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Fondazione Bologna Welcome Summit Comune-soci il 2 novembre

Ascom e Camera di commercio incontreranno il sindaco per confrontarsi sul piano di trasformazione Ma le parti frenano. Postacchini: «Proposta tutta da valutare». Confcooperative: «Sorpresi, non informati»

Perché smontare e rimontare qualcosa che sta funzionando, che ci invidiano in tutta Italia e soprattutto che sta portando a casa degli utili? Se lo sta chiedendo chi nutre più di qualche perplessità sull’operazione del Comune, anticipata dal Carlino Bologna, che consiste nel trasformare la società Bologna Welcome in una Fondazione che sia diretta promanazione, appunto, di Palazzo d’Accursio. Il processo è partito, il Comune ha fatto sapere quali sarebbero le sue intenzioni e c’è già un incontro in calendario, il 2 novembre, nel quale il Comune incontrerà formalmente alcuni soci che compartecipano il bureau che gestisce la destinazione turistica a Bologna e provincia.

Dovrebbero esserci sicuramente la Camera di commercio, che diede l’impulso per prima alla nascita della società, e Confcommercio Ascom, che oggi esprime la presidenza di Bologna Welcome con Giovanni Trombetti, owner dell’Hotel Savoia Regency. Nel Cda invece ci sono Giada Grandi (Camera di commercio) e Massimo Zucchini (Confesercenti). Da quello che filtra, il Comune – che ieri non ha voluto rilasciare dichiarazioni – sarebbe intenzionato comunque ad andare avanti. I vantaggi di un’operazione del genere? Il sindaco Matteo Lepore potrebbe avere maggiormente le mani ’libere’ per gestire quel tris di macro-risorse che stanno facendo diventare Bologna un brand trasversale: Cultura, Turismo e Sport. La controindicazione, chiara, sarebbe l’improvviso disarcionamento di un’esperienza oggi descritta da tutti come vincente, con professionisti del settore che sublimano, come in altre parti d’Italia, il rapporto pubblico-privato. Se il Comune accentrerà questi poteri si vedrà, intanto il dibattito è ufficialmente aperto.

La Camera di Commercio per ora non commenta, mentre Ascom fa il punto. «Il 2 novembre ci vedremo con Lepore, oggi non c’è nulla di ufficiale – spiega Enrico Postacchini, presidente di Ascom Bologna – e nemmeno di ufficioso, non sappiamo ancora nulla di come cambierebbe la natura del soggetto. La gestione sarà affidata a i privati o meno? Ascolteremo. Certo – continua –, ci dispiacerebbe se ci fosse una chiusura ai privati, se io fossi il sindaco farei di tutto per continuare ad avere un soggetto che lavora bene come Bologna Welcome. Ma ripeto, non sappiamo ancora nulla di preciso, valuteremo e di sicuro tutti si vuole difendere il modello pubblico-privato. E non c’è nessun problema con Trombetti, un bravissimo imprenditore che sta facendo benissimo il suo lavoro». Massimo Zucchini, presidente provinciale di Confesercenti e membro del Cda di Bologna Welcome, chiede cautela. «Non ho ancora capito quale possa essere il progetto, aspettiamo qualcosa di concreto – puntualizza Zucchini –, perciò non posso esprimere ora un giudizio. Di sicuro, però, abbiamo una società che fa utili, che lavora bene, che ha costruito un senso di comunità, voluta a suo tempo dallo stesso Lepore che capì la prospettiva, ci spiegheranno il senso di una trasformazione del genere. Un Cda? Non è stato ancora convocato». Sorpreso Daniele Ravaglia, presidente di Confcooperative Bologna, tra i soci di BW. «La prima considerazione è di stupore, ci sono manovre su una società e i soci non sono informati – spiega Ravaglia –. Bologna Welcome ha lavorato molto bene, con risultati brillanti, e l’attuale presidente ha dimostrato di avere grandi capacità imprenditoriali. Perché quindi la società vuole essere municipalizzata? Non ho elementi per rispondere, mi aspetto però, nel caso, un piano industriale che migliori la situazione. Oggi motivi di natura tecnica, per cambiare un’eccellenza, non ne vedo».

Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 14 ottobre 2022

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