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Discoteche, Giovetti: «A noi divieti, in Rivera sono liberi»

Il Presidente del Silb di Confcommercio Ascom Bologna critica i locali da ballo romagnoli che non rispettano le normative anti-covid

«Capisco che sia molto difficile, ma se rispetti la capienza che ti hanno dato eviti molti problemi». Non ci sta Oliviero Giovetti, presidente del “Silb” (sindacato locali da ballo) di Bologna, alla luce dei provvedimenti sulle discoteche romagnole che non rispettano le normative anti-covid.

In una intervista a radio Bruno, Giovetti punta il dito nei confronti dei singoli gestori: rispettare le norme per evitare il diffondersi del contagio anche nelle discoteche è possibile e il comportamento di qualche gestore della riviera mette ora a rischio anche la riapertura dei locali al chiuso in Emilia-Romagna.

«Mi sembra che quello che è successo in Romagna dipenda esclusivamente dalla responsabilità del gestore» sottolinea Giovetti. Secondo il quale «basta fare osservare la capienza, che è praticamente dimezzata nelle discoteche, ed evitare la formazione di assembramenti. Insomma dipende dalla responsabilità del gestore» secondo il presidente del “Silb”.

Da questo punto di vista «alcuni gestori in Romagna se ne sono un po’ fregati. È ovvio che se in una discoteca che ha una capienza da 3mila persone ne fai entrare 2500 già non stai rispettando l’ordinanza» prosegue Giovetti. «Poi i giovani ovviamente stanno insieme, stanno assembrati, e magari non mettono neanche la mascherina. Ma dipende molto da che impostazione dai al locale».

Il modo per tenere la situazione sotto controllo, insomma, c’è. Per i gestori bolognesi, comunque, aprire il 19 giugno i locali all’aperto valeva la pena. «Anche se abbiamo fatto metà estate abbiamo salvato la nostra attività». Ora il timore dei gestori delle disco emiliane è di essere penalizzati dal comportamento di alcuni colleghi della riviera. L’obiettivo è infatti la riapertura dei locali al chiuso, auspicata per settembre ma ancora in bilico.

«Facciamo appello a Stefano Bonaccini perchè possa far riaprire anche i locali al chiuso, viso che la stagione autunnale e invernale dura più di quella estiva». E se non si riaprirà «rischiamo di tornare al problema che avevamo prima dell’estate».

La Repubblica, 13 agosto 2020

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