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Ascom: «Per Natale comprate nelle botteghe»

L’appello dell’associazione ad evitare il più possibile ordini online per premiare i negozi di prossimità. I numeri della crisi sono pesanti

«Il più bel regalo di Natale è comprare dai commercianti della tua città». In un contesto profondamente ferito dalla pandemia, dove impazzano Amazon e Alibaba (il suo alter ego asiatico) e acquisti online o delivery sono sempre più all’ordine del giorno – a volte considerati addirittura indispensabili –, per supportare le piccole imprese della città diventa ancora più fondamentale acquistare prodotti da chi si trova a due passi da casa, e da tutta la vita offre un servizio basato sulla fiducia.

Confcommercio Ascom ha scelto uno slogan diretto e deciso per la campagna, che prende il via oggi e continua per tutto il periodo natalizio. Un’azione di sostegno ai commercianti che passa attraverso giornali, televisioni, radio, manifesti, e ovviamente social network, in cui – questa volta – è ai bolognesi che si chiede un aiuto: evitare o ricorrere il meno possibili agli ordini online, per premiare le botteghe, i negozi, le imprese che da sempre garantiscono qualità e professionalità, tra consegne a domicilio, presidio sul territorio e un aspetto fondamentale che il web non può sfoggiare: le relazioni umane. «L’iniziativa ha prima di tutto una valenza sociale – ricorda il direttore Giancarlo Tonelli – per queste attività che rappresentano un punto di socialità importante e quotidiano. Compro vicino a casa perché mi sento a casa: è questo il messaggio».

Se Ascom da sempre promuove le realtà locali, in un anno tremendo l’impegno è ancora più forte: guardando ai numeri dei vari comparti nel 2020 e al calo dei fatturati, vengono quasi i brividi. «E’ stato un anno difficilissimo per tutto il terziario – continua Tonelli –. L’impatto più grosso lo abbiamo avuto nel turismo, con un fatturato crollato dell’83% (rispetto al 2019, ndr) e con picchi fino al 90% per il settore di eventi, congressi, convegni e matrimoni».

Un comparto, quest’ultimo, bloccato ormai da fine febbraio. «Soffrono anche i pubblici esercizi come bar, pizzerie, ristoranti: il fatturato è calato del 50% – aggiunge il direttore di Ascom –, una boccata d’aria è arrivata soltanto nei mesi estivi. Meno grave la situazione per gioiellerie, negozi di antiquariato e calzature, con cali dal 30 al 60%». A tirare un sospiro di sollievo, soltanto il settore dei generi alimentari, che con il lockdown segna un aumento del fatturato tra il 10 e il 20%.

«Per tutti questi motivi, è più importante che mai aiutare il nostro territorio – conclude Tonelli –. Moltissime delle 16mila realtà associate vivono una profonda crisi, ma noi ci siamo. Con alcuni pagamenti slittati, con l’accensione dell’Asinelli e delle luminarie natalizie, mentre molti commercianti sono ricorsi a cassa integrazione, sospensione dei mutui, abbassamento del credito d’imposta. Ora è il momento di tendere loro la mano e aiutarli in maniera significativa durante queste festività».

Francesco Moroni, Il Resto del Carlino 28 novembre 2020

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