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«Una camera in hotel a 250 euro? Magari. I prezzi sono troppo bassi»

De Scrilli (Ascom) contro Santori: lui e il sindaco si mettano d’accordo

«Il sindaco dice che bisogna ridurre il turismo low cost e il giorno dopo Santori dice basta alle camere d’albergo a 250 euro. Io francamente non ho capito». Celso De Scrilli, numero uno di Federalberghi e vicepresidente di BolognaFiere, non ha gradito l’uscita dell’ex Sardina ora delegato metropolitano al Turismo. «Non possiamo candidare Bologna a ospitare degli eventi quando poi agli organizzatori si propongono camere d’albergo singole a 250 euro a notte», ha detto Santori. «Beh, bisogna vedere anche dove. Se uno trova una stanza a quel prezzo al Baglioni durante una fiera allora vuole dire che è un affare», è la replica di De Scrilli. «I colleghi che mi hanno chiamato sa cosa hanno detto? Magari una camera a 250 euro. La verità è che i nostri prezzi sono bassissimi»

Non è vero che gli alberghi bolognesi costano troppo?
«I dati di quest’anno parlano di 110 euro di ricavo medio per camera, poi c’è chi vende a 50 e chi a 200».

Da dove vengono questi dati?
«È una banca dati che si basa su circa 3mila camere ubicate in centro storico. Stiamo parlando per la maggior parte di alberghi a 4 stelle».

Quindi i dati di Santori non le tornano?
«Prima di tutto ciascuno a casa sua fa quello che vuole. Non deve essere l’associazione dei commercianti o il Comune a decidere quanto costa una camera d’albergo. E poi, scusi, la compagnia aerea vende un posto sullo stesso aereo a tariffe diverse. E lo stesso discorso vale per lo skipass. Secondo lei adesso costa uguale che a Natale?».

Insomma non è vero che i prezzi a Bologna sono troppo alti?
«La città è cresciuta in maniera esponenziale in questi anni sul mercato leisure. Quel tipo di turismo è molto sensibile al prezzo. Bologna ha lavorato moltissimo sulla promozione, ma se ha aumentato il numero di turisti è anche perché i nostri prezzi sono molto competitivi rispetto alle altre destinazioni. Bologna sta andando bene perché è conveniente».

L’unica cosa sulla quale sarete d’accordo con Santori è il contrasto alle piattaforme di affitti brevi..
«Noi da 15 anni dobbiamo subire questa concorrenza sleale. Alcuni operatori sono in regola e hanno la partita Iva, per gli altri non lo so».

Dice che gli affittacamere lavorano in nero ?
«Basta vedere i dati di chi paga la tassa soggiorno o le presenze che vengono date in Questura. Stiamo lavorando con il Comune e la Finanza per contrastare questo mercato grigio che fa concorrenza sleale, non paga le tasse e provoca tanti problemi per chi cerca casa in città».

Santori chiede di siglare un accordo con gli albergatori per portare qui i grandi eventi. È pronto a discutere?
«Ma veramente noi lo facciamo da sempre. Basta pensare alla candidatura per l’Europeo del 2032. Abbiamo lavorato insieme e abbiamo dato disponibilità di diverse camere con prezzi adeguati per eventi di questo genere. È chiaro che c’è disponibilità a collaborare per portare eventi che portano persone. Anzi, sono abbastanza meravigliato dalle parole di Santori».

Quindi niente patti sul turismo?
«Ma i patti si sono sempre fatti e hanno sempre funzionato. La nostra preoccupazione, semmai, è lo spostamento del Teatro comunale in Fiera».

E perché?
«Utilizzerà un padiglione fondamentale per i congressi. Vuole dire che noi per i prossimi cinque anni non potremo più attrarre i congressi internazionali. Per la città è un danno molto pesante».

Il sindaco ha detto che vuole andare avanti con il progetto di trasformazione di Bologna welcome in fondazione. Lei è d’accordo?
«Il discorso della fondazione bisogna approfondirlo, perché fino ad adesso non si è capito nulla. Bologna welcome ha funzionato perché è stata costruita sulla base di una stretta collaborazione tra il pubblico e i soggetti privati. Se lo strumento della fondazione serve per farla diventare tutta pubblica allora nel giro di quattro anni Bologna welcome muore».

di Marco Madonia, Corriere di Bologna, 8 dicembre 2022

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