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Le proposte di Confcommercio Ascom Bologna per i Comuni del futuro

Città Metropolitana 2024-2029
Elezioni comunali 8-9 giugno 2024

PREMESSA

Le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno prossimi, col rinnovo di 38 Comuni della Città metropolitana di Bologna, rappresentano un passaggio estremamente significativo per le nostre comunità.

Gli enti locali, ed in primis le Amministrazioni comunali, sono da sempre interlocutori privilegiati per la nostra Associazione, in grado di incidere significativamente su sviluppo del territorio, imprese e lavoro.

Come Confcommercio Ascom Bologna rappresentiamo settori di attività economica che riuniscono migliaia di imprese a livello metropolitano: dalla distribuzione al turismo, dai servizi ai trasporti, dalla logistica al mondo delle professioni.

Da tempo, grazie anche al confronto quotidiano con Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali, abbiamo maturato l’idea che la rappresentanza economica di un corpo intermedio debba non solo essere “nel” territorio, ma più in generale “del” territorio.

Questo perché, come sappiamo, esiste un legame indissolubile e diretto tra servizi di prossimità e spazio pubblico, economia urbana e qualità della vita, esercizi di vicinato e socialità.

In un simile quadro, e in sintonia con la nuova Legge regionale sull’economia urbana, costruire un’alleanza tra pubblico e privato, istituzioni e corpi intermedi, enti locali e imprese, è l’unica via per individuare politiche e modelli di sviluppo innovativi.

Politiche e modelli che, dotati delle necessarie risorse e coperture, siano in grado di rispondere alle grandi sfide che attendono il nostro territorio e il Terziario: rigenerazione urbana e rivitalizzazione economica, inclusione sociale, transizione ecologica e digitale.

Nell’ottica di valorizzare il contributo delle nostre imprese e dei nostri settori alla produttività e alla crescita della Città metropolitana, sono state messe a punto alcune proposte su tematiche che meritano particolare attenzione.

La volontà di delineare ambiti di lavoro comuni definirà in misura sempre più decisiva la capacità di consegnare a territori, città e comunità un’autentica prospettiva di sviluppo socio-economico.

Enrico Postacchini

COMUNI E TERZIARIO: INNOVAZIONE, PROSSIMITÀ E SOCIALITÀ

Lavorare su territori e comuni differenti richiede uno sguardo complessivo che tenga conto delle specificità sociali ed economiche: il filo rosso tra le nostre comunità è il contributo decisivo alla qualità della vita di quell’economia urbana che, ovunque, risponde al fabbisogno di servizi commerciali, di somministrazione, artigianali, socioassistenziali e culturali.

RIGENERAZIONE URBANA, SOCIALE, ECONOMICA

È necessario rileggere centri storici e periferie, capoluoghi e frazioni, aree interne e montane, integrando sistematicamente la rigenerazione dell’edificato e degli spazi pubblici con la rivitalizzazione dei servizi di prossimità.

Curare le nostre città e i nostri paesi significa elevare la qualità architettonica dei luoghi ma anche rafforzare commercio, pubblici esercizi e servizi, fattori di attrattività, identità e rigenerazione, sia urbana, sia sociale, in sintonia con la nuova normativa regionale.

Questo vuol dire armonizzare le trasformazioni urbanistiche con lo sviluppo sociale ed economico, accompagnando ad ogni trasformazione politiche di sostegno alle imprese ed opportunità per attrarre nuovi investimenti.

Pianificazione territoriale e processi di rigenerazione devono porsi come primo obiettivo il miglioramento del comfort urbano e della qualità architettonica, a cominciare dagli arredi, dall’illuminazione, dal verde.

Una città in cui diminuiscono le aree e gli edifici dismessi – ricucendo il tessuto urbano ed elevando la qualità generale dei paesaggi -è certamente una città più sicura, vivibile e vivace, socialmente ed economicamente.

LEGGE REGIONALE SULL’ECONOMIA URBANA

Un passaggio decisivo per città e territori sarà scandito dalla fase applicativa della Legge Regionale 12 del 2023, strumento di lavoro che toccherà direttamente Comuni, Unioni, associazioni di categoria e imprese.

La costituzione degli Hub urbani e di prossimità rappresenta l’occasione di promuovere, in una logica di partnership pubblico-privata, politiche integrate di miglioramento della qualità urbana e di sostegno a imprese insediate o da insediare.

