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Beni e documenti distrutti a seguito di calamità naturali

A seguito degli eventi metereologici che hanno interessato l’Emilia Romagna, l’Agenzia delle entrate è intervenuta con una comunicazione per rispolverare le procedure da rispettare da tutti coloro che hanno subito la perdita di documenti contabili e di beni. Vengono fornite, in particolare, le indicazioni che i contribuenti devono adottare per certificare, ai fini fiscali, la distruzione di beni e di documenti contabili.

Occorre evidenziare come sia importante seguire determinate e specifiche procedure per certificare la distruzione accidentale dei beni e documenti contabili, onde evitare di ricadere nelle situazioni di seguito delineate.

La perdita di beni o di documenti contabili, ove non certificata debitamente, può dare luogo a importanti conseguenze quali:

  • con particolare riferimento alla perdita di beni, la possibile applicazione da parte degli accertatori della presunzione secondo cui i beni non rivenuti siano stati venduti (o acquistati) in evasione di imposta, pone a carico del contribuente accertato l’onere di provare che, in verità, i beni non rinvenuti siano stati utilizzati nel ciclo produttivo, ovvero siano andati dispersi per causa di forza maggiore;
  • la perdita, per eventi fortuiti o accidentali, di documenti probatori a favore del contribuente, non esonera quest’ultimo dall’onere della prova poiché, l’accertamento induttivo è sempre possibile anche “quando le scritture medesime non sono disponibili per causa di forza maggiore”.

I corretti adempimenti fissati dal legislatore per superare la presunzione di cessione di cui sopra servono ad evitare ì il potenziale rischio di un recupero fiscale.

In sintesi, la perdita fortuita dei beni deve essere provata:

  • attraverso la documentazione fornita da un organo della Pubblica Amministrazione (es. il verbale di accertamento della distruzione dei beni redatto da parte dei Vigili del fuoco) o, in mancanza;
  • da una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, da rendersi entro i trenta giorni dal verificarsi dell’evento (o dalla data in cui se ne ha conoscenza), dalla quale risulti il valore complessivo dei beni mancanti indicato in contabilità e la data certa.

Stando ai chiarimenti forniti con la circolare n. 31/E/2006, la dichiarazione sostitutiva di atto notorio non deve essere inviata all’Agenzia delle entrate, ma deve essere esibita, se richiesta, agli organi di controllo dell’Amministrazione finanziaria.

Per documentare la distruzione involontaria di documenti contabili a causa dei predetti eventi calamitosi  il contribuente:

  • dovrà presentare denuncia alle competenti autorità di pubblica sicurezza; specificando i luoghi ove le scritture si trovavano al momento dell’evento calamitoso;
  • ricostruire, per quanto possibile, i dati e gli elementi contenuti nelle scritture andate distrutte, provvedendo:
    • al recupero degli stessi da eventuali server o cloud utilizzati per la memorizzazione e
    • registrazione dei fatti e documenti aziendali;
    • al recupero, anche attraverso il sistema di interscambio, delle fatture elettroniche;
    • alla eventuale nuova stampa dei registri contabili danneggiati, qualora la contabilità sia tenuta su supporti informatici ancora disponibili e solo qualora la stampa sia obbligatoria;
    • a contattare fornitori, clienti, banche, professionisti, associazioni, ecc., per acquisire lacopia della documentazione a sostegno delle operazioni commerciali e dei fatti gestionali (lettere, contratti, ecc.), se la distruzione ha interessato anche tali elementi probatori.

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