo sacrificato». Antonio Amura «Sempre ligi alle regole, non vediamo l’ora di ripartire»

Un ritorno alla normalità atteso per mesi e ora finalmente realtà. Gioiscono dopo il lungo incubo i ristoratori bolognesi, che da oggi possono riaprire anche al chiuso, dopo il via libera a dehors e tavolini all’aperto arrivato nelle scorse settimane. Un tassello che si inserisce nella ‘road map’ di riaperture messa a punto dal governo Draghi, che entro la fine del mese dovrebbe fare diventare concreto al 100 per cento il ritorno alla normalità tanto atteso. O quasi. A oggi difatti resta ancora il vincolo del coprifuoco alle 23, che sarà esteso a mezzanotte dal 7 giugno e soppresso definitivamente a partire dal 21, salvo precedenti passaggi della regione in zona ’bianca’. Le riaperture dei locali anche al chiuso d’altronde sono concesse nelle regioni in zona gialla: al momento tutta l’Italia, salvo Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Si continua a sperare, invece, in dati confortanti che potrebbero portare alla zona bianca anche l’Emilia-Romagna, situazione il cui il divieto di spostamento notturno non sussiste. «Poter riaccogliere i nostri clienti nei locali al chiuso è la notizia che stavamo aspettando e che finalmente è realtà – commentano Vincenzo Vottero e Mauro Montaguti, presidenti della Fipe-Confcommercio Ascom –. Sono stati mesi difficili, durante i quali ci siamo adattati a lavorare prima con l’asporto, poi solo all’aperto. Adesso si torna a fare sul serio e ai nostri clienti diciamo che finalmente si può bere un caffè al bancone o prenotare al ristorante senza avere paura che venga a piovere. Noi siamo aperti, pronti a servirvi con la massima attenzione ai protocolli».

Via libera infatti anche alle consumazioni al bancone: bentornato caffè al bar anche durante la pausa pranzo ‘volante’. «In questo modo tornare al ristorante o al bar significherà riassaporare quella libertà che fino a oggi abbiamo sacrificato. È un segnale importante, che va di pari passo con l’aumento degli immunizzati – concludono Vottero e Montaguti –. Anzi, come Fipe-Confcommercio Ascom lanciamo una proposta al governatore Stefano Bonaccini: si dia la priorità di vaccinazione agli operatori del settore dei pubblici esercizi, in questo modo si rilancerà davvero un turismo in sicurezza». Soddisfazione anche da parte di Confesercenti, con il direttore Loreno Rossi che parla di «un’altra buona notizia» per un settore fortemente colpito dalla pandemia e dalla crisi. Sulla stessa lunghezza d’onda Claudio Pazzaglia, direttore di Cna, che auspica anche un allentamento, quando possibile, di «vincoli complessi» come il limite di persone sedute al tavolo o, ovviamente, «l’abolizione del coprifuoco».

«Ho notato una grande passione e una voglia di lavorare incredibili tra gli operatori dei pubblici esercizi e del settore — conclude infine Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato —: dopo un periodo di grande sofferenza hanno saputo mettere in campo una creatività unica e straordinaria, operando prima soltanto con gli spazi esterni e ora, finalmente, anche nelle sale tradizionali. Sono i nostri eroi». Tra i ristoratori infine c’è anche chi sceglie la via della prudenza e continua a puntare sugli spazi all’aperto, preferendo non aprire ancora al servizio al chiuso «per sicurezza». La bella stagione fa il resto e chi può contare sui dehors sceglie di puntare su di loro. Più in generale, invece, c’è chi si aspetta maggiori indicazioni sul tema vaccini, in attesa di capire come gestire quei clienti che presenteranno il certificato.

«Siamo ‘carichi’ e non vediamo l’ora di ripartire». Non riaprirà già in giornata l’Antica Osteria Romagnola di via Rialto, da 43 anni sotto la guida di Antonio Amura, che si definisce «follemente innamorato del proprio locale e del proprio lavoro». Il titolare, associato alla Federazione ristoratori di Confcommercio Ascom, ha deciso di prendersi un giorno in più rispettando i tradizionali orari di chiusura e preparare al meglio la ripresa, dopo mesi davvero difficili. Che effetto fa poter tornare alla normalità?

«Abbiamo vissuto questo periodo con grande e preoccupazione, rendendoci sempre ben conto della situazione d’emergenza che abbiamo attraversato. Siamo stati ligi alle regole ogni giorno, prestando sempre attenzione a ciò che ci veniva detto, senza lamentarci. Ci siamo fidati e abbiamo atteso questo momento: finalmente è arrivato». Con dehors e tavoli esterni com’è andata? «Ci siamo messi la camicia più bella e abbiamo fatto l’unica cosa che vogliamo fare: lavorare. Anche con 6 o 7 tavoli appena». È dura? «Ci rendiamo conto del periodo terribile e non sindachiamo alcun tipo di scelta. Il momento vuole serietà e partecipazione. Noi ci siamo». Sperando che questa sia la svolta per recuperare le perdite dell’ultimo anno… «Speriamo davvero. Da parte mia sento di dire che l’intera categoria si è sempre comportata al meglio, nonostante un periodo particolarmente duro per noi ed economicamente molto stressante. Ora rialziamo la testa».

Francesco Moroni, Il Resto del Carlino – 1 giugno 2021
Vincenzo Vottero

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