In una logica invece di continuità con le progettualità già finanziate e avviate, è importante insistere, soprattutto nei centri minori, sulla valorizzazione delle aree commerciali e mercatali attraverso azioni di riqualificazione, promozione e marketing territoriale.

TERZIARIO E TERRITORIO

Invertire la tendenza alla dismissione di superfici commerciali di vicinato, trasversale a tutti i territori, è una sfida che richiede un’alleanza strategica tra pubblico e privato, istituzioni e imprese, enti locali e corpi intermedi.

Sostenere la competitività e la produttività dei servizi di prossimità significa, anche a livello locale, individuare agevolazioni e incentivi sostenibili per la finanza pubblica che riconoscano il valore dell’imprenditorialità.

Arginare l’ondata che sta progressivamente oscurando il pian terreno dei nostri edifici richiede anche di evitare cambi d’uso che possano compromettere il tessuto di prossimità e comprimere la multifunzionalità urbana.

È fondamentale promuovere il modello italiano di pluralismo distributivo attraverso una pianificazione attenta degli insediamenti di nuove grandi strutture commerciali, che tenga conto degli impatti ambientali, occupazionali, sociali e sul tessuto commerciale.

SPAZIO PUBBLICO, AGGREGAZIONE E FUNZIONE SOCIALE

Lo spazio pubblico, inteso come bene comune, acquista valore non soltanto grazie a processi di rigenerazione e qualificazione, ma anche per effetto di una gestione condivisa tra amministrazione pubblica, cittadinanza e servizi di prossimità.

I soggetti economici, a cominciare dai pubblici esercizi, che rappresentano l’ossatura delle nostre città e dei nostri paesi, devono essere sempre più coinvolti nella cura, promozione, animazione e valorizzazione dello spazio pubblico, nell’interesse delle nostre comunità, ad ogni scala. 

I dehors, ad esempio, sono stati molto utili per rivitalizzare i centri cittadini e per questo riteniamo che una regolamentazione stringente, per quelle piazze e vie che consentirebbero invece di avere più tavolini per accogliere clienti e turisti, andrebbe rivista. Sarebbe utile, quindi, prevedere la deregolamentazione dei dehors laddove possibile.

Le città e i paesi che vogliamo sono luoghi dotati di un’economia di prossimità vivace e con un’alta qualità della vita, lontani dall’immagine di “paese-dormitorio” che si limita alla funzione abitativa e rinuncia ad offrire a residenti e city user qualsiasi forma di intrattenimento.

CENTRI STORICI E FRAZIONI COME NUOVA CENTRALITÀ

I centri storici delle nostre città e dei nostri paesi prendono forma dalle attività economiche del Terziario: dal commercio su area pubblica alle botteghe storiche, dalla ristorazione alle imprese della cultura e del turismo.

E proprio il commercio ambulante, con la sua presenza sulle piazze e sulle strade e la relazione forte col consumatore, rappresenta un fattore importante di valorizzazione e aggregazione sociale.

Sempre per quanto riguarda le aree mercatali, per venire incontro alle necessità degli ambulanti, che organizzano i mercati e le fiere, rendendo più vive le città e attirando per questo turisti nelle aree urbane della provincia, riteniamo andrebbe prevista una riduzione/sconto del canone mercatale.

L’attenzione da riservare alla promozione dei centri storici non deve essere disgiunta dall’esigenza di garantire, anche nelle frazioni, gli stessi standard di vita, lavoro, servizi, assistenza sanitaria, istruzione e intrattenimento, costruendo nuove centralità in una logica di coesione territoriale e inclusione sociale.

In questa ottica sarebbe utile valorizzare maggiormente la stagione estiva e rendere fruibili le aree verdi della nostra provincia. Sono sempre di più i pubblici esercizi (ristoranti, bar, locali serali) alla ricerca di spazi verdi dove poter realizzare manifestazioni estive temporanee. Per questo riteniamo sia utile da parte dei Comuni la messa a bando di spazi pubblici e verdi per l’attività estiva dei pubblici esercizi.

LA MOBILITÀ NELLA CITTÀ METROPOLITANA

La mobilità rappresenta un aspetto fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico del territorio: per questo, occorre contemperare diritto alla mobilità, sicurezza della circolazione e tutela dell’ambiente.

