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Stoppani: “Dare il permesso di soggiorno a chi ha il contratto firmato”

Se vengo in Italia e ho già un impiego non andrò a cercare occasioni per delinquere

«Ci permettiamo di fare una proposta al governo: oggi ci sono i permessi di soggiorno correlati ai flussi migratori, se tu ottie il permesso di soggiorno, io ti posso fare il contratto. Ma non sarebbe più opportuno garantire il permesso di soggiorno quasi in automatico a chi invece ha un contratto di lavoro?». Lino Stoppani, presidente di Fipe, l’associazione dei ristoratori che fa capo a Confcommercio, guarda con una certa preoccupazione ai click day di dicembre: è difficile dire adesso quanti lavoratori extracomunitari otterrà il settore, considerato che ci sono già le consistenti quote riservate ai comparti turistico e agricolo. I ristoratori dovranno accontentarsi di quello che rimane.

Presidente Stoppani, quindi lei ritiene che dovrebbe saltare la programmazione degli Ingressi, basta il contratto di lavoro?

«Il contratto mi dà la possibilità di dimostrare che ho un rapporto di lavoro che mi permette di mantenermi, e quindi soddisfa anche le esigenze di sicurezza: se vengo per lavorare non andrò a cercare opportunità di delinquere»

Secondo l’ultimo report Excelsior-Unioncamere la ristorazione avrà bisogno di altri 155 mila lavoratori tra novembre e gennaio. li decreto flussi che tipo di aiuto potrà darvi?

«Apprezziamo l’intervento che ha permesso la riapertura del decreto flussi, solo che noi non abbiamo quote riservate, quindi è difficile dirlo. Quello che sappiamo, è che con il Covid abbiamo perso 250 mila lavoratori, che siamo riusciti a recuperare solo in parte. Poi ci sono i pensionamenti, i lavoratori che scelgono di andarsene perché il nostro settore non risulta particolarmente attrattivo».

Perché? «Intanto c’è un problema legato alla demografia, che non riguarda solo noi ma tutti i settori: oggi registriamo un forte invecchiamento della popolazione e una difficile reperibilità di molte figure professionali. Inoltre, da noi si lavora di sera. di notte, nei giorni festivi, quando gli altri fanno festa, e trovare personale disponibile a fare questi sacrifici diventa sempre più difficile rispetto al passato. Si preferiscono lavori che garantiscano un maggiore equilibrio con la vita privata».

E quindi assumendo stranieri si può risolvere almeno in parte questo problema?

«Sicuramente la decisione del governo di riapre il decreto flussi e di aumentare il numero degli ingressi è da apprezzare e da condividere, ma non basta. Quando poi arrivano i nuovi lavoratori c’è un problema successivo legato ai percorsi di formazione e di inserimento, di cui noi ci facciamo carico volentieri, ma che forse sarebbe meglio collegare alle politiche per l’immigrazione».

r.am., la Repubblica – 4 dicembre 2023

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