Il viaggio dei 30mila bolognesi per la storia: notte indimenticabile. «Ho ereditato la fede da mio padre morto. Ho messo la sua maglia»
C’è chi ha viaggiato in autobus, chi un autobus non l’ha trovato e ha dovuto raggiungere Roma come ha potuto, chi è arrivato in treno o in macchina. L’imperativo era esserci. E alla fine, l’annunciata e attesa sera dei miracoli c’è stata, nel tripudio di un Olimpico diviso a metà. Tutti i
bolognesi dentro allo stadio per non perdersi una minuto della premiazione e vedere la Coppa al cielo. «Emozioni uniche, un delirio. Le porteremo dentro per sempre – racconta Simone sulle note di ‘Caro amico ti scrivo’ che risuona dagli altoparlanti dello stadio –. È una serata magica che rimarrà a vita nei nostri occhi. Dobbiamo ringraziare una squadra che incarna i valori della nostra città. Guidata da un’allenatore incredibile che è riuscito a dare una forza unica ai suoi ragazzi». C’è chi ha gli occhi lucidi, come Andrea che ricorda i tanti momenti di sofferenza negli anni prima di questa notte di gioia: «Quello spareggio col Parma con la discesa in Serie B me lo ricordo bene, corsi in camera a piangere. Essere qui stasera mi ripaga di quel momento, delle incertezze, delle estati a cercare il Bologna nei notiziari e sui giornali. Delle trasferte lontane.
Ho fatto di tutto per essere a Roma e vedere la Coppa al cielo, alzata dalla mia squadra è valso ogni sacrificio». Sotto il cappellino del Bologna di Michela si nasconde invece un sorriso stampato a tutto volto. La maglia rossoblù indosso e la felicità di essere presente per questa notte storica: «Domani si lavora ma questa sarà una notte magica. Una notte per tutti i bolognesi e per Bologna. Ce la siamo meritata, siamo arrivati qui in tanti e anche in campo abbiamo battuto una grande squadra. Abbiamo sofferto ma al triplice fischio è stata una liberazione. Da domani non saremo più solo una sorpresa. Siamo tornati per davvero». C’è anche chi vive a Roma, come Paolo ma è nato e cresciuto nella provincia bolognese e non poteva non essere presente questa sera all’Olimpico, portando con sé qualcosa di speciale: «Ho ereditato la fede rossoblù da mio padre che purtroppo è venuto a mancare proprio quest’anno. Ho indossato la sua maglia del Bologna all’Olimpico, ho voluto portarlo con me in questa sera speciale».
E nel tripudio rossoblù non potevano mancare grandi e piccini, come Federico che tutta la famiglia ha esultato come un matto al triplice fischio: «Io ci credevo tanto. Con mio zio e il papà abbiamo comprato i biglietti addirittura prima di Juventus-Empoli. Ci abbiamo sperato tanto ed è essere qui è stato eccezionale». Unica, emozionante incredibile, una notte che rimarrà negli occhi, nei racconti e nelle immagini di 30mila bolognesi. E parafrasando il Cesare rossoblù, sì Bologna, anche a Roma, questa sera, sei bellissima.
Gianluca Sepe, Il Resto del Carlino – 15 maggio 2025
Non chiamateli solo tifosi vip. Sono di più. Cesare Cremonini e Gianni Morandi sono il giocatore che in Nba premierebbero come sesto uomo dell’anno. Soffrono. Cantano. Esultano. Piangono. E a fine partita, poco prima che capitan De Silvestri alzi la coppa, sono lì: in mezzo al campo, sudati, commossi, esausti. Sono i primi ad avvicinarsi ai calciatori e gli ultimi ad andarsene. E così nell’era digitale i social diventano lo scrigno per raccogliere diapositive indelebili: Facebook, Instagram e X (o Twitter) come album delle figure da cui attingere. Morandi, una manciata di minuti dopo il fischio finale, pubblica una foto al centro del prato dell’Olimpico e commenta: «Che gioia! Un grande trofeo dopo tantissimi anni…». Cremonini compare praticamente in ogni scatto o video di ieri sera. Luca Carboni non ha risparmiato diverse ‘storie’. I social sono una festa rossoblù.
Ci sono le congratulazioni di chi per una sera si è sentito bolognese, come Francesco Aquila vincitore di MasterChef («Da domani solo tortellini», scrive) o come la Gialappa’s Band («Congratulazioni al Bologna», con tanto di meme esilaranti). Ci sono le esultanze di chi è bolognese da tutta la vita, come i meloniani Galeazzo Bignami e Marco Lisei, che la partita l’hanno vista in tribuna. C’è la gioia del sindaco Lepore («Una notte indimenticabile») e quella del governatore de Pascale («Una notte magica»). C’è l’influencer bolognese per eccellenza, il padre degli umarells Danilo Masotti. Ma il calcio avvicina anche chi al calcio avvezzo non è, come l’assessora regionale al Welfare Isabella Conti: «Mio padre piange e mi scrive ‘nel 74 era allo stadio col nonno’», le sue parole. Il Bologna vince. Anche sui social.
Francesco Moroni, Il Resto del Carlino – 15 maggio 2025