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Coronavirus, pub e bistrot chiudono alle 24. «Una decisione che causerà un danno incalcolabile ai nostri locali»

Giacomo Berti Arnoaldi Veli (Borgo Mameli): «Vanno tutelati gli imprenditori virtuosi, non puniti tutti indiscriminatamente»

Il nuovo dpcm voluto dal governo Conte si è abbattuto come un fulmine sui pub, bistrot e bar della città, che dovranno chiudere alle 24 e non potranno servire, dopo le 21, da mangiare o bere ai clienti che non sono seduti ai tavoli. Una disposizione che rischia di mettere a rischio posti di lavoro e la solidità economica stessa dei locali.

Al posto di controllare le persone che sostavano davanti ai locali senza mascherina, il governo ha preferito colpire i pub, le birrerie e i cocktail bar che non sono certo la causa dell’aumento dei contagi Covid. Per gli associati della Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio Ascom Bologna, quindi, il dpcm rappresenta una misura sommaria, che non tiene conto dell’impegno profuso dai ristoratori in questi mesi di emergenza sanitaria per contenere i contagi da Coronavirus e pensata da chi non ha idea delle difficoltà che si riscontrano nella gestione di un locale.

 «Questo provvedimento punisce tutti indiscriminatamente, quando invece la direzione da adottare dovrebbe essere quella di tutelare gli imprenditori virtuosi, che hanno continuato a lavorare rispettando le regole e salvaguardando posti di lavori – spiega Giacomo Berti Arnoaldi Veli, socio di Borgo Mameli –. La ristorazione è uno dei settori traino della nostra regione e mi augusto che il presidente Bonaccini intervenga per rivedere questa decisione delle chiusure anticipate».

Non va dimenticato, inoltre, che bar e ristoranti che operano a Bologna, per ragioni di spazio limitato, dovuto della natura medievale del centro storico, hanno pochi tavoli a disposizione lavorando soprattutto con l’asporto e la consumazione in piedi. La norma che vieta, dopo le 21, di bere e mangiare fuori dai locali, quindi, penalizza oltremodo la nostra città.

Il settore dei pubblici esercizi, inoltre, quest’anno ha già fatto registrare un calo del fatturato del 60% che, viste le nuove restrizioni, rischia di salire vertiginosamente causando danni enormi a tutti gli imprenditori. Danni che andranno anche a impattare sulla forza lavoro, in quanto con il blocco dei licenziamenti e senza nuovi aiuti, come la cassa integrazione, molti ristoratori si troveranno a dover far fronte a costi elevatissimi che potrebbero portarli alla chiusura.

Per questi motivi, la Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio Ascom Bologna chiede a gran voce misure tempestive di tutela per l’intero settore e regole che puntino a premiare chi rispetta le regole e lavora seguendo tutti i protocolli anti-contagio.

Bologna, 13 ottobre 2020

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