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I tassisti: ignorate le nostre richieste «Dal Comune nessuna risposta»

Le rivendicazioni della categoria: «Chiediamo un confronto su problemi che vanno risolti al più presto»

Una lunga giornata di sciopero per i taxi, in fermo dalle 8 di ieri mattina fino alle 22 di ieri sera, con l’obiettivo di chiedere aiuto, sostegno e maggiore attenzione all’amministrazione comunale.

E i tassisti lo hanno fatto a gran voce, posizionandosi nei presidi dei posteggi principali della città, come in piazza Re Enzo e in stazione, garantendo, però, i servizi di garanzia per gli appuntamenti ospedalieri e alle donne in gravidanza.

«A noi non piace stare fermi, ma siamo costretti a farlo – dice Cosimo Quaranta, delegato sindacale di Fita Cna –. Il tassista offre un servizio alla città, e da molti mesi l’amministrazione è totalmente sorda alle nostre richieste di confronto e di incontro. Vogliamo una rivisitazione della mobilità in città, come per i cantieri del tram e il dibattito sul progetto di Città 30».

Un’urgenza, quella dei tassisti, «che non può più aspettare», e che chiede delle soluzioni: «La preoccupazione è fortissima sul tema di viabilità e sulla città, che nei prossimi anni sarà piena di cantieri – spiega Mirko Bergonzoni, segretario regionale di Uiltrasporti –. La cantierizzazione prevederà alcune limitazioni nei tragitti, che sono condivisi con tutto il trasporto pubblico non di linea. La città è piccola, quindi ci aspettiamo che il passaggio del tram in alcune zone sia compatibile con quello dei taxi. Un ulteriore problema, invece, sono i posteggi».

Ma sono anche altre le ragioni che hanno spinto i tassisti allo sciopero: «C’è bisogno di un percorso di adeguamento tariffario, con l’impegno preso dall’amministrazione comunale nel 2018, cioè aggiornare la tariffa dei taxi ogni due anni – continua Bergonzoni –. L’attività dei tassisti sostiene i costi del carburante, quindi c’è un problema di sostenibilità. Un altro problema sono le limitazioni in alcune zone della città, come nelle piazze Aldrovandi, San Domenico e Santo Stefano. In queste aree pedonalizzate possono accedere determinati soggetti, e i taxi non sono inclusi. È paradossale».

E a pagarne pegno saranno proprio i cittadini, che anche nella giornata di ieri hanno richiesto il servizio di trasporto: «Siamo un servizio pubblico – spiega Massimo Sarti, delegato sindacale di Ascom –. Crediamo che le giornate di sciopero si susseguiranno, e questo sarà un disagio sia per la cittadinanza che per noi, a livello economico. Ma la richiesta di dialogo con l’amministrazione pubblica dura da un anno, e non si è concluso nessun atto concreto».

I cittadini comprendono il disagio, appoggiando la causa e sostenendo i tassisti. «L’utenza è solidale e capisce le motivazioni – afferma Letizia Iorio, presidente provinciale di Uritaxi –. Stiamo svolgendo i servizi di garanzia, e tutti sono stati disponibili nel condividere i taxi. Le nostre problematiche sono conosciute sia dal sindaco Lepore che dall’assessora Orioli. Speriamo che arrivino delle convocazioni».

Mariateresa Mastromarino, Il Resto del Carlino 1 marzo 2023

Strade chiuse, fermate impossibili Gimkana fra divieti e zone pedonali

Il dossier dei disagi: da qualche anno guidare sotto le Due Torri è diventato sempre più complicato

Difficoltà per anziani e disabili

Uno dei problemi sollevati dalle categorie dei tassisti è quello dei «troppi divieti discutibili», che rendono
«impossibile» prestare servizio in moltissime zone della città, dovendo caricare o scaricare utenti, spesso anziani o con difficoltà motorie, a centinaia di metri delle proprie abitazioni. Si tratta, in generale, di «divieti di fermata apposti in moltissimi tratti di strada, compreso il centro storico», afferma Riccardo Carboni, presidente di Cotabo. Stando al Codice della strada, nei tratti interessati «non è proprio
possibile fermarsi, né per attendere i clienti da caricare sotto casa, né per scaricarli. Per i tassisti è difficile lavorare bene in questo modo e fornire un servizio di qualità ai cittadini». La situazione «non potrà che peggiorare» con l’arrivo del tram. Secondo Carboni «diminuiranno ulteriormente le possibilità di accosto e di fermata».

La Città 30 rallenterà il servizioù

«Nessuno è contrario a priori alla Città 30», assicurano le categorie dei tassisti. Al Comune chiedono però di essere informati sulle modalità di attuazione di un provvedimento che avrà un impatto importante sulla
mobilità cittadina . «Abbiamo la necessità di contemperare la logica della Città 30 con i tempi di spostamento richiesti dai clienti». Se la velocità commercia le media dei taxi dovesse scendere, il servizio
pubblico non sarebbe più competitivo con il mezzo privato. «I tempi di percorrenza per attraversare la città saranno dilatati, a danno dei nostri clienti», afferma Massimo Sarti (Ascom Taxi). Si chiede al
Comune di garantire dei percorsi preferenziali, anche all’interno della città, in cui il servizio pubblico sia esentato dal limite dei 30 chilometri orari.

Kiss & Ride, accesso difficoltoso

Uno dei nodi irrisolti della mobilità cittadina è il Kiss & Ride, parcheggio sotterraneo al servizio della stazione dell’Alta Velocità. Un parcheggio «non pensato con un corretto sistema di collegamento con il resto della città», afferma Cosimo Quaranta (Fita Cna). L’accesso al Kiss & Ride «dovrebbe avvenire non dal lato Est, come oggi, ma da Ovest, dalla zona di piazza dell’Unità». Questo perché «gran parte delle correnti di traffico spingono su quel versante della città». L’attuale accesso costringe i taxi a fare un giro capzioso. Con il risultato di avere spesso più auto bianche in attesa in piazza Medaglie d’Oro, più facilmente accessibile, che nel Kiss & Ride. D’altra parte, spiega Quaranta, «all’inizio il progetto del parcheggio non prevedeva neppure di avere spazi per il servizio taxi, che è stato introdotto soltanto in corso d’opera».

Tariffe ferme al 2018

Sotto le Due Torri, le tariffe dei taxi sono ferme dal 2018. Ma dal 2020 a oggi, prima con la pandemia (che ha quasi azzerato corse e redditi), poi con il caro carburanti, «è cambiato il mondo», affermano i tassisti. Visti i «ristori irrisori» (2.200 euro l’anno) per lo stop causa pandemia e l’aumento dei costi di gestione dovuto alla speculazione sui prezzi dei carburanti, al costo delle vetture e dei ricambi, «i tassisti hanno dovuto sopperire con risorse proprie». Nel novembre scorso si è raggiunto «un accordo di massima» con il Comune per avviare l’iter di adeguamento tariffario secondo i parametri Istat. Da allora, accusano i tassisti, il Comune non ha più dato risposte. «Nessun atto amministrativo è stato fatto», accusa Massimo Sarti (Ascom Taxi). L’iter per l’adeguamento delle tariffe può durare otto mesi-un anno. «E – avverte Cosimo Quaranta (Cna Fita) – non possiamo certo farci ancora carico degli aumenti di gestione per un periodo così lungo».

Luca Orsi, Il Resto del Carlino 1 marzo 2023

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