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Lettera aperta alle coscienze di coloro che rispettano le regole

In questa guerra contro il terribile virus, abbiamo perso la MAMMA ed il PAPÀ senza poterli salutare, abbracciare, ricordare, piangere con tutte le persone che hanno voluto loro bene. Avremmo avuto tutta l’estate per approfittare delle “vacanze degli scienziati” ed organizzare una cerimonia commemorativa, ma non abbiamo voluto farlo per rispettare le regole!

Sapevamo benissimo che avremmo radunato centinaia, forse migliaia, di persone, perché nella vita MAMMA e PAPÀ hanno seminato Rispetto ed Amore. Loro ci hanno insegnato il Rispetto per le leggi, per gli ideali, soprattutto se diversi dai loro; ci hanno insegnato l’Amore per la Famiglia, per l’Azienda, per i Dipendenti…e ancor di più ci hanno insegnato il rispetto per questo Splendido Paese che si chiama Italia.

In tutti questi mesi noi figli siamo stati zitti, avvolti nel nostro dolore, lavorando a testa bassa per cercare di portare avanti i nostri progetti e per permettere ai nostri Collaboratori e alle loro Famiglie di avere una vita il più normale possibile. Lo abbiamo fatto non perché siamo degli eroi, ma perché conosciamo solo questa modalità di portare avanti e far crescere la nostra azienda. Abbiamo investito in sicurezza degli ambienti, abbiamo ridotto le potenzialità di business per ridurre i rischi (e non perché altrimenti avremmo preso una multa!). Non siamo eroi, ci teniamo a ribadirlo, ma siamo imprenditori che hanno a cuore ciò che fanno e le persone con cui lavorano…e come noi, la stragrande maggioranza degli imprenditori con cui ci siamo confrontati ha fatto le stesse cose.

Potremmo continuare all’infinito con la premessa, ma crediamo sia giunto il momento di arrivare al dunque, perché proprio i NOSTRI GENITORI, con il loro sacrificio, ci hanno insegnato a non fare finta di nulla quando succede qualcosa di grave! Avremmo potuto decidere di essere politically correct e non disturbare le coscienze di nessuno, avremmo potuto dire “Probabilmente lavoreremo anche questa volta!” Ed invece NO! Questa volta ci rifiutiamo di farlo!

In questi giorni abbiamo sentito dire che un’eventuale chiusura sarebbe stata una forma di rispetto verso chi è morto o chi ha avuto lutti. Chi ha pronunciato queste parole è un criminale, come criminale è chi, per punire giustamente qualcuno, sta colpendo ingiustamente tutti.

Sono passati almeno 8 mesi da quando il Covid è entrato nelle nostre vite e ancora oggi sentiamo dire le stesse cose di 8 mesi fa: ospedali al collasso, terapie intensive pronte ad esplodere, sistema di controllo del virus inesistente…

A noi vengono i brividi a pensare che chi aveva il potere di fare qualcosa non lo ha utilizzato per evitare che ciò che è successo a marzo ed aprile non si ripetesse in questi giorni. Dall’inizio di questa tragedia si professava un ritorno del virus in autunno; e allora ci chiediamo: cosa è stato fatto? Perché chiudere aziende, attività, uffici, negozi, che in questi mesi hanno investito tutto ciò che avevano proprio per scongiurare un nuovo fermo? Non è vero che il virus circola in maniera indiscriminata anche laddove osservi le giuste precauzioni. Nessuno dei nostri dipendenti si è ammalato. Nessuno dei nostri collaboratori ha avuto sintomi.

Noi abbiamo pagato un prezzo inimmaginabile a questa piaga ed in questo momento usciamo dal nostro silenzio, perché crediamo che la folle chiusura avallata nei giorni scorsi porti di nuovo tutta la comunità verso un baratro e lo faccia non per proteggere i cittadini, ma per mascherare incompetenza e assoluta mancanza di RISPETTO e AMORE.

Nei ricordi dei NOSTRI GENITORI erano sempre vive le immagini di chi, durante e alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si è arricchito attraverso le sfortune altrui o depredando le case degli sfollati.

Questa è l’immagine con cui vogliamo concludere questo nostro racconto, che speriamo possa risvegliare coscienze e muovere sentimenti di “ribellione educata e ricca di amor proprio”. Riteniamo che il RISPETTO verso chi non è più tra noi passi proprio attraverso il non accettare le ingiustizie o quanto meno le inefficienze di un paese amato da miliardi di persone, ma ridotto sul lastrico da qualche centinaio di governanti improvvisati.

Certi della responsabilità di quanto abbiamo comunicato, crediamo, nel nostro piccolo, di aver agito con RISPETTO ed AMORE per il nostro Paese.

Fratelli Zivieri
Fabrizio, Elena, Aldo e Stefano.

Aldo Zivieri

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