Lo shift modale pianificato dal PUMS non può rappresentare l’unico obiettivo: dobbiamo combinare azioni diverse e convergenti, anche valorizzando l’interscambio, ma lasciando al cittadino la scelta finale sul tipo di mobilità più conveniente.

IL PASSANTE, LE OPERE DI ADDUZIONE, GLI INTERVENTI INFRASTRUTTURALI

Il sistema tangenziale e autostradale di Bologna rappresenta lo snodo principale, e imprescindibile, dell’intero sistema di mobilità metropolitano.

Nella realizzazione del Passante Bologna vanno salvaguardate e realizzate prioritariamente tutte le opere di adduzione previste, essenziali per risolvere le criticità della viabilità sul territorio.

Al Passante si affianca una molteplicità di interventi strategici – alcuni ancora su carta, altri già nel pieno dei lavori – che interessano l’intera Città metropolitana: dal Nodo ferro-stradale di Casalecchio a quelli di Rastignano e Funo, fino alla Complanare Nord.

A queste opere connesse al sistema viario della cintura urbana, si aggiungono gli interventi di “rango” inferiore, già previsti nel PUMS.

Dal completamento della Trasversale di Pianura, alla Variante Bretella delle Budrie, fino alla Variante di Stiatico della Nuova Galliera ed a diverse circonvallazioni, tra cui quelle di Argelato, Bentivoglio, Galliera, Minerbio, San Giorgio di Piano.

PROGRAMMAZIONE CANTIERI, CONCERTAZIONE, RISTORI

La compresenza di cantieri così impattanti richiede agli enti locali capacità di programmazione, coordinamento e informazione per minimizzare i disagi, ma anche risorse per ristorare le imprese coinvolte, direttamente e indirettamente.

VERSO UNA NUOVA VIABILITÀ NELLA CITTÀ METROPOLITANA

La visione del PUMS sulle reti per la mobilità motorizzata risente della volontà di escludere la creazione di nuove strade metropolitane, se non già inserite negli strumenti pianificatori vigenti: una scelta, quest’ultima, che ci trova in disaccordo.

Riteniamo al contrario che sussista l’esigenza di viabilità ex novo o di potenziamento di quella esistente.

La Bretella Reno-Setta rappresenta un intervento di natura strategica per la mobilità e l’economia dell’Appennino bolognese, garantendo un collegamento veloce tra sistema autostradale, Valle del Reno e del Setta in grado di alleggerire il traffico pesante sulla Porrettana.

E proprio la Strada Statale Porrettana, che lega comuni e territori di un’intera vallata, attende da decenni interventi di ammodernamento e adeguamento che la rendano più sicura ed efficiente.

Permane l’esigenza di completare la Nuova Galliera fluidificando il raccordo con la via Cristoforo Colombo, attuando il progetto già in itinere in tempi rapidi.

CENTRI STORICI, PEDONALITÀ E MOBILITÀ SOSTENIBILE

Il rischio di desertificazione dei centri storici e delle aree commerciali naturali esige politiche di valorizzazione a sostegno dell’attrattività.

Occorre ripensare la mobilità rendendola più sostenibile ma anche più moderna, senza ostacolare accessibilità e lavoro e rinunciando una volta per tutte a fughe in avanti o pregiudizi ideologici.

Al riguardo, ci preme sottolineare come eventuali nuove pedonalizzazioni, centrali o periferiche, e ZTL, debbano sempre essere pianificate, condivise e dotate di progetti di accessibilità in adiacenza, gestendo al meglio gli impatti su circolazione ed economia.

TRASPORTO PUBBLICO E SISTEMA FERROVIARIO METROPOLITANO

Lo sviluppo urbanistico ed economico della Città metropolitana ha determinato un aumento dei movimenti giornalieri pendolari dai comuni della prima e seconda cintura verso il capoluogo.

Lavoratori, studenti e city users attendono da tempo un’offerta di trasporto pubblico più competitiva in termini di tempi, frequenze e costi e questo impone un rafforzamento del Sistema Ferroviario Metropolitano (SFM).

A dispetto delle potenzialità (tempi di percorrenza e comfort di viaggio) l’infrastruttura non è decollata come alternativa al mezzo privato e per questo l’obiettivo di frequenza ogni 15’, insieme ad un impegno per l’estensione delle fasce orarie, rappresentano le sfide del prossimo mandato amministrativo.

