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Bonus edicole: «Bene, ma servono aiuti strutturali»

Daniele Carella, presidente provinciale Snag, commenta il contributo a fondo perduto della Regione a favore della categoria

Un bonus fino a mille euro alle edicole dell’Emilia-Romagna: nella seduta di ieri, lunedì 28 settembre, la Giunta Bonaccini ha approvato un progetto di legge che concede un contributo a fondo perduto agli esercenti di punti vendita esclusivi di giornali e riviste presenti nel territorio regionale, fino a un tetto massimo di spesa complessiva di 500mila euro, fondi già stanziati dalla Giunta stessa.

“E’ giusto riconoscere l’importanza dell’attività informativa e di coesione sociale garantita grazie alle edicole anche durante la fase più dura della pandemia, punti vendita spesso riferimento nelle nostre comunità locali, soprattutto nei piccoli comuni”, il commento del governatore dell’Emilia-Romagna. “Abbiamo scelto una procedura estremamente semplificata – affermano il presidente Bonaccini e l’assessore al Bilancio, Paolo Calvano – decidendo di concedere l’aiuto economico agli edicolanti dell’Emilia-Romagna che riceveranno il contributo deciso dal Governo. Integriamo quindi la misura nazionale senza prevedere ulteriori passaggi o requisiti”.

Previsto per l’esercizio finanziario 2020, il contributo andrà a ogni soggetto che riceverà il ‘Bonus una tantum edicole’ previsto dal decreto-legge del 19 maggio scorso sulle misure urgenti di sostegno al lavoro e all’economia relative all’emergenza Covid e per il quale l’istruttoria nazionale è in corso.

La reazione della categoria: “Bene il bonus, ma ci vogliono interventi strutturali”
Daniele Carella, titolare della storica edicola di Porta San Vitale, presidente provinciale SNAG Bologna (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai) e membro della Giunta Ascom-Confcommercio Bologna commenta la notizia con una riflessione sull’intera categoria e uno sguardo al futuro.

“Un sostegno di qualunque tipo è sempre gradito ovviamente, ma va da sé che se l’impostazione è meramente assistenziale, ha il respiro corto poiché non è legato a un incremento lavorativo. Quindi la categoria ringrazia per l’attenzione ma si aspetta interventi strutturali che siano di investimento sulla attività, nei modi e nei termini oltre che strutturali”.

Le problematiche derivanti dal Coronavirus e uno sguardo al futuro. “Oggi noi edicolanti siamo in difficoltà poiché all’oggettiva minore presenza di persone in giro, ergo di possibili clienti, si aggiunge una carenza di prodotto determinata dalle difficoltà editoriali e degli stessi stabilimenti tipografici. Insomma, molte testate non stanno più uscendo e le altre arrivano in numero ridotto perché ridotta è la richiesta”.

E infatti la crisi della carta stampata (ma anche dei giornali online) non è una novità. Situazione già non florida pre-Covid, con il virus e il calo degli investimenti pubblicitari si aggravata: già lo scorso giugno attraverso una manovrina della Regione un milione di euro sono andati a sostegno dell’editoria attraverso un bando.

La pandemia: “Un periodo faticoso, ma la nostra categoria è abituata a lavorare duramente”
Durante il lockdown una delle poche attività garantite è stata appunto quella dei giornalai, che non hanno mai abbassato la serranda o chiuso il loro chiosco: “Sotto l’aspetto dello sforzo e della fatica il Covid non ha inciso più di tanto – spiega sempre Carella – la nostra categoria da sempre è abituata a lavorare duramente. Sotto l’aspetto psicologico si opera con coscienza e abnegazione, ma anche con molta accortezza e prudenza, poiché a nessuno piace l’idea di ammalarsi”.

Erika Bertossi, Bologna Today, 29 settembre 2020

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