Il presidente Sangalli al Sole 24 Ore: “il taglio del cuneo va bene, ma servono misure strutturali in manovra”. Congiuntura Confcommercio: a ottobre consumi fermi, a fine anno Pil a quota +0,7%.
Dopo il calo delle vendite di settembre, anche ad ottobre i consumi risultano sostanzialmente fermi; in difficoltà alcuni segmenti più tradizionali come gli acquisti di abbigliamento e calzature (-3,6%), i mobili (-2,1%) e l’alimentare (-2%) che da mesi scontano volumi significativamente in calo. La fotografia scattata dall’Indicatore dei consumi di Confcommercio, aggiunta al deterioramento della fiducia di famiglie e imprese registrata a ottobre, conferma come in questa parte finale del 2023 l’economia italiana continui a mostrare segnali di stagnazione. Se queste dinamiche di crescita dovessero essere confermate anche a dicembre, secondo Confcommercio avremo una chiusura del 2023 con il Pil a +0,7%.
«E’ un vero e proprio campanello d’allarme – commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – per la possibilità di ripresa della domanda nell’ultimo periodo dell’anno, fondamentale peri settori che rappresentiamo. Pesa la scarsa dinamicità del reddito disponibile delle famiglie, ma anche il fatto che i consumatori non stanno ancora percependo il rallentamento dell’inflazione e quindi continuano a mantenere un atteggiamento molto prudente negli acquisti». Unica nota positiva, appunto, è il crollo dell’inflazione, tornata su valori pre crisi. La stima di Confcommercio per il mese di novembre è di una variazione congiunturale dello 0,1%e di una crescita dell’1,3% nel confronto annuo, ma in 12 mesi il tasso d’inflazione è sceso di oltre io punti percentuali.
«La bolla inflazionistica sembra essersi esaurita – continua Sangalli – e questo potrebbe aprire una nuova stagione di crescita, seppure moderata, del reddito disponibile reale delle famiglie. Nel complesso, le dinamiche appaiono sempre più condizionate dall’evoluzione stentata del reddito disponibile reale delle famiglie».
I dati destagionalizzati segnalano, infatti, a ottobre, un deterioramento in termini congiunturali sia per i beni che per i servizi. In controtendenza l’Indicatore dei consumi di Confcommercio registra nel confronto annuo recuperi abbastanza significativi per l’automotive (+21,4%), i trasporti aerei (+11,5%) e i servizi ricreativi (+5,4%).
Il presidente di Confcommercio pur apprezzando le misure fiscali a sostegno dei lavoratori e delle famiglie in legge di Bilancio, auspica una “scossa” con interventi strutturali: «Sono misure apprezzabili anche la riduzione del cuneo contributivo e il debutto di un sistema Irpef a tre aliquote che mirano a mitigare la perdita di potere di acquisto di redditi bassi e medio-bassi – continua Sangalli-. Oltre l’orizzonte del 2024, occorre però dare prospettiva strutturale a questi interventi. Inoltre, vanno anche sostenuti gli investimenti delle imprese, a partire da quelli necessari per misurarsi con la transizione digitale ed ecologica. Ovviamente, in questo contesto, rimane fondamentale l’attuazione del Pnrr».
In questo scenario ancora ricco di incertezze, i sindacati hanno proclamato uno sciopero il 22 dicembre a sostegno del rinnovo del contratto nazionale del terziario: «Siamo impegnati nel rinnovare il prima possibile il Ccnl – continua Sangalli -, è il contratto del settore privato più applicato nel nostro Paese, per i suoi contenuti normativi ed economici. Siamo consapevoli della necessità di adeguati incrementi salariai e lo abbiamo concretamente dimostrato, già nel dicembre dello scorso anno, con l’accordo “ponte” che ha riconosciuto ai lavoratori un’una tantum di 350 euro ed un anticipo sui futuri aumenti contrattuali di 30 euro. Ma occorre anche consapevolezza della necessità di rivedere alcuni istituti contrattuali per il miglioramento della produttività. Per questo non comprendiamo uno sciopero, per di più a ridosso del Natale».
Giorgio Pogliotti, Il Sole 24 Ore – 21 novembre 2023
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