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Ristoratori e baristi di piazza Santo Stefano contrari alla decisione del Comune

Zanardi: «È un danno per tutti» Cavazza: «Senza tavolini sarà come in piazza Verdi» «Sarà un male sia per i lavoratori, sia per i residenti»

«Qui da ragazzo ci giocavo a pallone, io che sono bolognese me lo ricordo bene com’era un po’ di anni fa piazza Santo Stefano. Poi sono arrivati episodi di degrado, ed è stato anche grazie alle attività commerciali che è diventata un’area bella e sicura per le famiglie. Se tolgono tutti i dehors si apre un grosso problema occupazionale». Dai ricordi di gioventù alla cruda realtà, Fabio Zanardi parla di casa sua, ovvero la piazza delle Sette Chiese, con un velo di malinconia. E c’è anche l’incredulità, perché lo storico dipendente di ‘Camera con vista’ non ci voleva credere quando ha saputo che il Comune sta pensando di togliere tutti i dehors dalla piazza.

«Qui abbiamo 23 dipendenti, e il lavoro giornaliero al 70% si poggia sui dehors, sui tavolini all’aperto». Il conto è semplice: sono 45 i posti a sedere all’interno del locale, variano da 70 a 90 i posti invece all’esterno, sul ciottolato della piazza. «Il grosso del lavoro per noi è fuori, se il Comune toglie tutti i dehors qui si rischia di dover ridurre la forza lavoro del 60% – sottolinea Zanardi, mentre si appoggia a un paio di tavolini sotto il sole cocente –. Non riesco a capire il perché di una manovra del genere. Mi viene da pensare che sia puramente ideologica, perché qui da noi vengono storicamente tanti residenti e mai nessuno di è lamentato né del rumore, né del nostro lavoro. Anzi».

Il punto è proprio quello, per il dipendente di ‘Camera con vista’ manca il nesso logico. Peraltro, il locale ha da pochi mesi rinnovato la concessione quinquennale per i suoi dehors. «I residenti sono felici della nostra presenza perché da anni siamo un presidio anti-degrado – continua Zanardi –. Ce lo chiedono loro. Se togli i dehors, qui si sposterà tutta la baraonda da via Zamboni e da via Guerrazzi, con le relative conseguenze. Si riporta indietro questa piazza almeno di 20 anni. Non posso pensare che una giunta voglia peggiorare la situazione». Zanardi conclude pensando a piazza Santo Stefano com’è adesso. «Questo spazio deve essere vissuto dalle persone, ora c’è un equilibrio perfetto, le persone e i turisti amano consumare ai dehors e ripeto. Ci stiamo sentendo tra attività – sottolinea ancora Zanardi–, non è esclusa l’eventualità di rivolgerci a un avvocato».

Anche Florian Rakaj, responsabile dell’osteria della catena ‘051’ che ha i dehors anche sotto al portico dalla parte di Palazzo Isolani, è decisamente perplesso rispetto ai ragionamenti del Comune. «Spero ci ripensino, anche perché io c’ho messo tutta la mia fatica e i miei sacrifici in questo ristorante, che a detta di turisti e bolognesi è un presidio e un punto di riferimento. Mi pare surreale – sottolinea Rakaj –, cosa diventerà, nel caso, questa piazza: un’altra piazza Verdi? Piazza Santo Stefano è bellissima così, non c’è degrado, c’è vita a tutte le ore, ci sono qualità nei servizi e belle frequentazioni, di sera è splendida. Perché dobbiamo rovinarla all’improvviso? Capisco altre strade che effettivamente sono piene di dehors che pongono problemi anche per i mezzi di soccorso. Ma qui, ripeto ,una decisione del genere sarebbe surreale». L’ultima battuta arriva da Antonella, dipendente del ‘Caffè delle Sette Chiese’, dall’altra parte della piazza. «Vorrà dire che faremo sedere i turisti sul muretto».

