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Covid, a Bologna mercato immobiliare in picchiata

Si registra un -20%. Al calo delle compravendite e (anche se più contenuto) dei prezzi, si aggiunge la lentezza della burocrazia, ancora frenata dall’epidemia

Il Covid ha fatto girare il vento nel mercato immobiliare. A Bologna, che aveva prima dell’epidemia dati positivi, analisti e operatori stimano per il 2020 un calo delle compravendite attorno al 20% rispetto all’anno scorso, con cali di prezzi che, seppur contenuti, segnano un’inversione di tendenza. E all’incertezza s’aggiunge un altro problema: la burocrazia. “Gli uffici pubblici devono riaprire, ci stanno impedendo di lavorare”, avverte la Fiaip cittadina (la federazione degli agenti immobiliari).
 
Stando ai dati già accertati, nel primo trimestre le compravendite di case sono calate del 6,4%, però meno che nel resto d’Italia (Milano -19,3%, Roma -14,8%). Nello stesso periodo, secondo Bankitalia, i nuovi mutui sono calati in regione dell’11%, con un crollo a marzo dovuto al lockdown. Sono dati che però ancora non registrano tutti gli effetti dell’epidemia. Secondo Nomisma infatti, tra aprile e giugno, le compravendite a Bologna sarebbero calate del 40- 45%, nonostante una ripresa subito dopo il lockdown per l’esaurimento di pratiche precedenti.
 

“A fine anno stimiamo un calo del 20% delle compravendite, simile alla media italiana – spiega Luca Dondi, ad di Nomisma –. Sui canoni invece il calo dovrebbe attestarsi sul 5- 6% rispetto al 2019: qui inciderà pure il crollo del turismo”. Anche Scenari Immobiliari stima compravendite in calo del 20% sul 2019, con prezzi in discesa più in periferia che in centro storico. Secondo l’istituto di ricerche sotto le Due Torri ci saranno circa 4.800 transazioni (-1.230 sull’anno scorso), riportando le lancette indietro di cinque anni.
 
Sul fronte prezzi il calo non dovrebbe trasformarsi in picchiata: in periferia si prevede un – 3,9%, nel centro storico si perderebbe solo l’1,1%. “Tutto questo vale con una rapida ripresa, ma con una crisi duratura e l’aumento della disoccupazione i numeri sarebbero diversi – precisa Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari –. Con la quarantena però la gente ha più fame di luce e giardini, proprio per questo Bologna potrebbe essere più penalizzata rispetto ai comuni dell’hinterland”. Ragionamenti condivisi da Roberto Maccaferri, presidente di Fimaa Bologna: “La gente vuole stare bene in casa, chiede più spazi e luce. Un aiuto potrebbe darlo l’Eco-Bonus”.
 
La Fiaip, con Area Proxima, ha invece tastato il polso a 77 agenzie. Più di 4 agenti su 10 dicono che solo il 10% degli acquirenti ha interrotto la ricerca d’una casa, anche se la quota sale fino al 25% per un terzo di loro, e i motivi sono l’incertezza sul reddito, il timore del contagio e l’aspettativa di un forte ribasso sui prezzi.

Incertezza che spiega anche quasi un terzo delle trattative che si sono già fermate causa Covid, mentre sui prezzi di vendita gli agenti si spaccano: il 49% pensa che diminuiranno, il 48% li vede stabili. I canoni resteranno stabili per il 49% degli agenti, pur cambiando radicalmente il mercato turistico degli affitti brevi: per quasi il 60% questo diminuirà fino al 2021- 22, mentre per il 23% verrà convertito verso affitto tradizionale o vendita. “All’Agenzia entrate ci son code infinite solo per depositare i documenti, in Comune è difficile fare accessi agli atti e le banche hanno rallentato l’esame dei mutui – attacca Massimiliano Bonini (Fiaip) –. È ora di riaprire gli uffici”.

Marco Bettazzi e Marcello Radigheri, La Repubblica, 12 luglio 2020

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