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Cinquant’anni e tre generazioni di pane

Il forno Busoli di Castel Maggiore, a pochi passi dal municipio, taglia il traguardo del mezzo secolo ed entra nell’albo delle botteghe storiche

La tradizione non si ferma neanche durante una pandemia. Il panificio Busoli di Castel Maggiore ha festeggiato i 50 anni di attività. Fondata nel 1971 da Franco Busoli con la moglie Gabriella, questa bottega storica a pochi metri dal municipio non è mai stata chiusa un giorno in mezzo secolo. Dopo la morte del capostipite le redini dell’attività sono state prese dal figlio Idres Busoli con la moglie Germana, ma è attivo nell’attività anche il loro figlio Alessandro Busoli, che rappresenta quindi la terza generazione e il futuro della bottega storica. Poiché il panificio Busoli esercita l’attività da 50 anni nello stesso luogo, in via Matteotti 15 in centro a Castel Maggiore, ha i requisiti per chiedere di essere iscritto nell’Albo delle Botteghe Storiche dell’Emilia – Romagna.

La prima cittadina Belinda Gottardi si è complimentata per il traguardo raggiunto con la signora Germana: «Ora potranno chiedere di essere inseriti nell’albo – sottolinea il primo cittadino –. E’ importante farlo perché rappresenta un percorso di tutela, valorizzazione e promozione delle attività storiche, tradizionali e artigianali presenti nella nostra città. A questo albo sono collegate iniziative promozionali di alto profilo e durature nel tempo, come ad esempio, i volumi regionali fotografici sulle botteghe storiche, che illustrano e raccontano storie di negozi, botteghe e antichi mestieri, attraverso itinerari, fotografie, interviste e curiosità. Faremo di tutto per stimolare nuove candidature di altre botteghe storiche che sono realtà importanti del tessuto sociale, commerciale e produttivo del nostro territorio, beni da preservare a beneficio della città e dei cittadini».

Il sindaco Gottardi illustra le caratteristiche della bottega storica: «Il panificio Busoli ha saputo resistere con tenacia, conservando le caratteristiche architettoniche del locale, degli arredi tipici dei forni storici emiliani e rimanendo custode fedele della tradizione del fare il pane». «La forza di Castel Maggiore – conclude il sindaco – sta anche nella capacità di ciascuno di sentirsi parte attiva di qualcosa di più grande, la comunità. Il nostro dialogo con le attività del centro per dar loro sostegno non si è mai fermato. Anche in attività come il panificio, trovo l’anima di Castel Maggiore e la sua gente: l’impegno, la creatività e l’eccellenza nel lavoro, fondamentali per resistere nel tempo».

Matteo Radogna, Il Resto del Carlino 10 febbraio 2021

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