Il numero uno di piazza Galilei sulle criticità emerse dal report del Sole24Ore. «Per piazza XX Settembre pattuglie dedicate e presidi fissi, per garantire la serenità»
«È evidente che, se la situazione bolognese è quella fotografata dal report del Sole24Ore, bisognerà fare qualche sforzo in più per rispondere alla richiesta di sicurezza di una città che lo merita». Il questore Antonio Sbordone, a due settimane dall’insediamento in piazza Galilei, sta ancora ‘prendendo le misure’ con le dinamiche cittadine, sulla diverse sensibilità ed esigenze che caratterizzano Bologna. Il capoluogo emiliano, anche quest’anno, è ai primi posti nella classifica che analizza la qualità della vita nelle varie province italiane. Seconda, precisamente. Ma se si isolano i dati relativi alla sicurezza, la città precipita in basso, agli ultimi posti. In particolare, balza agli occhi la situazione relativa alle denunce per violenze sessuali e per furti (con destrezza e in abitazione).
Questore, il report sulla qualità della vita mostra una situazione agli antipodi: da un lato l’elevato livello di benessere di cui gode la città, dall’altro un indice di criminalità tra i più alti in Italia. Come legge questa discrepanza?
«La lettura di questi dati non è sempre semplice, perché tiene conto anche dalla propensione della popolazione a denunciare. A Bologna è alta, rispecchia la voglia dei bolognesi di ribadire i propri diritti. Da quello che, in queste settimane, ho potuto capire, qui i reati più frequenti sono quelli legati alla criminalità di strada, che finiscono per incidere particolarmente sulla percezione di sicurezza dei cittadini. Una situazione che voglio approfondire con i dirigenti già nei prossimi giorni, per fare un quadro delle criticità e delle zone più colpite. Senza allarmismi, fare un’analisi delle priorità da affrontare».
Violenze sessuali, furti con destrezza e in abitazione, delitti online: sono le categorie di reato in cui Bologna primeggia. La droga, che pure è un’emergenza cittadina, nel report è in secondo piano.
«E questo mi fa piacere. Ma resta il fatto che la richiesta di stupefacenti è alta, per cui, come in ogni settore del mercato, l’offerta lo è altrettanto. Questo è l’elemento su cui dobbiamo lavorare: c’è molto da fare non solo sul campo repressivo, ma soprattutto per sensibilizzare gli acquirenti».
Lo spaccio si porta dietro tutta una serie di reati ‘collaterali’, oltre a situazioni di degrado difficili da debellare. Adesso l’emergenza – tra l’altro – è la zona della stazione.
«A Bologna, come in molte altre città, l’area intorno alla stazione presenta delle problematiche. La mia idea è creare qualcosa di strutturale per dare più sicurezza. Penso a presidi fissi, ma anche a pattuglie dedicate, con operatori in divisa, per fare da deterrente, e in borghese per il lavoro investigativo. Attività accompagnate da servizi ad alto impatto, con cadenza periodica. Questo, nella consapevolezza dei limiti che abbiamo a livello normativo, che, ad esempio nell’ambito dello spaccio, non consentono l’arresto. Restiamo però fiduciosi, perché le ultime misure vanno nella direzione giusta, anche per quanto riguarda la gestione dei minori».
Nicoletta Tempera, Il Resto del Carlino – 5 dicembre 2023
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