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Sos della filiera dell’auto «Ecobonus strutturale»

L’appello al Governo di Federauto e Unrae per supportare il settore in difficoltà. De Lorenzi: «Gli incentivi hanno fatto ripartire il sistema, occorre rifinanziarli»

La filiera automotive italiana chiede con urgenza un incontro con il Governo per discutere il rifinanziamento dell’Ecobonus, ottenere chiarimenti sul ciclo di omologazione Wltp e istituire un tavolo per la formulazione di una strategia di medio-lungo periodo.

Le richieste sono contenute nella lettera che Federauto, l’organizzazione dei concessionari italiani di automobili, e Unrae, l’associazione delle Case automobilistiche estere, hanno indirizzato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri, Sergio Costa e Paola De Micheli. Il cremonese Cesare De Lorenzi, vice presidente nazionale di Federauto, spiega: «La priorità è rendere strutturali gli ecoincentivi, che hanno offerto una spinta importante al mercato, specialmente nei mesi di settembre e ottobre. Proprio Federauto, nell’immediato post-lockdown, si era spesa con particolare impegno per sollecitare l’adozione di quelle misure incentivanti che si sono rivelate determinanti perla ripresa del settore. Ora, in una congiuntura nuovamente delicata, tutti i player dell’automotive avanzano al Governo proposte condivise per sostenere un comparto cruciale per l’intero Paese».

Nel proprio messaggio al Governo, la filiera della quattro ruote evidenzia come, «nonostante brevi segnali di ripresa negli ultimissimi mesi», il settore dell’automobile «risulti ad oggi fra i più compromessi, con crolli a doppia cifra delle immatricolazioni in tutti i suoi comparti: autovetture -30%, veicoli commerciali leggeri -22%, veicoli industriali -20%, rimorchi -semirimorchi – allestiti -29%, autobus -45%».

Numeri pesantissimi che innescano un’inevitabile «preoccupazione per il futuro immediato di un settore nel quale operano direttamente e indirettamente 5.700 aziende e 1,2 milioni di lavoratori». La filiera automotive italiana vale «circa il 10% del Pil» e «l’auto, solo per il suo acquisto ed utilizzo, genera un gettito fiscale di quasi 80 miliardi l’anno».

Per quanto riguarda la necessità di rifinanziare l’Econonus, Federauto e Unrae sottolineano come il volume delle auto con
emissioni fino a60 g/Km di CO2 abbia «registrato una crescita percentuale a tripla cifra, anche in un mercato pesantemente in crisi come quello sopra descritto» e rimarcano l’impatto positivo degli incentivi pubblici sullo «svecchiamento del parco circolante» e sull’ «incidenza delle rottamazioni». Per questo le associazioni caldeggiano la «possibilità di investire almeno ulteriori 400 milioni per il settore automotive» e auspicano che
«vengano ancora incentivate anche le vetture nella fascia 61-110 g/km, sia pure esclusivamente a fronte di rottamazione, per un periodo di almeno sei mesi che consenta di superare la crisi pandemica».

Rispetto alla procedura di omologazione Wltp, invece, si chiedono urgenti delucidazioni poiché «a 52 giorni all’entrata in vigore della normativa europea» non e ancora dato sapere «quale sarà la futura disciplina, ossia i nuovi valori soglia applicabili nei diversi ambiti» con una conseguente «incertezza fra operatorie consumatori». L ’ultima istanza è l’apertura di un tavolo di confronto ristretto per pianificare una strategia «articolata e di ampio respiro, anche in ambito fiscale» per «costruire una concreta opportunità di rilancio del settore automotive in Italia, che garantisca per gli anni a venire la stabilità di decine di migliaia di posti di lavoro».

Riccardo Maruti, La Provincia di Cremona, 11 novembre 2020

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