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Coronavirus, prolungata la chiusura di bar e ristoranti

La rabbia della Fipe: «Così i locali rischiano il fallimento»

Una crisi economica senza eguali, forse peggiore anche di quella del 2008, rischia di mettere in ginocchio i pubblici esercizi bolognesi. Il prolungamento fino al 1 giugno del lockdown, dovuto alla pandemia da Coronavirus, è stato accolto con malumore e rabbia dai titolari di bar e ristoranti della Fipe di Confcommercio Ascom Bologna, che speravano di poter rialzare le saracinesche molto prima rispetto alle tempistiche previste dal nuovo decreto del 26 aprile.

«La decisione di tenere chiusi bar e ristoranti fino al 1 giugno significa condannare il settore al fallimento – commenta Vincenzo Vottero, presidente dei ristoratori di Fipe di Confcommercio Ascom Bologna –. Poter tornare a effettuare l’asporto è un primo passo positivo, ma non basta, abbiamo bisogno di riaprire il prima possibile, visto che dal governo gli aiuti tardano ad arrivare. In tanti stanno ancora aspettando la cassa integrazione, mentre il decreto liquidità stenta a decollare».

Secondo la Fipe nazionale, infatti, la riapertura dei locali al 1 giugno comporterà altri 9 miliardi di danni che portano le perdite stimate a 34 miliardi in totale dall’inizio della crisi. Moriranno oltre 50mila imprese e 350mila persone perderanno il loro posto di lavoro.

Uno scenario drammatico per il settore dei pubblici esercizi che quindi chiede un cambio di passo al governo e delle correzioni al decreto del 26 aprile. «Passata l’emergenza noi torneremo a lavorare con la passione di sempre, a disposizione dei nostri clienti, ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare. Servono risorse e servono subito a fondo perduto, senza ulteriori lungaggini o tentennamenti – prosegue Mauro Montaguti presidente del settore bar di Confcommercio Ascom Bologna –. Chiediamo, ad esempio, la possibilità di raddoppiare la tempistica di rateizzazione delle imposte statali non pagate nel periodo di chiusura, arrivando quindi a dieci mesi di periodo di rateazione, così come chiediamo una riduzione significativa delle tasse statali, che pochissimi saranno in grado di pagare».

Per accelerare con le riaperture, infine, i titolari delle attività sono pronti a collaborare. «Metteremo in atto tutti i sistemi di sicurezza per evitare i contagi. Guanti e mascherine per dipendenti e camerieri, ingressi contingentati e distanze tra i tavoli. Chi può sfrutterà soprattutto i dehor e gli spazi all’aperto. Noi, quindi, siamo pronti a fare la nostra parte. Ci auguriamo che sia pronto anche il governo».

I Presidenti Fipe
Confcommercio Ascom Bologna
Vincenzo Vottero e Mauro Montaguti

 Alleghiamo al presente comunicato le proposte di FIPE Bologna

RICHIESTE E PROPOSTE PER IL SOSTEGNO DELLA RIPRESA NEL SETTORE PUBBLICI ESERCIZI

Presentiamo questo documento che ha lo scopo di illustrare le richieste da rivolgere agli Enti competenti al fine di aiutare concretamente la categoria dei Ristoratori, duramente colpita dalla situazione pandemica attuale.

Si precisa che, per le nostre attività, per “momento di fine emergenza” deve intendersi non il momento di riapertura dei locali, ad oggi discutibilmente fissato al 1° giugno, ma il momento in cui sia il settore ristorativo, sia l’intera filiera produttiva, potranno tornare a svolgere la propria attività, senza restrizioni motivate dal contenimento del contagio.

Ecco gli spunti di riflessione e condivisione che proponiamo, da protagonisti del nostro comparto:

PROVVEDIMENTI FISCALI

Questi provvedimenti si intendono riferiti a soggetti giuridici in ambito ristorativo, aventi la sede legale o la sede operativa in Italia, con Partita Iva attiva.