E ciò a maggior ragione in considerazione del fatto che il progetto della tranvia di Bologna non prevede attualmente collegamenti diretti con i principali centri urbani della prima cintura.

Per i collegamenti su ferro tra città e montagna bolognese è poi assolutamente necessario un raddoppio dei binari sulla Bologna – Porretta, almeno fino a Vergato, e non, come da accordo del 2023, fino a Sasso Marconi.

MISURE DI STIMOLO PER NUOVA IMPRENDITORIALITA’ E OCCUPAZIONE

Pensiamo che le nuove Amministrazioni locali, nell’ambito dei loro bilanci ed in raccordo con la Città metropolitana e la Regione Emilia Romagna, debbano concorrere con azioni mirate e localizzate a favorire la crescita economica ed occupazionale dei nostri territori.

FISCALITÀ E INCENTIVI A SOSTEGNO DELL’IMPRESA

Il primo fronte di intervento può essere quello delle agevolazioni e premialità per alcune specifiche categorie di imprese e territori nei quali riattivare dinamiche di imprenditorialità e attrarre nuovi investimenti. In particolare:

  1. agevolazioni tributarie e tariffarie a sostegno del ricambio generazionale, con beneficiarie le imprese nate dalla cessione d’azienda familiare;
  2. agevolazioni tributarie e tariffarie per aziende individuali femminili e per società di persone o di capitali in cui la maggioranza dei soci o degli azionisti siano donne;
  3. agevolazioni tributarie e tariffarie pluriennali per le nuove attività imprenditoriali o per imprese già in essere gestite da giovani;
  4. agevolazioni tributarie e tariffarie per aziende che assumono nuovo personale;
  5. considerare uno sconto per i pubblici esercizi sulla Tari e sulla Cosap per alleggerire la pressione delle tasse che ogni anno gravano sugli imprenditori dei pubblici esercizi, prevedendo un sistema di incentivi per l’abbassamento della Tari a coloro che sono maggiormente impegnati nella raccolta differenziata;
  6. i locali da ballo da tempo chiedono uno sconto sulla Tari del 50% in quanto a oggi si ritrovano a pagare il 100% della tassa rifiuti nonostante le aperture all’anno non siano più di 80. La richiesta è quindi di ottenere uno sconto sulla Tari così da rendere la tassa più equa rispetto alla loro attività.
UNA FISCALITÀ DI VANTAGGIO PER L’APPENINNO BOLOGNESE E LE AREE SVANTAGGIATE

Se intraprendere nuove attività in montagna è più difficile che altrove allora le aziende che hanno fatto (e faranno) questa scelta devono misurarsi con una tassazione più equa e sostenibile e per questo occorre introdurre strumenti di fiscalità agevolata, anche locale.

L’introduzione di un fisco di equità, proporzionale e differenziato a seconda del contesto territoriale, insieme con l’istituzione di zone franche, è una condizione indispensabile per avviare e sostenere circuiti di vitalità sociale ed economica nel nostro Appennino.

Misure analoghe potranno essere adottate anche in porzioni di territorio della pianura, ad esempio le frazioni, nelle quali è opportuno sostenere in modo duraturo l’attività di impresa di prossimità.

SNELLIMENTO DELLE PRATICHE SUAP

I futuri amministratori dovranno avviare un dialogo con la Città metropolitana per arrivare ad uniformare i regolamenti a livello provinciale. È fondamentale, inoltre, prevedere un’accelerazione nell’approvazione delle pratiche e superare i rallentamenti dovuti agli adempimenti delle diverse normative settoriali.

SICUREZZA E LEGALITÀ

Sicurezza e legalità rappresentano le premesse di vivibilità e qualità della vita nella Città metropolitana, ma anche un prerequisito per lo svolgimento dell’attività di impresa. Come risulta, in questi ultimi anni, si è purtroppo registrato un incremento di micro criminalità, degrado ma spesso anche di vera e propria criminalità: la sicurezza deve quindi essere un tema di importanza centrale anche per le Amministrazioni comunali.

INCREMENTO DEL PRESIDIO DELLE FORZE DELL’ORDINE SUL TERRITORIO

Favorire il coordinamento tra Polizia Locale e Forze dell’Ordine, garantendo un costante presidio sul territorio metropolitano, soprattutto con riferimento a quelle zone considerate particolarmente sensibili in quanto caratterizzate da fenomeni di microcriminalità e degrado.

