Sostenibilità: direttiva “Stop the clock”

Il 3 aprile 2025 il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva “Stop the clock” del Pacchetto Omnibus con l’obiettivo di posticipare l’operatività della normativa CSRD (“Corporate Sustainability Reporting Directive”) sulla rendicontazione societaria di sostenibilità e CSDDD (“Corporate Sustainability Due Diligence Directive”) sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità.

Tale decisione non rappresenta un rinvio ma un’occasione per semplificare la normativa europea in materia di sostenibilità e consentire alle imprese (in particolare delle PMI) più tempo per adeguarsi agli obblighi di rendicontazione e di due diligence, evitando sprechi e costi di compliance inutili.

La scelta di posticipare l’applicazione delle direttive CRSD e CSDDD deriva dalla necessità di rendere le imprese responsabili dell’impatto delle loro attività e dalla consapevolezza che molte di queste non sono ancora pronte, in termini di organizzazione e di gestione, a gestire gli obblighi previsti.

Nel caso di specie, la direttiva “stop the clock” prevede di rinviare:

  • di due anni l’entrata in vigore della Direttiva CSRD, ovvero degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità per le grandi imprese e le PMI quotate (le grandi imprese con più di 250 dipendenti. relativamente all’anno finanziario precedente, dovranno riferire per la prima volta sulle loro misure sociali e ambientali nel 2028 invece del 2026, mentre le piccole e medie imprese quotate dovranno fornire tali informazioni un anno dopo) e
  • di un anno il termine di recepimento della Direttiva CSDDD relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità.

Cos’è la CSRD?

La CSRD introduce obblighi di trasparenza per le imprese in materia di rendicontazione di sostenibilità, imponendo alle aziende la pubblicazione di un bilancio di sostenibilità dettagliato secondo gli standard ESRS (European Sustanibility Reporting Standards) nella quale devono essere indicate tutte le informazioni, anche finanziarie, relativamente agli impatti delle loro attività sui pilastri ESG (ambientali, sociali e di governance), nonché le modalità in cui tali attività influenzano le performance aziendali secondo il principio di doppia materialità.

Il Pacchetto Omnibus interviene limitando il campo di applicazione alle aziende con almeno 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 50 milioni di Euro o un attivo patrimoniale superiore a 25 milioni di Euro, prevedendo una riduzione di circa l’80% del numero di aziende obbligate a rendicontare le informazioni ESG.

Cos’è la CSDDD?

La CSDDD impone alle imprese ed ai relativi partner obblighi di due diligence sulla catena di fornitura, al fine di prevenire violazioni dei diritti umani e danni ambientali, ponendo particolare attenzione alla mappatura della catena del valore. Tra i partner sono compresi quelli per l’approvvigionamento, la produzione e la distribuzione, al fine di prevenire ripercussioni negative delle loro attività aziendali sulle persone e sull’ambiente. Condurre verifiche di due diligence sui fornitori significa garantire che anch’essi siano conformi ai requisiti ESG. La direttiva stop the clock ha ridefinito la portata applicativa della CSDDD:

  • le soglie dimensionali sono state alzate, escludendo quindi molte PMI;
  • l’obbligo di due diligence si applica soli ai fornitori diretti;
  • le valutazioni della sostenibilità avranno una cadenza quinquennale anzichè annuale.

In sintesi, le imprese che sapranno sfruttare al meglio questa fase di rinvio e di allineamento normativo, si troveranno pronte quando la rendicontazione diverrà un obbligo nelle pratiche aziendali. Garantire la conformità normativa non significa solo adeguarsi a standard comuni di riferimento (ESRS), ma anche promuovere una cultura volta alla sostenibilità e trasparenza lungo tutta la catena di fornitura. Sarà fondamentale per le imprese collaborare con fornitori e partner per assicurare che tutti i soggetti coinvolti rispettino i criteri ESG. Solo così le imprese potranno rimanere competitive, ridurre i rischi reputazionali e operativi, e contribuire in modo positivo sugli impatti ambientali e sociali.

Il testo definitivo della direttiva sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione. La direttiva sarà recepita nei rispettivi ordinamenti nazionali entro il 31 dicembre 2025.

Calendario riepilogativo delle direttive CSRD e CSDDD

DirettivaSoggetti destinatariOriginaria scadenzaNuova scadenza
CSRD1ª ondata – EIP >500 dipendenti già soggetti alla NFRD2025 (su esercizio 2024)Invariata Nessun rinvio
2ª ondata – Grandi imprese non EIP, società madri di grandi gruppi2026 (su esercizio 2025)2028 (su esercizio 2027) Rinvio di 2 anni
3ª ondata – PMI quotate, enti piccoli, assicurazioni captive2027 (su esercizio 2026)2029 (su esercizio 2028) Rinvio di 2 anni
4ª ondata – Imprese extra-UE con soglie dimensionali2029 (su esercizio 2028)Invariata Nessun rinvio
CSDDDRecepimento negli Stati membri26 luglio 202626 luglio 2027 Rinvio di 1 anno
Imprese >5.000 dipendenti e >1,5 mln Euro fatturato202726 luglio 2028 I° fase
Imprese >3.000 dipendenti e >900 mln Euro fatturato202826 luglio 2029 II° fase
Imprese >1.000 dipendenti e >450 mln Euro fatturato, incl. franchisee/licenziatarie202926 luglio 2029 Rendicontazione dal 1° gennaio 2030
Art. 16 – Rendicontazione catena del valore20281° gennaio 2029 Slittamento di 1 anno

Per informazioni contattate l’Ufficio Ambiente al seguente numero 051.6487659 o tramite mail ambiente@ascom.bo.it

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