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«Il vinile sta salvando la musica»

I negozi di dischi in pandemia: «Dai giovani una risposta incredibile». Ed ecco cosa ascoltano i bolognesi

La musica resiste in questi tempi pandemici. E non solo quella «leggerissima». Lo raccontano i proprietari di due negozi di dischi bolognesi, Semm in via Oberdan e Disco d’Oro in via Galliera – momentaneamente chiusi come ovunque in zona rossa – e lo ribadisce Massimo Mandrioli, proprietario del negozio virtuale Background-Vinyl: «è il vinile che fa andare bene il mercato, nonostante tutto».

E poi c’è il fattore generazionale, perché sono tanti i giovani che si stanno avvicinando al disco proprio da un anno a questa parte. «Nel 2020 la pandemia ci ha colti di sorpresa, non c’è stato preavviso – racconta Monia Piazzi di Semm – abbiamo chiuso due mesi e mezzo e non avevamo l’e-commerce perché faceva parte di progetti futuri e comunque l’acquisto in presenza è strettamente legato alla cultura del consumo musicale». «Quando abbiamo riaperto – prosegue, annunciando che l’e-commerce nascerà proprio a maggio –, nonostante gli italiani fossero diventati molto più abili con l’online, è stato incredibile, una vera sorpresa il ritorno in negozio… e non era scontato. C’è bisogno dell’esperienza in presenza per la musica, per l’ acquisto, la conoscenza, il confronto con noi che proponiamo, è stato un raccolto prezioso tra affetto e stima».

Poi il pubblico dei giovanissimi: era uno degli obiettivi di Semm quando aprì e quando la clientela era soprattutto adulta, con gusti ben definiti. «Adesso i ragazzi sono tanti –conclude Piazzi –, comprano vinile, nonostante siano abituati ad ascoltare le canzoni in digitale, e lo fanno anche aiutati dal bonus cultura che da tre anni circa è rivolto all’acquisto dei libri e della musica in supporto fisico… tra dischi e giradischi apprezzano il valore delle cose». Ma che cosa ascoltano i bolognesi in pandemia? Il pubblico più giovane di Semm apprezza molto, ad esempio, l’hip hop, ma anche la storia della musica, dai Pink Floyd ai Beatles e Venerus, artista milanese classe 1992. Al Disco d’Oro le notizie viaggiano sul filo di una certa positività «nonostante tutto».

«Siamo stati chiusi 70 giorni l’anno scorso– commenta Achille Franceschi – e naturalmente rispetto al 2019 c’è stato un calo. Ma una dei segni del calo è stato la mancanza del turismo soprattutto internazionale ma anche italiano, che per noi era un punto fermo, un 15 per cento della nostra clientela da quando siamo entrati tra i consigli della Lonely Planet tre anni fa… i vari festival, in particolare il Cinema Ritrovato, portavano tanta gente». Ma passa anche ai dati confortanti: «Nel periodo in cui siamo stati aperti, però, abbiamo lavorato incredibilmente di più dell’anno scorso perché il vinile è cresciuto tantissimo e la musica, mancando i concerti e gli eventi, è diventato un modo per rimanere collegato e concedersi un conforto, per di più escono tanti dischi perché gli artisti sono chiusi in casa come noi».

La chiosa a Massimo Mandrioli di Background-Vinyl, che acquista dai distributori: «Io compro quello che mi interessa dai distributori– spiega –, cercando di essere l’unico italiano ad avere determinate cose, soprattutto ristampe di alcune etichette, una di queste Minimal Wave, Dark Entries, City Slang ma i meccanismi per cui alcuni dischi vanno più di altri, per cui il valore sale o si abbassa, è sempre un mistero. Ma una cosa è certa, il vinile sta salvando il mercato, online o in negozio».

di Benedetta Cucci, il Resto del Carlino, 6 aprile 2021

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