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I comitati No-Tram di via Riva Reno

«Noi isolati e senza parcheggi: almeno cambino le date dei lavori»

«Noi ci troviamo in una condizione disperata, chiediamo almeno che venga modificato il cronoprogramma degli interventi del tram e via Riva Reno venga fatta per ultima, come le altre strade del centro. Altrimenti ci troveremo isolati per due anni, con gravissimi problemi per gli abitanti».

Renato Nucci è il portavoce “storico” dei comitati della zona del PalaDozza, da anni in prima linea contro le revisioni del traffico, contrario alla Ztl estesa all’inizio di via San Felice e oggi alla scopertura del canale di Reno, che porterà via centinaia di parcheggi. Dal suo negozio di fotocopiatrici e stampanti dietro al PalaDozza descrive una zona «ancora abitata da tanti residenti, popolosa, viva, con negozi che non sono solo bar e ristoranti, ma attività commerciali diverse».

Il 20 febbraio sarà al consiglio di quartiere aperto a Borgo Panigale, una delle prime occasioni per confrontarsi pubblicamente sul piano dei lavori del tram presentato dal sindaco. «Abbiamo assolutamente bisogno che sia costruito, anche in via temporanea, un parcheggio pertinenziale per le auto della zona, perché anche se capiamo che l’idea è quella di spostarsi con il tram, ci vorranno 4 anni prima che passi il nuovo mezzo, mentre i parcheggi spariranno l’anno prossimo – spiega – Se a questo aggiungiamo il numero di parcheggi persi lungo via San Felice, il risultato è quello di una zona che diventa praticamente inaccessibile in auto, con moltissime attività commerciali che rischiano grosso». Il punto è naturalmente anche quello degli indennizzi alle attività commerciali, dopo che il sindaco Matteo Lepore ha aperto a questa possibilità dicendo che verrà istituito un apposito fondo.

«Non basta che ci propongano di togliere l’Imu, come di solito si fa in questi casi – dice Nucci – perché quella è una goccia nel mare. Il problema è che certe tipologie commerciali spariranno completamente, cioè tutte quelle che hanno necessità di auto o fugoni per spostare la merce o fare assistenza, come nel mio caso o come nel caso di Brighenti, lo storico negozio di elettrodomestici che è rimasto l’unico a livello cittadino in centro». Il timore degli esercenti e dei residenti della zona, che vedranno aprire al centro della strada dove oggi ci sono i posti per le auto i nuovi “navigli” bolognesi, è che il quartiere venga snaturato, non tanto dal tram quanto dal disegno urbano che l’infrastruttura porta con sé. «In questa zona i palazzi sono abitati da residenti “storici”, non sono tutti bed and breakfast – insiste Nucci – Quello che succederà è che ci trasformeremo nell’ennesima zona per turisti, dove non ci si può fermare e si arriva solo in tram, dove proliferano i ristoranti e i bar. Ma non possiamo vendere solo panini alla mortadella, la città è fatta anche di altro». Molti dubbi ci sono anche sulla qualità ambientale del canale che si va a scoperchiare, nel timore che arrivino soprattutto zanzare e cattivi odori. «Nel giardino del Cavaticcio hanno fatto un tratto finto di canale per dare l’idea – spiega il commerciante – perché aprire quello vero avrebbe significato solo cattivi odori e infestazioni. Perché non ci si ferma un attimo a riflettere su questo?».

Eleonora Capelli, La Repubblica – 17 febbraio 2023

Il canale della discordia. I residenti: «I parcheggi spariranno, è una follia»

Con l’arrivo del tram verranno soppressi i posti auto centrali in via Riva Reno. Tuonano anche i commercianti: «Durante il cantiere rimarremo isolati»

“Il nostro amore appena nato, è già finito“. La storia tra la linea rossa del tram Borgo Panigale-Fiera/Facoltà di Agraria e i residenti di via Riva Reno è già ai titoli di coda. I lavori, nel tratto fra via Lame e la rotonda del PalaDozza, porteranno alla stombatura del canale di Reno con la realizzazione di una fascia verde e un percorso pedonale protetto. Questo significa che tutti i parcheggi presenti al centro della via verranno soppressi per fare spazio alla creazione della nuova linea del tram. Una conseguenza, quest’ultima, che ha creato non poche polemiche fra residenti e commercianti della zona. «Per me – dice Martina Menichetti, con casa in via Lame – sarà un bel problema. Questo era l’unico punto con un ricircolo di macchine. Soprattutto la sera, quando negli altri posti non c’era parcheggio, qua si riusciva a trovare sempre qualcosa». 

Dello stesso avviso, ma con preoccupazioni legate alla sua attività, anche Ilenia Trotta del bar Casa Nia di via Riva Reno: «Quando i fornitori – spiega – vengono a portare le consegne e devono scaricare, dove lo fanno?. E i problemi inizieranno fin dall’inizio dei cantieri, non solo quando il progetto sarà finito. Vediamo come andrà, ma per il momento siamo molto preoccupati». La realizzazione della tranvia non ha alcun aspetto positivo, almeno per ora, anche per Eros Rizzello, gestore del bar Cristallo proprio di fronte alla rotonda del PalaDozza: «I bus a Bologna funzionano bene e il tram non era necessario. Togliere tutti i parcheggi in questo tratto di strada è una follia, senza contare che i lavori, a mio avviso, non dureranno solo tre anni». 

Le preoccupazioni non mancano anche tra gli scaffali della Cartoleria Pencil. «Restare chiusi in mezzo ai lavori – sottolinea il gestore Gianluca Fabbiani – sinceramente mi spaventa. Non vedo, per adesso, come questo progetto possa portare dei benefici. Se i risultati si potessero vedere in breve tempo sarebbe diverso, ma c’è il rischio che il cantiere rimanga aperto molto più a lungo di quanto stimato». Un po’ di ottimismo arriva dalle parole di chi in via Riva Reno ha il proprio studio: «Io non abito qui – dice Michele Di Nuzzo –, arrivo ogni giorno in autobus. Per questo, la costruzione della tranvia non mi creerà particolari problemi. Anzi, sono curioso di provarla». 

Tuona invece il presidente del Comitato PalaDozza, Renato Nucci: «Le persone sono preoccupatissime. Non si possono togliere 200 parcheggi in una zona così densamente popolata dove già ora i posti auto non bastano. Decisioni come questa vanno discusse coi residenti della zona e qui non è stato fatto».

Chiara Caravelli, Il Resto del Carlino – 17 febbraio 2023

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