Addio Davide, oste gentile

È stato colpito da un malore in vacanza a Pantelleria. La città sotto choc

Era partito per le ferie da qualche giorno, destinazione Pantelleria, colleghi e amici, sempre disponi per un meritato riposo da un lavoro tanto amato e dove dava tutto. Davide Fanciullacci, tra i titolari del ristorante Donatello. E in quell’isola siciliana e remota dove era in vacanza con la moglie Silvia, è finita martedì la sua vita a 53 anni, portata via da un arresto cardiaco. Da ieri, quando si è saputa la notizia, Bologna piange un oste gentile, come lo ricordano i tanti colleghi e amici, sempre disponibile alla guida col fratello Riccardo e la mamma Katia, di questa istituzione felsinea della ristorazione da ben 125 anni, che per tanti artisti e celebrità è da sempre una destinazione certa: basta dare un’occhiata alle pareti del ristorante di via Righi, per rendersi conto di quante very important people sono passate. Gli Stadio ad esempio, Andrea Fornili, Gaetano Curreri e Roberto Drovandj, con la manager Laura Cordischi, sono stati sempre di casa e uno dei messaggi più accorati arriva da loro: «Ci sono dolori che lasciano senza fiato. La scomparsa di Davide Fanciullacci è uno di quei momenti che ti tolgono le parole. Davide non era solo parte della famiglia del Ristorante Donatello. Davide era famiglia anche per noi – scrivono – era il sorriso discreto, l’abbraccio gentile, la presenza silenziosa che ti faceva sentire accolto sempre, anche solo con uno sguardo. Una presenza che non dimenticheremo», perché «il Donatello, per chi come noi vive di palco, di viaggi, di ritorni a tarda notte, non è solo un ristorante. È casa, rifugio, famiglia vera».

Nel 2020, a causa del Covid, era già venuto a mancare il pilastro del Donatello assieme alla moglie Katja, ovvero Ferruccio, padre di Davide e Riccardo, il fratello più piccolo che trova le parole con fatica, per scrivere un saluto sul Facebook. «Abbiamo condiviso molto, non solo il sangue, ma anche la quotidianità del lavoro, le sfide, j sacrifici e le soddisfazioni. Dopo la morte dj nostro padre, è stata nostra madre a prendere in mano le redini dell’azienda, con coraggio e determinazione. Ma lui è stato una parte fondamentale dj quel cammino: si è dedicato con passione, dedizione e senso dj responsabilità, mettendoci l’anima giorno dopo giorno. Ha contribuito a far diventare il Donatello il posto che è oggi: un luogo vivo, solido, costruito con fatica, amore e tanto lavoro. II suo contributo non era solo pratico, era umano. Aveva iI dono raro dj far sentire tutti al proprio posto, con il sorriso giusto, con la battuta pronta, con la calma nei momenti difficili». E poi: «Da oggi, purtroppo, quel punto fermo non c’è più. E mi nasce dentro un grande dolore, un vuoto che non so ancora come colmare. Resta però tutto quello che ci ha lasciato: l’esempio, l’etica, i valori, e il bene che ha fatto».

Profonda commozione anche da parte di Ascom Confcommercio. «La scomparsa di Davide ci lascia sgomenti – dichiarano Enrico Postacchini e Giancarlo Tonelli, presidente e direttore di Confcommercio Ascom Bologna, insieme a Roberto Melloni, presidente dei Ristoratori di Fipe Confcommercio Ascom Bologna -. Con lui perdiamo non solo un imprenditore appassionato e un testimone autentico della cucina bolognese, ma soprattutto un uomo straordinario, capace dj accogliere chiunque con generosità e affetto. La sua simpatia, la sua attenzione e la sua capacità dj far sentire tutti a casa hanno lasciato un segno profondo in chi ha avuto il privilegio dj conoscerlo. La sua eredità dj umanità e amore per la tradizione continuerà a vivere nel cuore della nostra comunità».

Benedetta Cucci, Il Resto del Carlino -7 agosto 2025

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