Paolo Rosato, il Resto del Carlino – 21 luglio 2022

L’allarme dell’imprenditore, proprietario di gran parte dei muri di palazzo Isolani «Questa decisione porterà problemi alla zona. Torneremo al tempo dei bonghi»

«Cosa le devo dire, mi sembra una follia bella e buona. E questo, onestamente, glielo dico sia da proprietario, sia da residente». E’ doppiamente parte in causa Francesco Cavazza Isolani, imprenditore e proprietario di gran parte dei muri dello splendido Palazzo Isolani che torreggia su piazza Santo Stefano. Due delle quattro attività che vedranno sparire a breve i loro dehors dall’elegantissimo slargo davanti alle sette chiese – a meno che il Comune non corregga prossimamente il tiro – si trovano proprio nei locali di proprietà della famiglia Cavazza Isolani, e Francesco non usa giri di parole. «Mi ha chiamato mia figlia ieri (martedì, ndr) per spiegarmi questa cosa che il Comune sta studiando, e in questi giorni ha informato le associazioni di categoria».
Cosa ne pensa?

«Che è una follia».

Perché?

«Lei se la ricorda piazza Santo Stefano un po’ di anni fa? Ricorda cosa c’era?».

Ricordo una piazza diversa, certo, e ricordo sette-otto anni fa delle polemiche su sacche di degrado, bivacchi e il suono incessante dei bonghi, di sera.

«Esattamente, piazza Santo Stefano una volta non era così viva e vitale com’è oggi. E adesso il Comune che fa, togliendo tutti i dehors vuole tornare ai problemi che c’erano prima e che sono stati superati? Qui se vengono fatti fuori i dehors torneranno il degrado, gli episodi di movida incontrollata. E dobbiamo temere gli spacciatori. Ecco, vogliamo che piazza Santo Stefano torni a essere come piazza Verdi? Questa è una follia».

Ma perché secondo lei il Comune vuole prendere una decisione del genere?

«Non lo so. Non mi risulta che ci siano problemi con i residenti, tutte le attività della piazza fanno da presidio sulla sicurezza, sono avamposti anti degrado. Negli anni la qualità è salita, tutti vengono in piazza Santo Stefano per godersi una delle piazze più belle d’Italia, bolognesi e turisti. Ecco, proprio i turisti che stanno tornando a frotte, come glielo spieghiamo che vengono a visitare i monumenti e non possono nemmeno sedersi a un tavolino per bere un caffè?».

Una delle obiezioni sollevate dal Comune e da alcune parti politiche, l’esempio proviene dalle polemiche su via delle Moline, è che con i tavolini straordinari permessi con l’emergenza Covid ormai i residenti fanno quasi fatica a rientrare a casa, e si fa fatica a passare con i mezzi di soccorso.

«Ma non è certo il caso di piazza Santo Stefano, ovviamente. Questa piazza va vissuta, e poi se parliamo di epoca Covid dobbiamo tenere conto delle grandi difficoltà che hanno avuto le attività commerciali con i due lockdown. Che facciamo, adesso che si ricomincia a vivere gli togliamo una certa fonte di profitto? La piazza è bellissima così com’è, non c’è nessun tipo di impedimento. Ripeto, qui si rischia di far tornare il degrado, della situazione ne ho parlato con i ragazzi di ‘Camera con vista’ e di ’051’, che sono abbastanza sconcertati da questa decisione».

Si aspetta una protesta forte da parte dei locali?

«Beh, non so cosa intendano fare nel concreto, ma se fossi in loro di certo mi farei sentire dal Comune. Il quale, sia chiaro, ha tutto il tempo per correggere il tiro, e io me lo auguro assolutamente perché una misura del genere, sicuramente immotivata, potrebbe dare una mazzata non indifferente all’economia delle attività coinvolte. Piazza Santo Stefano va valorizzata, non certo penalizzata»

pa. ros., Il Resto del Carlino – 21 luglio 2022

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