Le nostre richieste:

  • Per gli esercizi sociali dal 2021 al 2024 le società di capitali, che operano nel settore turismo e accoglienza, non dovranno avere alcun obbligo di ripianamento delle perdite di bilancio conseguite nei predetti esercizi, come peraltro già previsto per l’esercizio 2020, dall’art. 6 del D.L.23/2020.
  • Decurtazione del 50% dell’imposta sul reddito imponibile d’impresa, fino al periodo d’imposta che si conclude al 31.12.2022
  • Imposte comunali e regionali annullate per il periodo 23.02.2020 / 31.12.2020, successivamente decurtate del 50% per tutto il periodo d’imposta 2021 e del 35% per tutto il periodo d’imposta 2022.
  • Abolizione definitiva dell’IRAP, imposta regionale sulle attività produttive. Misura tendente a ridurre sensibilmente il carico fiscale alle imprese con maggiore apporto di mano d’opera, quali sono quelle che operano nel nostro settore.
  • Abolizione definitiva degli Indicatori Sintetici di Affidabilità (ex studi di settore )
  • Abolizione definitiva della “lotteria” degli scontrini.
  • Mantenimento della aliquota IVA (10%), attualmente in vigore, per non deprimere ulteriormente i consumi, qualora ne fosse disposto l’aumento.
  • Erogazione dei rimborsi fiscali ai fini delle imposte dirette ed indirette entro e non oltre 60 giorni dalla richiesta, ovvero consentire le compensazioni tra i diversi tributi eliminando gli attuali vincoli di importo e temporali.
  • Credito di imposta nella misura del 60% direttamente a favore dei locatori per tutti i contratti di locazione commerciale, nonché dei contratti di affitto di azienda, fino alla fine dell’anno 2022. Il restante 40% dell’ammontare del canone pattuito, rimarrebbe a carico dell’affittuario.
  • Riduzione del 50% dell’imposta IMU per i proprietari di immobili commerciali che concedano ai conduttori, uno sconto sul corrispettivo pattuito del canone di locazione, nella misura almeno del 30%, fino al termine contrattuale previsto.
  • Credito di imposta nella misura del 100% ai fini delle imposte sui redditi o della imposta sostitutiva unica, di tutti gli investimenti sostenuti dall’imprenditore al netto dell’IVA, per la prevenzione dei contagi nel proprio locale, quindi spese per attrezzature, per la struttura dell’immobile, la formazione del personale, l’acquisto di materiali disinfettanti e di tutti i dispositivi di sicurezza individuali.

PAGAMENTO DELLE UTENZE, TARI, COSAP/TOSAP

  • Sospensione del pagamento delle utenze fino al 31/12/2020 con pagamento delle sole quote consumo (senza accise e tasse) in 12 rate mensili dell’arretrato maturato, senza aggravio di interessi e penali.
  • Esenzione totale per il periodo di sospensione delle attività e fino a “fine emergenza” di canoni per l’occupazione suolo pubblico. Rateizzazione in 12 mesi degli importi dovuti per il periodo precedente. Riduzione del 50% per i due anni successivi al “fine emergenza”.
  • Riduzione della TARI nella misura del 50% dal 23.02.2020 fino al termine dell’anno 2022 compreso.
  • Abolizione del canone RAI fino a fine 2020 e successiva decurtazione permanente del 50%.
  • Credito di imposta nella misura del 100% del canone Siae per tutto l’esercizio 2020, poi abbattimento del 50% fino al 31.12.2022.
    • Abolizione dell’imposta della pubblicità dal 23.02.2020 fino al 31.12.2020 e riduzione del 50% fino a tutto l’esercizio 2022 compreso.

AGENZIA DELLE RISCOSSIONE E PACE FISCALE

  • Sospensione dal 23.02.2020 fino al 31.12.2020 di tutte le cartelle emesse dall’Agenzia della Riscossione.
  • Applicazione della legge “saldo e stralcio” a tutte le partite Iva individuali e societarie nella misura del 20% fino ad importi di cartelle esattoriali pari ad euro 150.000 e del 30% per importi superiori, con pagamento rateizzato in 10 anni e senza interessi.

