Le strategie del presidente Postacchini. «Abbiamo fatto altri parcheggi e cambiato l’area controlli. Presto le passerelle per l’accesso diretto al volo»
Enrico Postacchini, presidente dell’Aeroporto di Bologna, il Marconi vuole spiccare il volo, ma occorrono investimenti per farlo. A che punto è il piano di interventi per implementare lo scalo felsineo? «Stiamo raccogliendo i primi frutti. Abbiamo già messo in campo un grande impegno, perché l’aeroporto lo merita. Durante la scorsa estate, le criticità principali al Marconi erano dovute per lo più alla carenza di posti auto. Una ferita ora parzialmente rimarginata con ulteriori 1.100 stalli nel nuovo parcheggio, che si aggiungono a quelli già esistenti. Ma soprattutto c’è la rinnovata area dei controlli di sicurezza, che ha comportato significative differenze in termini di efficienza e riduzione delle file: ora sono operativi tutti gli otto accessi con nuove macchine radiogene. E siamo fra i cinque scali italiani che permettono di portare con sé liquidi superiori ai 100 ml nel bagaglio a mano».
Sotto il profilo logistico e degli spazi, quali sono le rivoluzioni all’orizzonte? «Una volta ingrandito e ottimizzato l’attuale terminal, ne verrà costruito uno nuovo che sarà adiacente a quello già esistente. Parliamo di ulteriori trentamila metri quadrati di superficie su due piani, cioè una metratura considerevole. E sarà proprio in questi spazi saranno ospitati i famosi finger (le passerelle coperte che permettono ai viaggiatori di imbarcarsi sugli aerei direttamente dal gate, senza l’utilizzo dei pulmini, ndr)».
I finger saranno una novità per l’aeroporto. Quanto si dovrà aspettare? «Puntiamo al 2028. Faranno parte del nuovo molo, ovvero l’ultimo atto di questa tranche di grandi investimenti che vede, come fine del masterplan, il 2030. Ciò non toglie che, ovviamente, come aeroporto continueremo comunque a investire anche dopo quella quella data. L’intenzione è quella di guardare sempre avanti, fino al 2046».
Quanti saranno i finger? «Stiamo ragionando su un numero che si aggira intorno a 4 e 6, ma se dovesse occorrere si potranno anche aumentare, a seconda delle necessità. Sappiamo che sono molto richiesti dai passeggeri. Ricordo, però, che i finger hanno un costo per le compagnie aeree e sono più appannaggio di quelle di linea piuttosto che delle low cost».
Ci sono invece cantieri in essere per il cui effetto potremmo vedere un aeroporto trasformato nel breve termine? «Ci sono cantieri ai primi gate per ampliare anche qui gli spazi a disposizione. Interventi che termineranno da qui a fine 2025. Mentre nel 2026 finiranno i lavori del parcheggio multipiano, con una seconda metà che sarà così fruibile dall’anno prossimo. E per fare altri esempi, sempre nel 2026, si aggiungeranno anche le telecamere per monitorare gli abusivi che parcheggiano e sostano in rotonda. Queste tecnologie sono in magazzino già da tempo e aspettiamo solo di definire gli ultimi dettagli burocratici prima di installarle, perché comunque le multe saranno incassate dal Comune. Ma saranno previsti anche nuovi esercizi commerciali e punti di ristoro all’interno dello scalo. Alcuni sono già attivi».
Venendo al lavoro di tutti i giorni, come procede la gestione dei flussi turistici per questa estate? «Il Marconi continua a lavorare a pieno regime e in grande tranquillità, in presenza di volumi importanti: nel mese di luglio abbiamo registrato oltre un milione di passeggeri. L’aeroporto di Bologna non è saturo e risolve le criticità effettuando i lavori. Infine, un’importante differenza è stata segnata con il passaggio da aeroporto facilitato a coordinato. I voli sono sempre gli stessi, ma distribuiti meglio durante la giornata, quindi c’è meno congestione. Nessuna compagnia ha rinunciato a volare su Bologna nonostante sia stato chiesto loro di cambiare slot orario e questo è un ottimo segno».
Giorgia De Cupertinis, Il Resto del Carlino – 11 agosto 2025