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Osservatorio lavoro – II negoziante: «Turni nel weekend poco graditi»

Gianluca Castagnoli di ‘Bertocchi abbigliamento’: «Trovare persone qualificate è dura e molte preferiscono il part time»

«I tempi sono cambiati, sembra che non sia più così allettante lavorare in un negozio di abbigliamento…». Gianluca Castagnoli, 58 anni, titolare di ‘Bertocchi abbigliamento’ presente in tre punti vendita a Sasso Marconi, Castiglion dei Pepoli e Bologna in via don Sturzo, è nel settore da 40 anni. Primo impiego a 18 anni, da apprendista commesso.

Imprenditori, sindacati, commercianti lamentano la difficoltà di reperire manodopera. Conferma? «Trovare persone qualificate è piuttosto difficile. E, soprattutto, quando spieghi gli orari di lavoro iniziano i problemi».

Uno dei problemi è lavorare nel weekend? «Molti non gradiscono. I ragazzi che iniziano adesso trovano più difficile lavorare nel fine settimana perché magari preferiscono fare altre cose… Ogni tanto, poi, succede che chiedono di fare il part time. Ma se mi serve una persona a tempo pieno, così devo assumere due dipendenti a orario ridotto e non è conveniente. Senza contare il rapporto con i clienti: magari viene qualcuno alla mattina per una camicia, poi torna il pomeriggio e trova un’altra persona che non sa nulla dell’acquisto…».

Da quando c’è questa situazione? «Negli anni Novanta lavorare in un negozio di abbigliamento era ambito, oggi non è più così. È cambiato il modo di vivere e anche vestirsi bene per una festa, un evento, una ricorrenza è meno sentito rispetto a prima».

Il Covid non ha aiutato… «Oltra al periodo del lockdown dove bastava una tuta per stare in casa, c’è anche il tema dello smart working che ha modificato certe nostre abitudini. Del resto, senza andare in ufficio non hai bisogno di cambiare abito tutti i giorni».

Il sociologo Domenico De Masi dice che uno dei motivi per cui i giovani non accettano di fare certi lavori è per la paga ridotta e gli orari di lavoro troppo estesi. Crede abbia ragione? «Non è certo questo il punto. L’obiettivo di un commerciante è rendere felice i propri clienti. Non è, quindi, possibile chiudere prima delle 18 o tenere chiuso il sabato. I clienti vengono da noi soprattutto quando hanno tempo libero, dopo il lavoro o nel weekend. Per questo l’idea di accorciare l’orario non la condivido».

Qual è allora la soluzione? «Conosco la malattia, ma non la cura. Di certo, dopo il Covid e il boom dell’e-commerce i negozianti devono fare di tutto per mantenere uno standard elevato. E agevolare quanto più possibile i clienti che vengono a trovarci».

È d’accordo, invece, con chi pensa che i giovani si siano ‘seduti’ e non abbiano voglia di sacrificarsi? «Sono altri tempi. Oggi se prendi un telefonino e fai l’influencer è tutto più facile che venire a lavorare tutti i giorni in negozio».

ros. carb. – Il Resto del Carlino, 21 aprile 2022

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