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Bar e ristoranti, conto salato la serrata costerà 3 miliardi Negozi, fatturato dimezzato

“Un lockdown tra Natale, Capodanno ed Epifania sarebbe un duro colpo”

LE CIFRE Comporterebbe infatti per negozi e pubblici esercizi un’ulteriore perdita di 10 miliardi di euro, di cui 3 miliardi di euro circa di consumi in bar, ristoranti ed altre attività di somministrazione e 7 miliardi in acquisti di beni e prodotti». Sono le stime della presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise. Stime inserite nella drammatica relazione letta all’assemblea annuale dell’associazione.

Secondo De Luise lo stop delle vacanze vale circa 12 miliardi di consumi congelati mentre il 64% degli italiani in questi giorni sta progettando di spendere meno dello scorso anno anche per i regali e gli altri acquisti di Natale, dalla casa alla tavola. Il settore dunque sembra andare verso un dimezzamento del fatturato nel periodo più importante dell’anno per le vendite.

LE STIME «Si tratta della quota di riduzione di consumi più alta mai rilevata dal 2001 ad oggi dai sondaggi Confesercenti-Swg – sottolinea De Luise – che si tradurrebbe in una riduzione di 4,7 miliardi di euro di spesa in consumi natalizi. La revisione delle spese si fa sentire anche sotto l’albero: per i regali di amici e parenti, gli italiani dichiarano in media di aver previsto un budget di 162 euro, contro i 194 euro dello scorso anno».

Anche le stime della Fipe, l’associazione delle imprese della ristorazione e dei bar che aderiscono alla Confcommercio, sono nerissime. Il solo pranzo di Natale – sempre sulla base delle stime Fipe-Confcommercio- si traduce in 270 milioni di fatturato per le imprese del settore. Denaro che il Dpcm del 3 dicembre – consentendo questo appuntamento – salvava in massima parte. Ma la possibile ulteriore restrizione che arriverà nelle prossime ore potrebbe far saltare anche questa possibile boccata d’ossigeno.

Secondo la Fipe se tutta l’Italia diventerà arancione o rossa, consentendo dunque a bar e ristoranti di lavorare solo per l’asporto, le imprese di ristorazione andranno a perdere 300 milioni al giorno anche considerando un giro d’affari del 20% assicurato dall’asporto. Oltre che per il crollo della richiesta delle famiglie, il settore potrebbe essere colpito anche dalla perdita della domanda delle imprese, in particolare le piccole, che nel periodo natalizio spesso coinvolgono la ristorazione nelle loro politiche di marketing verso clienti e dipendenti.

L’anno più duro per i bar e i ristoranti si potrebbe chiudere dunque con un colpo di grazia definitivo, a meno che il governo non vari ristori adeguati che però non sembrano avvicinarsi alle perdite effettive del valore non prodotto. «La ristorazione – spiegano alla Fipe – soffre poi in modo particolare l’incertezza del momento. Molte aziende, in particolare quelle delle Regioni in fascia gialla, hanno ordinato merce deperibile, soprattutto in vista degli ultimi acquisti natalizi, e ora rischiano di restare con il cerino in mano».

Alcune Regioni, come Campania, Lombardia, Toscana, hanno avviato una politica di aiuti pro-imprese, in alcuni casi a fondo perduto, che però sembrano non essere sufficienti. «Valutiamo che nei prossimi mesi una impresa commerciale su tre perderà la metà del fatturato – si legge in un allarmato comunicato di Confcommercio Lombardia – L’attenzione nei confronti delle imprese deve restare alta. Occorre garantire risposte veloci e concrete per migliaia di attività che meritano di avere una reale prospettiva di futuro».

Diodato Pirone, Il Messaggero 17 dicembre 2020

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