PROVVEDIMENTI A FAVORE DELLE AZIENDE E LAVORATORI DIPENDENTI

Nei mesi a venire, sarà assolutamente necessario e imprescindibile, semplificare l’accesso al mercato del lavoro, diminuire il carico fiscale delle aziende e contestualmente garantire maggior potere di acquisto ai lavoratori dipendenti.

Si propone quindi:

  • Cassa integrazione per il personale dipendente fino al termine dell’emergenza senza contrattazione sindacale.
  • Al termine della emergenza, con la ripartenza a pieno regime delle attività, riduzione del carico contributivo ed altri oneri sul costo del lavoro dipendente nella misura del 50% sia per l’anno 2020 che per gli anni 2021 e 2022, successivamente riduzione permanente del 30%.
  • Contestualmente alla riduzione del carico contributivo per il datore di lavoro, incremento della busta paga per i lavoratori dipendenti delle aziende nella misura di un 15 % al fine di favorire i consumi dei lavoratori stessi.
  • Reintroduzione dei voucher al fine delle assunzioni dei lavoratori, con attivazione fino a due ore prima dell’inizio del servizio tramite sistema informatico e fino al limite di € 10.000 annui per ciascuna azienda; sburocratizzazione e semplificazione della procedura di utilizzo.

REVISIONE DELLE COMMISSIONI PER INCASSI TRAMITE POS

Richiediamo una riduzione del 50% del costo delle commissioni POS fino all’esercizio 2022 compreso; successivamente, rivalutazione generale delle quote commissione.

MISURE DI SOSTEGNO PER I TITOLARI DI PARTITE IVA

Richiediamo un contributo a fondo perduto di un massimo di euro 2.500 mensili fino al termine dell’emergenza per tutti i titolari di Partite IVA sia individuali che societarie, a fronte di produzione di documentazione che attesti spese aziendali comprovate, sostenute e non differibili.

GARANZIA E ACCESSO AL CREDITO PER LE IMPRESE DEL SETTORE

La situazione finanziaria di molte imprese, dopo tre mesi di chiusura, è e sarà a dir poco precaria e le prospettive di ripresa economica sono lunghe e incerte, come incerti sono l’andamento e la tempistica dell’emergenza virale.

A fronte di difficoltà fin qui sconosciute e non dipendenti dalle volontà imprenditoriali, richiediamo un impegno dello Stato molto più massiccio di quello offerto ad oggi.

Richiediamo di poter avere accesso a prestiti bancari garantiti al 100% dal Medio Credito Centrale o altra analoga istituzione, con tempistiche di rientro non inferiori a 10 anni, con rate decorrenti a partire dal 15° mese e fase di preammortamento di 24 mesi minimo.

PROCEDURE FALLIMENTARI, SEGNALAZIONI CENTRALE RISCHI E CRIF

La disposizione dell’art.10 del DPCM 23 dell’8/04/2020 – che prevede l’improcedibilità dei ricorsi per dichiarazione di fallimento depositati nel periodo 9 marzo / 30 giugno 2020 – dovrà essere applicata fino a tutto il 2023 a tutti i ricorsi per dichiarazione di fallimento delle imprese che dimostrino che lo stato di insolvenza è stato conseguenza diretta dell’emergenza sanitaria.

Si richiede inoltre una decisa riforma della normativa relativa all’iscrizione delle sofferenze nella Centrale Rischi ed al Crif, che preveda fino a fine 2023 la “non segnalazione” di sofferenze causate dalla situazione economica creatasi a seguito dell’emergenza.

********************

Proponiamo che le richieste contenute in questo documento, condivise da noi protagonisti bolognesi del settore ristorativo, divengano oggetto di discussione e riflessione da parte degli Enti preposti, con lo scopo e la precisa volontà di sostenere attivamente e concretamente la nostra categoria, innegabilmente una delle più colpite e penalizzate dalla situazione di emergenza contingente.

Bologna, 28 aprile 2020

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