POTENZIAMENTO DELLA VIDEOSORVEGLIANZA IN AREE PARTICOLARMENTE A RISCHIO

Stanziare fondi in un’ottica di prevenzione e deterrenza da destinare al potenziamento della “sicurezza passiva” in zone sensibili e aree commerciali attraverso l’installazione o, dove già presente, il potenziamento della videosorveglianza.

INTERVENTI SULL’ILLUMINAZIONE PUBBLICA

Potenziare l’illuminazione pubblica in quelle strade e in quelle piazze maggiormente a rischio degrado, sia mediante lo svolgimento periodico della manutenzione ordinaria degli impianti di illuminazione sia, dove possibile, tramite lo stanziamento di fondi per la realizzazione di progetti di riqualificazione urbana.

COINVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE NEL CONTROLLO ATTIVO DI VICINATO

Il contributo dei servizi di prossimità alla qualità dell’ambiente urbano, alla vivibilità e alla vivacità dello spazio pubblico li identifica da sempre come presidio essenziale di legalità economica e sicurezza.

Coinvolgere direttamente i commercianti per un “controllo attivo” di vicinato potrebbe fornire un supporto importante per il presidio del territorio in stretto raccordo con le Forze dell’Ordine.

LOTTA ALL’ABUSIVISMO

La vendita dei prodotti di qualità e la professionalità stessa delle imprese commerciali passa anche per accurati controlli nei confronti di chi svolge un’attività senza le dovute prescrizioni e autorizzazioni.

Negli anni ci siamo sempre battuti contro l’abusivismo commerciale e professionale ed è necessario che gli enti locali portino avanti controlli più approfonditi su questa tematica.

L’APPENNINO BOLOGNESE TRA RISORSE E FRAGILITÀ

L’Appennino bolognese è sicuramente un territorio dalle molte potenzialità, come testimoniano le sue eccellenze enogastronomiche, i luoghi di interesse architettonico e naturalistico e quelle eccellenze imprenditoriali che, nel loro settore, sono dei veri e propri fiori all’occhiello. 

L’Appennino bolognese non è però solo questo, è anche un’area in cui sono presenti fragilità importanti (dissesto idrogeologico, gap infrastrutturale, spopolamento e desertificazione commerciale) che vanno superate in un’ottica di sviluppo economico, turistico e sociale.

POLITICHE PER LO SVILUPPO IMPRENDITORIALE

Tutti i livelli istituzionali, da quello comunale a quello regionale, e ciascuno secondo i propri ambiti di competenza, devono essere promotori di una politica economica di sviluppo per l’Appennino, dotata di risorse adeguate e con contributi diretti alle imprese per sostenere digitalizzazione, ammodernamento gestionale e organizzativo, innovazione di prodotto, riqualificazione.

Il mantenimento e l’ampliamento della rete di imprese e servizi, del resto, è da considerare un’assoluta priorità; a tal riguardo le attività economiche di prossimità rappresentano un essenziale presidio territoriale, non soltanto economico, ed un fattore decisivo per l’attrattività, la socialità e la vivibilità di paesi, frazioni, borghi.

FAVORIRE E INCENTIVARE LA RESIDENZIALITÀ

Lo sviluppo economico e sociale delle aree montane non può prescindere da misure di contrasto allo spopolamento, promuovendo l’Appennino come luogo attrattivo in cui vivere, lavorare e investire.

Invertire il declino demografico richiede non soltanto una fiscalità agevolata, ma “dedicata” all’Appennino: tagliare il carico fiscale su imprese e lavoratori è un primo passo.

Ma ridurre le disuguaglianze tra territori significa anche rafforzare e ampliare il sistema di incentivi esistente: dalla residenzialità, sia in affitto sia per l’acquisto, al trasporto pubblico, dalle spese scolastiche a quelle sanitarie.

UN’OFFERTA TURISTICA INTEGRATA E PER TUTTE LE STAGIONI

È fondamentale per il territorio montano pensare ad un’offerta turistica destagionalizzata, che passi da una valorizzazione del turismo di prossimità, lento e sostenibile, tenendo conto dell’escursionismo, dell’enogastronomia, delle produzioni artigianali locali e degli itinerari artistici e storico – culturali.

