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Intervista a Celso De Scrilli: «Con il Natale blindato gli hotel muoiono»

Serve una moratoria su mutui e leasing fino a fine 2021.Poi Irap e accise da cancellare e Tari da dimezzare

TurisNo. La crisi innescata dal Covid-19 continua a martellare il comparto turistico. Ondata dopo ondata, i primi presidi del settore sul territorio quali gli alberghi sono sottoposti a un inabissamento economico, senza bombole d’ossigeno. Un allarme rosso come una zona, per cui non c’è Dpcm che possa stemperarne la gravità. Anzi. L’allarme resta rosso e «senza aiuti concreti, imprese e migliaia di posti di lavoro sono ad alto rischio», come afferma Celso De Scrilli, presidente di Federalberhi Bologna.

Presidente, quali sono i numeri della sofferenza?

«II crollo del fatturato rispetto al 2019 è dell’80%. Sul nostro territorio oggi sono rimasti aperti appena il 30% degli alberghi. Considerando tutta la filiera turistica, la ghigliottina pende pericolosamente su oltre 20mila posti di lavoro».

In questo scenario, come si posiziona l’imminente Dpcm se venissero confermate le restrizioni anche per Natale?

«A settembre avevamo assistito a una lieve ripresa. Moltissimi avevano investito nella speranza che per Natale si arrivasse a poter sfruttare in sicurezza il periodo, per chiudere al rialzo quest’anno disastroso. Così non sarà. Poiché sebbene molte strutture stiano ragionando su pacchetti destinati agli abitanti della Regione, il rischio che dal 20 dicembre gli spostamenti siano limitati al proprio comune anche in zona gialla rende qualsiasi invenzione fine a sé stessa».

Per il turismo business si può fare un discorso analogo?

«Quegli alberghi che ancora oggi a fatica restano aperti lavorano esclusivamente con i lavoratori. Nel periodo natalizio tradizionalmente questa fetta si assottiglia per motivi legati alle ferie. Perciò se il nuovo Dpcm dovesse essere approvato secondo le indiscrezioni, il rischio zero presenze è reale».

Zero presenze potrebbe dire anche zero alberghi aperti a Bologna? «Non credo si arriverà a tanto, me lo auguro. Chiudere un albergo non è come spegnere un interruttore. E poi gli alberghi sono un servizio pubblico, come a Bologna abbiamo dimostrato durante la prima ondata mettendo a disposizione le nostre strutture per l’emergenza».

Oggi a Bologna quali servizi sono ancora attivi a sostegno degli ospedali?

«Ci sono due alberghi Covid gestiti dall’Ausl e altre convenzioni stipulate con la Fondazione Sant’Orsola per ospitare i medici e il personale sanitario impegnato nei reparti che non se la senta di rientrare a casa per motivi di tutela nei confronti dei familiari».

Alzandoci di quota, con l’ormai certa chiusura degli impianti sciistici nonché degli hotel di montagna durante le festività, quali conseguenze vi attendete per l’Appennino?

«Mi pare una cosa assurda. All’aria aperta, con regole di distanziamento e strutture ricettive adeguate, non vedo il pericolo. Non sarebbe un tana libera tutti come dicono. Basterebbe fare i controlli adeguati. Se si è poi data la possibilità di lavorare agli hotel delle zone marittime, per quale motivo i colleghi della montagna devono morire di fame? Così si tagliano le gambe anche a quel segmento turistico che in estate aveva registrato i dati migliori».

Per il 2021, quali scenari si profilano?

«lo penso che sia verosimile parlare ancora di un -60% sul 2019, a causa delle ripercussioni di smart-working e del sentiment generale di timore a spostarsi, per il quale non possiamo fare stime su quando scomparirà. Non resta che fornire alle strutture ricettive gli strumenti giusti per affrontare la crisi e non ritrovarsi a fine pandemia con un domino di chiusure o peggio rilevazioni d’imprese da parte di dubbi personaggi».

Quali sarebbero questi strumenti?

«Anzitutto una moratoria su mutui e leasing fino a fine 2021. Poi la cancellazione dell’Irap, dell’Imu anche per tutto l’anno prossimo ed eliminazione delle accise per almeno il prossimo triennio. Sgravi fiscali sul costo del personale, dimezzamento della Tari per le strutture in area metropolitana. Ma soprattutto, contributi a fondo perduto non generalizzati, ma calcolati sulla reale perdita di fatturato, per almeno il primo semestre 2021. E ancora la prosecuzione del credito di imposta sulle locazioni e affitti e la predisposizione di misure di finanziamento ad hoc da restituire in 25 anni».

Francesco Zuppiroli, Il Resto del Carlino 3 dicembre 2020
Celso De Scrilli, presidente Federalberghi Bologna
Celso De Scrilli, Presidente Federalberghi Bologna

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