Cambia ancora il decreto c he multa chi non espone il doppio prezzo Il confronto tra quello praticato e quello regionale. Congelato lo sciopero.
confezionato a Palazzo Chigi con una consapevolezza: bisogna riscrivere il testo del decreto. Ancora una volta, a poche ore dalla retromarcia sul taglio delle accise. Giorgia Meloni sa che deve smussare le sanzioni decise appena quattro giorni prima per i gestori che non espongono il doppio prezzo, quello
praticato alla colonnina e quello medio nazionale: quelle più dure vengono riservate solo alle “omissioni”
ed escluse per i sémplici “ritardi” di comunicazione. E se rimane invece l’obbligo di esporre il
prezzo medio, al centro dell’operazione trasparenza voluta dal governo, tuttavia il prezzo da nazionale
diventa regionale, per venire incontro ai gestori che sottolineano le esigenze di considerare le variabili
territoriali. Abbastanza perché, dopo l’incontro con il governo, lo sciopero già programmato per il 25 e 26 gennaio venga sospeso, anche se non ancora cancellato: la decisione finale verrà presa dopo la pubblicazione del decreto, attesa tra oggi e domani. Nel provvedimento vengono definiti anche i criteri che regoleranno il taglio delle accise se il prezzo della benzina dovesse schizzare ancora più in alto. Nei ragionamenti che rimbalzano dentro al governo c’è una soglia psicologica da non superare: due euro. Se il prezzo della benzina in città, in modalità self, dovesse scavallare questo importo, allora bisognerà mettere in campo l’intervento. Nel testo del provvedimento non sarà indicato questo valore, ma il risultato delle condizioni che devono verificarsi (aumento del prezzo del greggio e quindi un incremento dell’incasso Iva) riconduce sostanzialmente a questa soglia, considerando i prezzi medi attuali, intorno a 1,80 euro al litro. Sarà la portata ell’extragettito a determinare l’entità del taglio: non è assolutamente detto che verrà riproposta la riduzione di 18 centesimi decisa dal governo Draghi. Le associazioni dei gestori esprimono ‘”apprezzamento” per l’incontro: «Il governo ha ascoltato le esigenze della categoria e siamo nella condizione di sentirci abbastanza soddisfatti», riassume il presidente di Faib Confesercenti Giuseppe Sperduto. E il comunicato congiunto di Faib, Fegica e Figisc/Anisa chiarisce che per quanto
riguarda le organizzazioni dei benzinai «le polemiche finiscono qui». Ma la decisione finale sullo sciopero verrà comunicata solo dopo la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale. E, se tutto va bene, martedì
17 è già stato convocato un tavolo per parlare di tutte le questioni che riguardano la categoria, a cominciare dal riordino della rete. Come andrà martedì dipende naturalmente molto dall’accoglimento del decreto: «Aspettiamo di vedere se almeno una parte delle nostre proposte verranno prese in
considerazione», afferma Bruno Bearzi, presidente Figisc. L’organizzazione che fa capo a Confcommercio preme in particolare perché il prezzo medio da affiggere sia uno più attinente al territorio, possibilmente provinciale. Ipotesi che il governo ha preso in considerazione, orientandosi però per un prezzo medio regionale. Mentre alla Faib Confesercenti sta maggiormente a cuore l’attenuazione delle sanzioni in caso di omessa affissione dei cartelli sui prezzi medi: preoccupa in particolare l’ipotesi di chiusura prolungata dell’impianto in caso di recidiva. Il ministero delle Imprese ha tenuto conto anche di questa obiezione: le sanzioni più dure verranno applicate solo nei casi di reiterata mancata comunicazione, mentre il ritardo di chi abitualmente comunica i prezzi al ministero e affigge i cartelli verrà considerato con minore severità. Nel mirino, in particolare, quei circa 4.000 benzinai che già oggi non comunicano mai i propri prezzi al ministero, e tra i quali forse potrebbe esserci una parte consistente dei responsabili degli aumenti considerati “anomali” degli ultimi giorni. Nell’incontro con il governo le associazioni hanno provato a spiegare che l’ulteriore onere dell’esposizione del prezzo medio rappresenta una complicazione e una responsabilità in più, e chiarito che sarebbe preferibile la pubblicazione online sul sito del ministero delle
Imprese del prezzo medio, richiesta non accolta: l’obbligo rimane, Le associazioni dei consumatori, che hanno incontrato nel pomeriggio, dopo i gestori, il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il sotto·
segretario Massimo Bitonci, chiedono al ministero di pubblicare anche il prezzo “servito” oltre che self
service. L’obbligo per il gestore di esporre il prezzo medio potrebbe avere l’effetto opposto secondo l’Unione Consumatori, che incassa da Urso il via libera per la proposta di una app per la geolocalizzazione
degli impianti con i prezzi più convenienti: «La metà degli impianti ha prezzi inferiori alla media. Potrebbero essere tentati di alzarli».
Rosaria Amato e Giuseppe Colombo, Corriere della Sera – 14 gennaio 2023