In quest’ottica andrebbe sviluppato anche un programma, in sinergia con imprese turistiche e indotto, legato al turismo sportivo, che sta sempre più guadagnando interesse tra coloro che scelgono la meta delle vacanze anche in base alle attività all’aria aperta che è possibile praticare.

CURA E MANUTENZIONE DEL TERRITORIO

Di fondamentale importanza per l’Appennino bolognese vi è anche la cura e la manutenzione di un territorio che, a causa delle conseguenze del cambiamento climatico, è per sua natura particolarmente fragile sul piano del dissesto idrogeologico.

Diventa perciò necessario rafforzare gli interventi di difesa del suolo finalizzati alla previsione e alla mitigazione del rischio idrogeologico, come manutenzione di bacini idrici, superfici forestali e agricole, favorendo in un’ottica collaborativa anche il supporto delle aziende private.

IL TURISMO COME LEVA DI SVILUPPO DELL’AREA METROPOLITANA

Il turismo rappresenta una delle principali locomotive di crescita per Bologna, entrata nel circuito delle Città d’Arte come “best second touristic destinations”: diffondere l’andamento del capoluogo nel territorio metropolitano sarà la sfida dei prossimi anni.

Una sfida che i territori possono vincere lavorando in sinergia col Territorio Turistico Bologna-Modena, la Città metropolitana, il Comune di Bologna, la Fondazione Bologna Welcome, le organizzazioni del turismo e del commercio maggiormente rappresentative.

AUMENTARE LA CAPACITÀ ATTRATTIVA DI COMUNI E TERRITORI

É fondamentale trasformare in prodotto turistico le eccellenze locali ad alto contenuto identitario, supportandone la creazione anche attraverso lo sviluppo di servizi funzionali a renderlo fruibile dal mercato.

Outdoor, natura e benessere costituiscono, insieme ai centri storici come luoghi dell’identità, dello stile di vita locale e della socialità, l’ossatura dell’offerta nei nostri territori montani, collinari e di pianura.

Occorre proseguire il lavoro svolto come Territorio Turistico sia sulle linee di prodotto trasversali a città, montagna e pianura, come enogastronomia, cultura e MICE, sia su quelle più caratterizzanti delle aree extra-urbane.

IMPOSTA DI SOGGIORNO: UNIFORMITÀ E DESTINAZIONE D’USO DELLE RISORSE

Da tempo, a livello nazionale, si sta ragionando su una revisione dell’imposta di soggiorno, un sistema di tassazione iniquo che individua nell’esercizio ricettivo l’unico punto di prelievo e nel cliente che lì soggiorna l’unico contribuente.

Se in prospettiva è auspicabile l’istituzione di una più equa city tax, oggi è necessario, quanto meno, che l’imposta di soggiorno sia introdotta esclusivamente nei Comuni ad effettiva e consolidata vocazione turistica.

Va superata anche un’imposizione a macchia di leopardo che crea disparità tra comuni e strutture ricettive. Per tale ragione serve un’armonizzazione nei regolamenti comunali e una semplificazione delle procedure a carico degli operatori, nonché l’adozione del medesimo software gestionale.

C’è poi il tema della destinazione d’uso delle risorse, che devono rimanere sulla promozione turistica diretta e non polverizzarsi nei bilanci comunali, e del ruolo essenziale della concertazione con le federazioni di categoria maggiormente rappresentative.

OFFERTA RICETTIVA: QUALITÀ DELL’ACCOGLIENZA E CONTRASTO DELL’ABUSIVISMO

È fondamentale, in una prospettiva di crescita, incrementare una ricettività alberghiera di qualità sui territori, incentivando nuove aperture e sostenendo processi di riqualificazione delle strutture esistenti.

Investire prioritariamente sull’ospitalità alberghiera serve a preservare l’equilibrio con le altre componenti dell’offerta ricettiva, ed in particolare con quella sharing, ed a garantire il controllo qualitativo degli standard.

La crescita della ricettività extra-alberghiera nell’area metropolitana richiede, per offrire al visitatore servizi di qualità, la creazione di una cultura di impresa legata al settore turismo.

Nel turismo, come in qualsiasi altro settore di attività economica, il principio “stesso mercato, stesse regole” è inderogabile.

Regole uguali per tutti, strumenti informativi e controlli per far emergere il “turismo sommerso” sono alla base di un sistema ricettivo competitivo e professionale, in grado di sostenere una crescita turistica sostenibile per comunità e territori.

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